Intervistiamo

L’Imam di Sellia Marina voleva attentare a ministri italiani

Il contenuto di colloqui avvenuti in carcere tra l’imam M’Hamed Garouan e suoi familiari portato dai giudici al Tribunale del Riesame,

Minacce nei confronti dei ministri Franco Frattini, Roberto Calderoli e Roberto Maroni, scatenate dalla notizia della morte di Osama Bin Laden.

Di questo si parla nell’integrazione probatoria depositata dalla pubblica accusa al tribunale del riesame di Catanzaro dove, oggi, si è tenuta una nuova udienza per decidere se confermare o annullare la custodia cautelare in carcere nei confronti di M’Hamed Garouan, imam della moschea di Sellia Marina, Brahim Garouan, 25 anni, figlio dell’imam, e Younes Dahhaky, 28 anni, residente a Lamezia Terme, i tre marocchini finiti in manette nel mese di gennaio nell’ambito dell’inchiesta battezzata “Nostalgia”, con le accuse di svolgere attività di terrorismo internazionale. I pubblici ministeri titolari delle indagini, Elio Romano e Carlo Villani, ad agosto hanno prodotto nuovi elementi a sostegno delle ipotesi delineate nell’inchiesta, ed in particolare il contenuto di colloqui avvenuti in carcere tra l’imam M’Hamed Garouan e suoi familiari, in cui si commenta la notizia dell’uccisione del leader di al-Qaeda con uno sfogo caratterizzato da propositi di vendetta nei confronti dei ministri italiani.

Materiale che la pubblica accusa ha voluto portare all’attenzione dei giudici.

Ora si attende la decisione dei giudici di Catanzaro.

Autore

Salvatore Ferragina

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