Avversario di turno

TARANTO CALCIO

L’avversario di turno analizzato da Ivan Pugliese

 

PREMESSA

Ancora
una squadra rosso-blu. Ancora una squadra blasonata. Dopo la trasferta di San
Benedetto, il Catanzaro ritrova una grande rivale di tanti confronti in serie B
e serie C.

Raccapezzarsi
intorno alla storia del Taranto è impresa assai ardua, visto che oltre una
mezza dozzina di società si è succeduta nel corso degli anni. Le prime di cui
si abbiano notizie concrete sono la Pro-Italia nel 1906 e l’Audace F.C. nel
1911. Le due squadre disputano diversi derby prima di fondersi nell’A.S.
Taranto (1927). La neonata società raggiunge la serie B nel 1935, ma lo scoppio
della guerra e una serie di divisioni riportano alla frattura anteriore al
1927. Alla Pro-Italia e all’Audace 1911 F.C., si aggiunge l’U.S. Arsenale.
Finito il conflitto, le prime due riprendono il cammino comune interrotto,
fondendosi per la seconda volta nell’A.S. Taranto e raggiungendo l’U.S.
Arsenale in serie B. Inglobata anche quest’ultima società (dopo un anno giocato
con la denominazione di U.S. Arsenaltaranto), dal 1955 l’A.S. Taranto rimane
per 30 anni l’unica rappresentante della città. Dopo 5 stagioni tra i cadetti,
nel 1959-60 arriva la retrocessione in C, dove il Taranto resterà ben 9 anni.
Nel ’68-69, a suon di vittorie, il ritorno in quella serie B che vedrà il
Taranto protagonista per ben 12 campionati consecutivi. È il momento più
glorioso della storia del sodalizio rosso-blu, che raggiunge il 5° posto nel
1973-74.

Gli
anni ’80 si aprono con la retrocessione e con tre anni di C1, ma soprattutto
con l’inizio di una lunga storia di sofferenze economiche e di crisi
societarie, di radiazioni e di ripescaggi. Altre 4 nuove società si alternano
in soli 15 anni: Taranto F.C. (1985), Taranto Calcio 1906 (1993), U.S.
Arsenaltaranto (1998), l’attuale Taranto Calcio (2000). Ancora sette anni di
cadetteria a cavallo degli anni ’90, l’ultimo nel ’92-93 con Carelli
presidente: poi la retrocessione e il fallimento. È il punto più basso della
storia del Taranto, e non basta il ritorno tra i professionisti due anni dopo.
Nuovi problemi economici riportano gli jonici tra i dilettanti, ma il nuovo
secolo cancella gli anni ’90 e restituisce il Taranto al calcio che conta. La
promozione in C2 fallisce nel 2000 per un soffio: 77 punti non bastano per
superare il Campobasso. Durante l’estate altri problemi economici fanno
nuovamente temere il peggio, ma l’arrivo di Pieroni e della famiglia Fiore
riporta entusiasmo. La notizia del ripescaggio fa impazzire la città. In pochi
giorni viene allestito uno squadrone per tentare il salto in C1. Davanti a
25.000 spettatori e al Catanzaro, a fine stagione il Taranto festeggia la
seconda promozione consecutiva, nonostante il cambio in panchina con Silva al
posto di Buso.

La
stagione successiva è un’altra cavalcata verso il sogno della serie B: l’Ascoli
vince il campionato, ma il Taranto di Simonelli guidato dai gol di Riganò è
secondo e si presenta in pole position ai nastri di partenza dei play-off. In
semifinale supera a fatica la sorpresa-Lanciano (sconfitta 3-2 in Abruzzo;
vittoria 2-1 in casa), ma il Catania spegne le velleità rosso-blu vincendo 1-0
all’andata, in un “Cibali” trasformato in far-west, e resistendo al ritorno
allo “Jacovone” (0-0), in una partita che avrebbe fatto gridare alla combine i
tifosi tarantini.Da quel giorno i rapporti tra la tifoseria e Pieroni (accusato
di aver regalato la promozione al Catania di Gaucci) sono incrinati, e la
situazione appare oggi insanabile.

Il
Taranto gioca nello stadio intitolato a Erasmo Jacovone, bandiera rosso-blu
degli anni ’70, capace di ospitare circa 30.000 spettatori.

