Dalla Redazione

«Un onore aver giocato contro di lei»

Scritto da Redazione
Nel post partita di ieri un episodio curioso che ci racconta qualcosa in più del mister giallorosso, autentica rivelazione di questa stagione. E poi la solidarietà degli ultras alla città di Barletta

Ciccio Cozza stiamo imparando a conoscerlo in queste settimane. L’ex capitano della Reggina pare un tipo estremamente determinato, caparbio, convinto di dover ambire sempre al massimo traguardo, anche contro tutte le previsioni degli addetti ai lavori.

Il primo allenatore del nuovo corso giallorosso – quello del ritorno dell’ Uesse – ha preso in mano una squadra di ragazzini quasi del tutto priva di nomi altisonanti, quando ancora non sapeva in quale categoria avrebbe giocato.

Una squadra costruita al termine di agosto in tempi ristrettissimi e tra le difficoltà di una generale diffidenza creatasi intorno al Catanzaro dopo le ultime disgraziate gestioni dell’ FC.

Una squadra che finora ha ben figurato, stazionando stabilmente tra le prime posizioni della classifica e contribuendo in modo decisivo – con un gioco spesso divertente – al ritorno dell’entusiasmo tra i tifosi giallorossi.

E se il presidente Cosentino nell’ultimo comunicato, in un evidente eccesso di entusiasmo è arrivato a dire di aver “investito tantissimo per dare all’allenatore una squadra competitiva che vince e dà spettacolo“, è tutto e solo merito di Cozza.

Il presidente sa quanto  tutti gli siano grati per la cifra superiore al milione di euro messa a disposizione per il saldo debiti contratti da altri. Sa che è grazie a lui se a Catanzaro si parla ancora di calcio. E sa che attualmente il suo ruolo in città è assimilabile a quello di un “salvatore della patria. Ma gli investimenti sulla squadra non sono stati così imponenti come da quelle parole si potrebbe evincere (e i limiti dell’organico da superare già in gennaio stanno lì a sottolinearlo).

Il Catanzaro, tecnicamente, oggi deve tutto a Ciccio Cozza. Il mister ne è consapevole e si assume le proprie responsabilità senza timori, magari correndo pure il rischio di risultare sfrontato. Come quando, prima della vittoriosa trasferta di Fano, appena dopo il pareggio interno con il Milazzo dichiara: “Brutto pareggio, ma recuperemo andando a prenderci i tre punti nelle Marche“. O come quando si sente in dovere di difendere la società dall’accusa di scarsa attenzione al settore giovanile, anche rischiando di entrare in collisione con una leggenda (intoccabile come tutte le leggende) giallorossa che porta il nome di Massimo Palanca.

Forse è proprio lui, Cozza, il valore aggiunto di una squadra giovane che per ambire alla promozione deve comunque continuare a crescere tanto, durante e dopo ogni partita. Cozza possiede un’aura particolare che non può essere esclusivo frutto del suo passato da giocatore; è un’aura propria in genere di chi non solo sa fare il proprio lavoro, ma lo fa con una personalità che lo distingue da tutti gli altri. Un’aura riconosciuta ieri anche da mister Tuzi, l’allenatore per un giorno del Celano.

Visibilmente emozionato, incontrando Ciccio Cozza il trainer abruzzese ha parlato con parole chiarissime: “Davvero, è stato un onore giocare contro di lei, mister“. Il nostro allenatore lo ha abbracciato ringraziandolo con un sorriso larghissimo. Poi rivolto ai giornalisti presenti in sala stampa: “Vedete signori…sono queste le soddisfazioni“.

Ciccio Cozza a noi piace. Ci piace fin da quando – con ancora la maglia amaranto indosso – espresse il desiderio di giocare a Catanzaro. La speranza oggi è che possa crescere velocemente con la sua creatura… e con Noi, che forse disintegrati dall’ultima stagione spartana stentiamo a riconoscere un cavallo di razza. 

In bocca al lupo, mister.

L’altro episodio da segnalare riguarda invece gli spalti del Ceravolo e quegli Ultras Catanzaro di cui tutti ricominciano a parlare per le iniziative pacifiche adottate ad ogni trasferta contro la tessera del tifoso (gli Uc partono e rimangono fuori dai cancelli dello stadio se non riescono ad entrare senza tessera, protestando contro il provvedimento del Governo e sostenendo la squadra dall’esterno). 

Molto bello lo striscione di solidarietà destinato alla città di Barletta. Una città che da giorni ormai vive nel lutto per la tragica morte di cinque giovani donne. Cinque lavoratrici schiacciate dal crollo di una palazzina.

Tra la Catanzaro sportiva e la Barletta sportiva esiste un fortissimo e antico legame: nel mondo ultras è chiamato “gemellaggio”. Si tratta di un accordo simbolico che fa parlare i cronisti di “bella giornata di sport” ma che è spesso molto altro, qualcosa che non può essere capito se non si comprende e si rispetta profondamente l’intero codice e sistema di pensiero del movimento ultras.

Avanti così.

FabScar

f.scarfone@uscatanzaro.net

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