Argirò sul piano investimenti e opere pubbliche

L’ex vice sindaco della giunta Olivo esprime molte perplessità sui paini previsti

Dopo le note vicende sulla destinazione dei Fondi Fas per il Mezzogiorno distratti dal Governo Berlusconi per obiettivi diversi dagli investimenti previsti per il Sud, c’è da essere poco fiduciosi, cosi come sostengono i sette Governatori che hanno partecipato all’incontro con il ministro delle Regioni Raffaele Fitto, rispetto all’atteggiamento che Giulio Tremonti e Berlusconi adotteranno nei prossimi giorni.

Non soltanto per la paventata revisione del tasso di cofinanziamento comunitario, in via di rimodulazione, ma, aggiungo io, per la effettiva certezza che gli Enti beneficiati delle risorse riescano ad ottenere concretamente i finanziamenti previsti nel Piano del Sud.

Il mio auspicio, è che, diversamente dal passato, le risorse previste rimangono per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia, e di conseguenza per la nostra Calabria, e  in particolare per la nostra Città, visto l’ambizioso piano di opere pubbliche e investimenti che l’Amministrazione Comunale, “in una certa misura in continuità amministrativa”, si appresta a realizzare attraverso l’utilizzo di finanziamenti Comunali, Regionali, Statali ed Europei.

Per tornare alla nostra realtà cittadina, è bene affermare, a scanso d’equivoci, che in politica il gioco delle parti è ben chiaro a tutti, da una parte c’è chi, con voto popolare ha ricevuto mandato per amministrare e dall’altra, con altrettanto mandato popolare, c’è chi è stato delegato a fare opposizione.

Per questo, quando si parla d’amministrazione cittadina, la regola del gioco vuole che tutti ci si attivi con il comune intento di difendere il territorio e portare avanti progetti utili alla collettività.

Fin qui nulla di nuovo sotto il sole, se non fosse che alcuni provvedimenti adottati di recente dall’amministrazione Traversa, in tema di sviluppo d’opere pubbliche e infrastrutture, Pisu compresi, solleva più di qualche dubbio sulle regole del gioco che sono in vigore nella nostra Città.

Per questo, rispettoso dei poteri d’indirizzo e di controllo politico-amministrativo degli organi di governo, e dei ruoli di competenza della burocrazia comunale “dirigenza” alla quale sono attribuiti dalla legge tutti i compiti di attuazione degli obiettivi e dei programmi già definiti, mi domando come è possibile, senza alcuna giustificazione tecnico amministrativa, accantonare alcuni progetti già a buon punto per altri che producono ritardi e aumenti di costi.

Tutto ciò, mentre si parla di sviluppo del nostro territorio, di tempi di realizzazione, di economie, di recessione, di ottimizzazione di costi e spese, di tutele del patrimonio storico artistico.

Il mio richiamo è al lungo elenco di progetti annullati, miscelati, poi trasferiti da un sito all’altro, finanche in luoghi la cui proprietà comunale è tuttora incerta, nonostante la presenza di una delibera del Piano Strategico approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale.  

E’ apprezzabile lo sforzo del governo cittadino tendente a migliorare “qualcosa”, ma mi chiedo, in primis, perché rinunciare alla “Fabbrica della creatività giovanile” all’interno dell’area del Gasometro di Catanzaro, con il logico recupero dei manufatti di archeologia  storica- industriale presenti in quell’ area ?

“Quando nei primi anni ’90 del 900 sono state dismesse le ultime officine del gas si è posto il problema del riuso o distruzione delle strutture, tra le quali gasometri molto antichi, abbandonate dalle aziende di gestione.

Dopo tanto discutere e organizzare convegni sull’argomento, questi complessi industriali sono stati riconosciuti come importante testimonianza del periodo, ormai storico, della grande industria, quindi inclusi, spesso quando la distruzione era già avvenuta, nel dibattito sul recupero e “valorizzazione” del patrimonio industriale”.

Nella nostra Città, negli ultimi 15 anni l’Amministrazioni Comunale ha fortemente puntato, anche attraverso i PRU, al recupero di questa parte di territorio degradato, considerandolo strategico anche per l’alta densità di popolazione residente, e il recupero e la valorizzazione del Gasometro, primario patrimonio culturale, da sempre oggetto di attenzione da parte dei mass media, dei cittadini, di tanti intellettuali e associazioni voleva dire rimanere al passo coi tempi e con le Città più avanzate del nostro Paese, vedi Roma,  che ha operato da anni il restauro del Gasometro in Via Ostiense.

Sono queste e molte altre le incongruenze che derivano dalla supponenza e dalla convinzione di chi presenta un piano d’investimenti senza averlo confrontato con i cittadini, il mondo associativo e il civico consesso.

Si ostentano anche cosi i comportamenti che oggi fanno di Catanzaro la Città del “pensiero unico”, sempre più compressa e assorta in un “grande silenzio”, anche in quella parte di forze politiche che hanno creato, promosso e sostenuto, tante iniziative. Questo vuole dire voler male a questa Comunità. 

 

 

Autore

Salvatore Ferragina

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