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Superata la “curva Aquila” continua la marcia del Catanzaro verso l’obiettivo

L’editoriale di Francesco Ceniti

I tre punti con L’Aquila sono (forse) i più importanti finora conquistati dai giallorossi. Non stiamo scherzando e portiamo delle “prove” per sostenere la nostra tesi. Una gara contro l’ultima in classifica è, come abbiamo già scritto, un “vuoto a perdere”.
In altre parole: tutti si aspettano la vittoria (stampa, pubblico e, nonostante le dichiarazioni della vigilia, persino gli stessi giocatori). Ma in campo le cose non sono mai così facili specie quando la salvezza è ancora un obiettivo possibile. Così ti trovi ad affrontare un avversario chiuso come un riccio, che lotta e picchia su ogni pallone, magari provoca per cercare d’incattivire la partita (da questo punto di vista Vidallè ci ha ricordato il peggior Aruta o il Batistuta dei poveri Vadacca che dopo un rigore segnato andò a stuzzicare la Massimo Capraro). Tutto per portare via un punticino che non avrebbe di certo cambiato molto la classifica di Aquila e Catanzaro, ma per i giallorossi avrebbe avuto numerosi contraccolpi. In primis la delusione dei 10.000 tifosi presenti al Ceravolo (bravi, continuiamo così anche quando le cose non saranno rosee). E sappiamo tutti che l’ultrà ha spesso la memoria corta: tre vittoria consecutive possono essere offuscate da un solo pareggio. Se poi questo arriva contro l’ultima della classe e per di più in casa…
Insomma, metteteci pure il rigore sbagliato da Ferrigno: siamo sicuri che la settimana sarebbe trascorsa tra mugugni e continue frasi tipo “Sono invidiosi di Corona e per questo non gli fanno battere i rigori” o “Siamo un fuoco di paglia, adesso crolliamo come nell’anno di Bitetto”. Purtroppo basta davvero poco per rompere un bel giocattolo che fino a oggi ha regalato bel gioco e soddisfazioni a iosa dopo 12 anni (ripetiamo 12 anni) di mortificazioni. Se a questo ipotetico scenario aggiungiamo gli immancabili “processi” sui giornali (“Il Catanzaro non sa più vincere”), allora capirete da soli in quale clima Braglia avrebbe preparato l’importante sfida di Sambenedetto del Tronto. Una partita che sulla carta i giallorossi possono anche perdere (e dovesse andare così non c’è da fare nessun dramma), ma se la cosa fosse avvenuta dopo un pari casalingo con L’Aquila…
Per fortuna il rigore di Biancone ha spazzato via tutte queste eventualità e per questo ci sentiamo d’affermare che la vittoria contro gli abruzzesi sia la più importante della stagione. Anche perché la sofferenza patita ha avuto l’effetto di caricare a mille la squadra. Diciamola tutta: di solito si finisce per perderle queste partite (come accaduto contro il Nardò nell’anno di Morgia). Il segnale positivo, invece, dimostra come questa stagione sia nata sotto auspici fortunati (il ripescaggio è la testimonianza più lampante).
Il nostro invito, però, è d’avere pazienza. Ci saranno sicuramente match stregati (remember Lanciano), dove la sconfitta o il pareggio saranno immeritati. Ma in un campionato lungo e stressante come la C1 non bisogna perdere di vista l’obiettivo prefissato: come tutti gli strateghi che si rispettino, Braglia ne ha uno pubblico (la salvezza) e uno privato che resta “segreto”. Per il primo mancano all’appello circa 14 punti (nella passata stagione per evitare i play out bastarono 36 punti), per il secondo aspettiamo maggio.

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Redazione

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