Rassegna stampa

Catanzaro, Parente guarda avanti

da Gazzetta del Sud

Le politiche societarie (compreso il decreto spalmadebiti del calcio), le ambizioni della squadra giallorossa che, poi, sono quelle del sodalizio di via Lombardi, i pettegolezzi a buon mercato, probabilmente frutto di invidiuzze esterne, il prossimo futuro: sono gli argomenti che abbiamo trattato con il presidente della Società giallorossa, dott. Claudio Parente, sempre disponibile a parlare della sua «creatura» che sta allevando insieme all’amministratore delegato, Massimo Poggi, e ai più diretti collaboratori, e non soltanto con la stampa, ma anche con il cosiddetto tifoso della squadra. E allora ecco la prima risposta sul decreto salvacalcio il quale, per i più solerti dell’ambiente locale, riguarda anche il Catanzaro. «Il Catanzaro non ha usufruito di queste agevolazioni, per cui non è interessato, se non in una forma indiretta. Sicuramente il decreto salvacalcio è stato un espediente finalizzato a salvare almeno 4-5 società della massima serie e altre della B a dimostrazione della grave crisi che il calcio attraversa. In ogni caso se non si attuano serie politiche di risanamento ogni provvedimento tampone potrà solo posticipare un fallimento annunciato per tante società».
– Quali sono invece le politiche attuate dalla società giallorossa? «Abbiamo aderito al condono fiscale – ha risposto Parente – mentre abbiamo rateizzato i debiti con l’Enpals (l’istituto di previdenza per i tesserati ndc ) per il periodo pregresso, pagando il “corrente” all’atto del nostro insediamento. Ma le politiche di risanamento sono basate su altri tipi di investimento che permettono di incrementare in modo significativo la voce ricavi. Questo perché, anche abbattendo i costi relativi agli ingaggi, ci sarà sempre una concorrenza spietata tra le società che, alla fine, inciderà poco sul ridimensionamento della voce principale dei costi». «Quindi – ha proseguito il massimo responsabile del sodalizio giallorosso – la ristrutturazione dello stadio (che deve «vivere» 365 giorni all’anno, attrezzato con aree commerciali, fitness, albergo, ristoranti, museo del calcio catanzarese, ecc.), la riorganizzazioni del settore giovanile e la realizzazione del megacentro sportivo-sanitario nel quartiere “Corvo” sono i passaggi fondamentali per poter realizzare una società con un grande futuro».
– E quello che stanno cercano di fare un po’ tutte le società, a cominciare da quelle di serie A. «Questo perché non ci sono alternative per uscire dalla crisi in cui il calcio si è cacciato. La formula è semplice: abbassare i costi e aumentare fortemente i ricavi e, soprattutto, gestire le società sportive, come vere società per azioni».
– Intanto dall’esterno arrivano gratuite affermazioni secondo le quali il Catanzaro è ben visto dal famoso palazzo. Infiorata di buonismo la risposta del presidente: «Si tratta delle solite voci che accompagnano una squadra che ottiene risultati. Certamente è cambiata l’idea che il palazzo aveva verso il Catanzaro, ma esclusivamente per i comportamenti assunti dalla dirigenza in carica nei confronti di tutto il mondo calcistico nazionale, soprattutto di fronte a risultati o decisioni negativi, anche arbitrali».
– Già, i risultati. Stanno arrivando in serie. E allora il conseguente interrogativo dove può arrivare il Catanzaro? «Non lo so perché sono curioso di vedere il comportamento della squadra e dell’ambiente nei momenti di difficoltà che sicuramente non mancheranno. Queste situazioni ci permetteranno di valutare la forza di reazione della squadra e, quindi, di predire a quali posizioni di classifica possiamo aspirare in questo primo anno di C1».
– Un campionato, comunque, che può servire per fare esperienza e, quindi, programmare il futuro. «La cosa importante è quella di gettare le basi solide per il futuro della società. Sono certo che, fatto questo, arriveranno conseguentemente e rapidamente i risultati sportivi che la città aspetta da oltre un decennio».

Autore

Paolo Spinoso

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