Dalla Redazione

Arbitrato TNAS: le motivazioni della sentenza

«Buona fede e diligenza da parte del Catanzaro». Debiti FC quantificati in ritardo dal curatore alla Figc e Cosentino ne aveva garantito l’accollo 

Ora che si parla di campionati, calciatori e moduli, fa un certo effetto voltarsi indietro fino al 27 luglio.

Quel giorno, quando anche una sola ora in più di tensione e attesa non sarebbe stata tollerata dai tifosi giallorossi, arrivò finalmente la decisione del Tnas. Grazie all’ avvocato Ulisse Corea, al consulente Maurizio De Filippo e ovviamente al presidente Giuseppe Cosentino, il Catanzaro sarebbe rimasto nel calcio professionistico ().

Oggi il Tribunale nazionale di arbitrato per lo sport pubblica in dodici pagine le motivazioni di quella sentenza tanto attesa. Proviamo allora ad esaminarle insieme (qui il documento integrale) utilizzando un linguaggio quanto meno possibile tecnico, nel tentativo di capire qualcosa in più della vicenda che ha reso rovente l’estate appena trascorsa.

Come di certo i lettori ricorderanno, in quelle ore la partita si svolgeva tra la neonata Catanzaro Calcio 2011 srl e la Federazione italiana gioco calcio. La Figc riteneva che la società del presidente Cosentino non avesse diritto all’attribuzione del titolo sportivo della fallita FC Catanzaro e nella persona del presidente federale Giancarlo Abete, con due specifiche e distinte delibere, aveva classificato come “inaccoglibile” l’istanza della società di Cosentino. Il Catanzaro allora ricorreva al Tnas, nonostante la Figc fosse convinta (evidentemente sbagliando) dell’incompetenza del Collegio.

La ricostruzione degli avvenimenti necessari agli arbitri del Tnas per arrivare alla sentenza definitiva è piuttosto semplice da riprodurre. Il 25 febbraio 2011 falliva l’ Fc Catanzaro che fu di Pittelli, Coppola, Bove, Aiello, Soluri e in ultimo degli spartani.  

Il 23 giugno successivo, in seguito a procedimento di vendita senza incanto, l’intero complesso aziendale passava nelle mani della Catanzaro Calcio 2011 di Giuseppe Cosentino che quattro giorni  dopo (come da norme Noif) chiedeva l’attribuzione del titolo dell’Fc alla Federazione di Abete. Lo stesso giorno Cosentino esplicitava alla Figic la volontà di accollarsi tutti i debiti sportivi della società fallita. Il 28 giugno, il segretario della Federazione comunicava che non erano stati assunti gli oneri necessari perchè fosse concesso il titolo dell’ Fc, e Cosentino replicava di non aver proceduto ancora al saldo dei debiti (nonostante la garanzia di accollo) soltanto a causa del “permanente difetto di liquidazione del curatore dell’ FCGiulio Nardo.

Il 30 giugno, uno fra i giorni peggiori che i tifosi giallorossi possano ricordare, il presidente Abete protocollava come non accoglibile la richiesta di assegnazione del titolo sportivo da parte del Catanzaro.

Violazione del termine perentorio del 28 giugno contenuto nell’art.52 comma 3 delle Noif. Era questa la colpa di cui secondo la Figc si era macchiato il nuovo Catanzaro ed era questo il motivo per cui la società di Cosentino non avrebbe potuto garantire alla città la continuità del calcio professionistico.

L’avvocato Corea, supportato dal consulente De Filippo, ha però dimostrato che nessuna norma perentoria era stata violata e il Tnas ne dà atto nelle motivazioni della sentenza quando si legge che: “nel termine perentorio di cui all’art. 52, comma 3, N.O.I.F., il Catanzaro calcio aveva già dimostrato […] ciò che invece non appariva documentato dalla stessa Figc e cioè: a) che l’istante (Il Catanzaro) avesse acquisito l’intera azienda sportiva della fallita FC; b) che l’istante avesse assolto tutti i debiti sportivi della fallita o ne avesse garantito il pagamento con fideiussione bancaria a prima richiesta”.

Per quanto concerne il primo punto, il Catanzaro aveva prodotto una copia del provvedimento ufficiale con il quale in data 23 giugno, il giudice delegato Song Damiani dichiarava la società di Cosentino aggiudicataria dell’intero complesso aziendale della fallita FC.

In relazione al secondo, per il TNAS l’unica “dichiarazione esigibile quale “condizione” sine qua non dell’attribuzione del titolo sportivo […] è la dichiarazione, sottoscritta dal legale rappresentante del Catanzaro calcio, per l’ “impegno ad accollarsi e ad assolvere i debiti sportivi della fallita F.C. Catanzaro“.

Perciò si legge ancora che  “non era esigibile diligenza né buona fede in misura ulteriore a quanto impiegato dal Catanzaro calcio poiché è ammissione della FIGC, contenuta nella nota sottoscritta dal Presidente Abete in data 11 luglio 2011, che soltanto in data 2 luglio 2011 è pervenuta comunicazione del curatore, con la quale si è fatto presente che il debito nella misura di euro 1.009.366,91 era stato determinato“.

Quindi nulla di più avrebbe potuto fare il presidente Cosentino per risparmiare ai tifosi giallorossi l’ennesima estate di passione. La dichiarazione di accollo di tutti i debiti sportivi eventualmente riscontrati e la presentazione di una fideiussione non contesta (già prestata a garanzia degli stessi) di 300mila euro  erano sufficienti perchè il Catanzaro ottenesse il titolo sportivo.

D’altronde lo stesso Cosentino aveva provveduto in data 11 luglio (quindi solo tre giorni dopo la comunicazione del Curatore Nardo) a consegnare alla Federazione per intera copertura del debito11 assegni circolari per un totale di 1.009.366,91 euro.

L’ultima contestazione dei legali della Federazione di Abete, secondo la quale Cosentino avrebbe dovuto presentare una fideiussione invece di assegni circolari è stata “smontata” dal Tnas  che rileva come “non sussiste alcun pericolo di mancanza della provvista presso la banca obbligata al pagamento, in quanto gli istituti autorizzati ad emettere gli assegni circolari […] devono costituire per legge idonea cauzione a garanzia degli stessi”.

Oggi il Catanzaro, nel frattempo ritornato Unione Sportiva, gioca in virtù della sentenza del 27 luglio il suo campionato di quarta divisione. La speranza che coltiviamo è che lo spirito di “battaglia razionale” che ha animato durante quei giorni la società – matura abbastanza da affidarsi a due consulenti competenti e appassionati- possa animare anche questi giorni di ordinaria amministrazione.

Competenza, passione, rispetto dei ruoli: storicamente è su queste tre componenti che si edificano i successi.

FabScar

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