Rassegna stampa

Braglia: dobbiamo giocarcela partita dopo partita

da Il Quotidiano

CATANZARO ­ La sofferta vittoria ottenuta domenica scorsa contro L’Aquila rappresenta una nota di merito per i ragazzi del Catanzaro. Piero Braglia lo ripete, nel modo schietto che lo contraddistingue, anche a 24 ore di distanza dalla partita. E se gli chiedi cosa pensa del gioco della sua squadra, non proprio il migliore tra quanto visto finora, la risposta viene da sé. «Siamo stati troppo frenetici, abbiamo sbagliato troppi palloni per la voglia di strafare, di chiudere subito la partita. Ma quando vieni da tre partite vinte, credo sia normale accusare una pausa, sotto l’aspetto della lucidità. Quindi è giusto risaltare il carattere del Catanzaro, l’arma in più per vincere partite difficili come queste».
Una pausa che non toglie tranquillità al tecnico toscano. «Certo che sono tranquillo! Abbiamo vinto contro una squadra di qualità, ultima in classifica quanto si vuole, ma con giocatori che hanno disputato la partita dell’anno, lo posso garantire. Siamo secondi in classifica, e questo accontenta pure la gente».
Già, quella gente inguaribilmente fedele alle Aquile che da queste parti si esalta per niente e si deprime, a volte, nello stesso modo. Un ambiente ostico e dal palato fine, molto esigente, che tuttavia a volte incide negativamente sullo spogliatoio. «Ma se l’ambiente di Catanzaro non si è depresso dopo 12 campionati di C2, perché dovrebbe farlo ora?», sbotta Braglia in merito.
In fondo, l’avvio della stagione va oltre ogni premessa. «Nel momento in cui siamo andati in ritiro, non pensavamo di trovarci dove siamo adesso», aggiunge Braglia, soddisfatto per il travolgente cammino dei suoi in chiave salvezza, che resta sempre il primo obiettivo del Catanzaro.
E se arriva qualcos’altro? «Prendiamo tutto quello che viene, ma dobbiamo giocarcela partita dopo partita. Lo dico con tutta chiarezza: avremo altre difficoltà in futuro, e dobbiamo prepararci ad affrontarle con lo spirito giusto».
Spirito, o carattere, che ad Alfieri e compagni non manca, e che già a San Benedetto del Tronto verrà richiesto in massicce dosi. L’allenatore giudica positivamente il calcio di questa categoria, reso tale dalla presenza di formazioni e individualità da tenere d’occhio. In quest’ottica, l’avversario di domenica prossima è proprio tra quelli in possesso delle credenziali, del potenziale necessario a conquistare la promozione. «La Samb ha un buon organico, giocatori di serie A come Martusciello ed Esposito, ha la sua storia e un pubblico molto caldo, simile al nostro. Sarà dura, hanno tutto per metterci in difficoltà, ma noi andiamo a fare la nostra partita. Se vinciamo meglio, se perdiamo si torna a casa, ma senza alcun dramma».
Oggi pomeriggio, dopo la consueta sosta del lunedì, i giallorossi torneranno al “Ceravolo” per riprendere la preparazione. C’è da fare la solita conta con gli infortunati (Ascoli può recuperare, per Ciardiello, Corazzini e Ambrosino i tempi restano considerevoli), ma il gruppo sta bene e il morale non smette di crescere. Guardare con ottimismo la pur insidiosa trasferta marchigiana, quindi, non è da sognatori.

Il punto. Miglior attacco, Giorgio Corona solitario cannoniere del girone con undici centri (senza rigori, data la generosità dell’attaccante), media inglese fissa a zero. Il Catanzaro viaggia a vele spiegate. In casi del genere, l’abusata metafora sale in testa spontaneamente. Certo c’è la difesa che a volte balla un po’, ma non si può mica avere tutto in un colpo. Non si può nemmeno correre troppo in fretta, perché l’alta classifica gioca spesso brutti scherzi e conquistare la serie B costa altri sette mesi di sfide ad alta tensione. Meglio godersi il ruolo di matricola di lusso, proiettata ad un solo punto dalla vetta, una matricola ricca di storia che si ritrova in C1 a sorpresa, così come si era alzata in C2 dodici anni fa.
Una matricola che deve guardarsi attorno, pensare a far bene ma con un occhio alle altre. All’Acireale, ad esempio, molto più credibile della stessa Viterbese. Al Foggia, in netta risalita da qualche turno, al Benevento che stenta ma dalla rosa altisonante, alla Sambenedettese col calibro da A (c’è pure Tonino Criniti, tra gli altri), al Crotone ancora inesploso, ma inserito a tutti gli effetti tra i candidati più credibili per la vittoria finale.

Erba bruciata. Il terreno di gioco dello stadio catanzarese è il lontano parente di quel prato verde che, negli anni dorati della massima serie calcistica, era giudicato tra i migliori d’Italia. Spelacchiato, bruciato in molte zone, inesistente in altre. Di questo passo, nonostante gli sforzi della società per preservarlo quanto più possibile, una rizollatura del terreno appare necessaria per evitare di trovarsi coi piedi su un battuto buono per match di Terza categoria. Lo stadio comunale, da tempo, attende la gara d’appalto che avvierà la sua totale ristrutturazione.
Si spera che la burocrazia finisca il suo corso, prima che il prato del vecchio Militare si riduca ad un semplice campo.

Ivan Montesano

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