 

I PRECEDENTI

La
storia dei confronti tra Taranto e Catanzaro è molto lunga, anche se per uno
strano scherzo del destino durante gli anni ’60 e gli anni ’80 i precedenti
sono pochi per una particolare alternanza delle due squadre tra serie B e serie
C. Le prime sfide tra giallo-rossi e rosso-blu risalgono al secondo dopoguerra,
a cavallo degli anni ’50 (1 in C, 2 in B). Poi, dal 1953-54, sono 14 i
precedenti a Catanzaro, il primo e gli ultimi tre in serie C, gli altri nella serie
cadetta. In questi 14 confronti il Taranto non ha mai vinto al “Ceravolo”,
ottenendo solo 7 pareggi (in 6 casi con gol). Nelle altre 7 sfide si è imposto
il Catanzaro, in vantaggio naturalmente anche nella differenza reti (21 gol
segnati, solo 9 subiti). I confronti tra le due squadre sono sempre stati
all’insegna dell’equilibrio. I giallo-rossi hanno vinto solo una volta (4-1 nel
primo confronto) con più di due gol di scarto. L’ultimo precedente è di C2 e
risale alla stagione 2000-2001, quella della promozione tarantina e dell’amara
Sora per il Catanzaro. Finì 1-1 con i gol di Di Corcia e Vitali su rigore.
L’ultima vittoria giallo-rossa è invece del ’96-97: 1-0, gol della meteora
Polidori. Infine l’ultimo confronto in serie B nel lontano ’88-89 terminò 2-0:
segnarono Palanca e Rispoli.

 

LA SQUADRA

Dopo il buon finale della
passata stagione, Fabio Brini è stato riconfermato sulla panchina rosso-blu. Il
Taranto dispone di un’ottima rosa, ma la confusione in seno alla società
impedisce alla squadra di esprime il suo potenziale. Il patron Pieroni è troppo
lontano e guida il sodalizio di Viale Virgilio da Ancona. Ma una piazza come
Taranto (come era stato detto anche per la Sambenedettese) non può sopportare
un simile trattamento.

All’apparenza, infatti, la squadra
costruita sembra di tutto rispetto. In porta l’esperienza di Di Bitonto (per 5
anni secondo portiere del Cagliari in A) è una sicurezza. In difesa la rosa è
molto ampia, con giocatori di categoria superiore. Innanzitutto Cozzi, seconda
stagione a Taranto, 171 presenze in serie B. Da Ancona e da Paternò sono
arrivati due ragazzi cresciuti a Napoli e che hanno fatto esperienze in A e B:
Stendardo e Malafronte. Confermati Filippi ed Esposito, dal Brindisi è arrivato
Di Meo, grande esperto della categoria. Infine Bennardo e Braca, anch’essi
confermati, si sono ritagliati il ruolo di titolari al centro della difesa.

Tra difesa e centrocampo
giostrano anche Panarelli, tarantino doc sbocciato nel Napoli (17 gettoni in A,
più 3 col Torino), tornato quest’anno a casa dopo l’esperienza a Firenze, e Di
Fausto, ex Lodigiani e Messina. Anche sulla linea mediana una grande scelta.
Capocannoniere attuale della squadra con 3 gol è l’esterno destro crotonese
Apa, preso dal Pescara dopo 7 anni di alti e bassi a Cosenza. Un altro ex
cosentino agisce sulla fascia sinistra: Casale, 32 presenze e 4 gol col Lecce
in serie A e una lunga militanza tra i cadetti con Bologna, Cosenza, Sampdoria,
Lecce e Reggina. I centrali sono Del Signore, prelevato dalla Carrarese, e il
21enne di belle speranze Croce, cresciuto a Pescara dove l’anno scorso ha
centrato la promozione in B. Un’altra variante tattica può essere l’inserimento
di De Liguori, terza stagione a Taranto.

Infine, in attacco, tre
giocatori si contendono due posti. L’intoccabile finora è stato Gianluca
Triuzzi, 25 enne capitano, tarantino di nascita, tornato a Taranto (dove aveva
esordito a 16 anni) da tre anni dopo le 2 presenze in A col Parma e le
esperienze di Monza, Palermo e Spezia. Domenica giocherà la sua 100esima partita
in maglia rosso-blu. Il secondo posto in attacco è conteso da due bomber di
razza: Ciccio Passiatore, una vagonata di gol in serie C con tante maglie
diverse, e Giacomo Banchelli, grande speranza viola nei primi anni ’90, 29
presenze e 7 gol in serie A con la Fiorentina, il Cagliari e l’Atalanta; 132
gettoni e 36 reti tra i cadetti; 15 gol l’anno scorso a Carrara in C1.

Con una squadra così, sulla
carta si dovrebbe lottare per la promozione, anche se a causa di infortuni, la
possibile formazione-tipo non ha mai giocato.

