Fli e la Scuola di Magistratura: i nostri politici locali sono impalpabili fuori dalle mura cittadine

L’inopinata conclusione dell’annosa vicenda che ha riguardato l’istituzione della sede meridionale della Scuola Superiore di Magistratura, impone delle riflessioni di carattere politico che guardino al di là del fatto contingente e prendano in esame un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti e che, però, viene in qualche modo mascherato da una certa propaganda autocelebrativa.

La Città di Catanzaro, dal punto di vista politico, e non solo, ha subito e sta subendo un costante processo involutivo che, in questi ultimi anni, è stato  caratterizzato da una rappresentanza parlamentare incapace di emergere nello scenario politico nazionale.

I politici di casa nostra sono, appunto, di casa nostra e, appena fuori dalle mura cittadine, diventano quasi impalpabili. Una passività ampiamente certificata dai bassissimi indici di produttività parlamentare che li colloca agli ultimi posti in entrambi i rami del Parlamento che, però, non viene ripagata in alcun modo, né in favore della Città che dovrebbero rappresentare, né in termini di tornaconto personale che, sebbene moralmente deprecabile, potrebbe cinicamente essere giustificabile da una sorta di desiderio di arrivismo politico. No, neppure questo, perché non un solo Ministro è catanzarese e neppure un vice-ministro o un sottosegretario; e questo anche se si hanno governi “amici” e “straordinarie congiunture favorevoli” – prendendo in prestito una terminologia astrologica usata per descrivere eccezionali allineamenti dei pianeti – consistenti nell’appartenenza allo stesso schieramento politico di Comune, Provincia, Regione e Governo.

Se si pensa, poi, nel caso della Scuola per magistrati, che i nostri parlamentari avevano la “fortuna” di dovere interloquire con un Ministro della Giustizia eletto in Calabria con i loro stessi voti e che avevano nelle mani la “forza” di una sentenza favorevole del TAR Lazio, risulta evidente in tutta la sua gravità il danno provocato alla Città di Catanzaro, danno che evidentemente deve avere preso alla sprovvista anche illustri amministratori cittadini – adesso  letteralmente ammutoliti – che, non più di qualche giorno addietro, avevano invece fatto sentire la loro voce soddisfatta per la definitiva soluzione e l’importante risultato conseguito.

D’altronde, ingenuamente, erano rimasti affascinati ed erano stati rabboniti dalle dichiarazioni diramate dallo stesso Ministro della Giustizia che, in una nota d’agenzia, rispondendo alle scomposte rimostranze di Clemente Mastella si era espresso in questi testuali termini: “Perché, invece di buttarla in ‘caciara’ non dice la verità? Il Tar del Lazio, nel 2009, accogliendo il ricorso del Comune e della Provincia di Catanzaro, ha annullato gli atti a firma Mastella che avevano tolto a Catanzaro la Scuola per assegnarla a Benevento. La sentenza del Tar è immediatamente esecutiva, specie alla luce del fatto che, da parte di Benevento, nessuna istanza di sospensione è stata avanzata al Consiglio di Stato”.

Sappiamo tutti come è andata a finire e. oramai, possiamo ragionevolmente aspettarci che a Catanzaro non vedremo mai un magistrato in formazione. Speriamo di potere un giorno scoprire il perché.

Autore

Salvatore Ferragina

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