Tavola rotonda a Soverato: “Testimone di Giustizia”

Il 25 agosto prossimo, presso l’anfiteatro della villa comunale, su iniziativa di  CalabriaFutura –  Presente il procuratore Di Landro ad un anno dal suo attentato intimidatorio

Testimone di giustizia, oggi, in Calabria. Cosa significa, a quali rischi va incontro, in che rapporto si colloca con le istituzioni. Quali le garanzie che queste ultime possono offrire a chi denuncia atti estorsivi da parte di settori della criminalità organizzata. Quale funzione può svolgere la società civile a sostegno di questo istituto giuridico.

Saranno questi gli interrogativi e gli argomenti oggetto dell’incontro-dibattito, a ingresso libero, che si svolgerà giovedì 25 agosto, con inizio alle ore 21, presso l’anfiteatro sul Lungomare di Soverato. La manifestazione è promossa dall’associazione culturale CalabriaFutura con il patrocinio del Comune di Soverato, ed ha per tema: “La Calabria e la sua sete di giustizia: storie di vero coraggio”.

La fase preliminare prevede una prima parte occupata dai saluti del sindaco di Soverato, Leonardo Taverniti, e dall’introduzione del presidente di CalabriaFutura, Ilario Lazzaro. Ed una seconda in cui si darà spazio agli interventi istituzionali. Prenderanno la parola il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico; il procuratore generale della Repubblica di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro; il prefetto di Catanzaro, Antonio Reppucci; la presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro.

Seguirà una tavola rotonda, moderata dal giornalista Pietro Melia, alla quale prenderanno parte personalità direttamente impegnate nella lotta al racket, in particolare, ed alla criminalità organizzata, in generale. Metteranno la loro “esperienza a confronto”, il presidente della Commissione consiliare regionale contro la ‘ndrangheta, Salvatore Magarò; la presidente nazionale della Federazione antiracket italiana, Maria Teresa Morano; l’avvocato e autore del libro Tra l’incudine e il martello, inchiesta sui testimoni di giustizia, Angelo Greco; l’imprenditore nonché testimone di giustizia inserito nei programmi di protezione, Gaetano Saffioti; il fondatore della comunità “Progetto Sud”, don Giacomo Panizza. Trarrà le conclusioni il presidente della Giunta regionale della Calabria, Giuseppe Scopelliti.

Rassicurante ed improntato a fiducia ed ottimismo il sottotitolo che fa da filo conduttore all’intera serata: “Chi denuncia non è lasciato solo – La maglia protettiva delle istituzioni”. «Indubbiamente – sottolinea Ilario Lazzaro, presidente di CalabriaFutura – l’obiettivo di questa iniziativa è quello di trasmettere un forte messaggio di incoraggiamento alle forze dell’ordine e ai magistrati impegnati in prima fila contro la criminalità organizzata, ma anche di fiducia agli imprenditori, ai professionisti, ai commercianti, agli artigiani, nella convinzione che la “denuncia” sia l’unica via per non finire nella rete di una schiavitù atroce».

Affinché, tuttavia, si arrivi a questo «gesto di responsabilità collettiva» è necessario che si abbia piena consapevolezza «dello status di testimone di giustizia (Legge 45/2001), spesso confuso erroneamente, nella percezione della gente, con il collaboratore di giustizia». Scelta altamente simbolica, infine, la data del 25 agosto: giorno in cui, esattamente un anno fa, fu compiuto «il grave atto intimidatorio al procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Reggio Calabria, dott. Salvatore Di Landro, per il quale, in segno di solidarietà, si mobilitò l’intera Calabria, e a cui CalabraFutura, con questa coincidenza temporale, ha inteso ribadire la sua vicinanza».

Autore

Salvatore Ferragina

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