Formazione-tipo (4-4-2):

Di Bitonto; Panarelli, Di Meo,
Bennardo, Filippi; Apa, Croce, Del Signore, Casale; Banchelli, Triuzzi.

 

VERSO CATANZARO-TARANTO

La settimana che ha preceduto
la sfida di Catanzaro è stata infuocata per la compagine jonica. Dopo la
sconfitta interna contro la Fermana, arrivata nei minuti di recupero, è stato
esonerato Fabio Brini, al termine di un tira e molla che durava ormai da almeno
un mese. Il Taranto non ha mai brillato quest’anno, ma nelle ultime giornate
aveva dato qualche segnale di risveglio, con la doppia vittoria interna ai
danni di Giulianova e Viterbese. Tuttavia le prestazioni deludenti di Foggia e,
appunto, l’ultima debacle contro la Fermana hanno portato Pieroni
all’allontanamento di Brini. La squadra è stata per ora affidata al direttore
sportivo Barone, il quale guiderà la squadra a Catanzaro, nel ruolo di
traghettatore in attesa dell’annuncio del nuovo tecnico. In ballo Alessandrini,
sponsorizzato dal consulente di mercato di Pieroni, e Franco Dellisanti,
tarantino di nascita, l’anno scorso sulla panchina del Catanzaro, fortemente
voluto dai tifosi rosso-blu.

In
questo caos la squadra, che naviga al terzultimo posto della classifica con
soli 10 punti e ben 4 sconfitte allo “Jacovone”, ha dovuto preparare la
trasferta di domenica. Mancheranno Passiatore, Del Signore e anche Bennardo, il
quale non è riuscito a recuperare come si sperava. Fuori forma Di Meo, i
centrali difensivi dovrebbero essere come domenica scorsa Braca e Stendardo,
mentre a sinistra rientrerà Filippi. Sulla stessa fascia Di Fausto potrebbe
essere spostato a centrocampo, con Apa a destra. In mezzo De Liguori prenderà
il posto di Del Signore; ballottaggio per l’altro posto tra Croce (favorito) e
Bettoni. In attacco, vista l’assenza di Passatore, sicuro solo Triuzzi, che
potrebbe fare il centro-boa viste le precarie condizioni di Banchelli. Se il
centravanti fiorentino dovesse partire dalla panchina Casale giocherebbe in
appoggio a Triuzzi per un più coperto 4-4-1-1. Ma Barone ha mischiato le carte
in settimana, per cui solo pochi minuti prima della gara saranno sciolti tutti
i dubbi.

In
trasferta il Taranto ha ottenuto finora 3 pareggi e due sconfitte. Per il
Catanzaro il compito non sarà per niente facile. Inoltre, i rosso-blu saranno
seguiti da un consistente numero di tifosi che raggiungeranno il capoluogo
calabrese con una folta carovana di auto, superando i blocchi stradali sulla
106, dovuti alle vibranti proteste dei cittadini lucani contro un possibile
arrivo in Basilicata di scorie nucleari.

Probabile formazione (4-4-1-1):

Di Bitonto; Panarelli, Braca,
Stendardo, Filippi; Apa, Croce, De Liguori, Di Fausto (Casale); Casale
(Banchelli); Triuzzi.

 

I TIFOSI

Il Taranto ha storicamente un
ottimo seguito di pubblico. Indimenticabile lo spettacolo dei 25.000 dello
“Jacovone” per la festa promozione nel 2001 (finì 2-2 contro il Catanzaro di
Bitetto) o per la finale play-off persa con il Catania l’anno successivo.

In questa stagione, la media
degli spettatori presenti è invece abbastanza bassa. Dopo gli oltre 4.000
paganti dello scorso anno (con più di 1.800 abbonati), nelle sette gare interne
di questa stagione la media è stata di 3.378 spettatori (comunque 5° posto
complessivo) con soli 523 abbonati. Chiara la disaffezione verso una società che
ha deluso le attese dei tarantini.

La curva nord gode di buona
tradizione. I principali componenti degli Ultras Taranto sono i Taranto
Supporters e le Teste Matte. L’unica amicizia è con i napoletani, mentre la
lista delle rivalità è incredibilmente folta e comprende tra le altre tutte le
principali tifoserie pugliesi (tranne i brindisini); Palermo, Catania e
Messina; quasi tutte le province campane; Verona e Pescara; Cosenza e
Reggina.Anche i rapporti con gli Ultras Catanzaro non sono idilliaci. Tensione
e qualche scaramuccia nelle ultime partite giocate.

 

Si ringrazia

www.tarantosupporters.com

http://utenti.lycos.it/agosin

Ivan Pugliese

Autore

Tony Marchese

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