Intervistiamo

Coldiretti: troppa burocrazia sui finanziamenti

Un ritardo inaccettabile per i coltivatori calabresi

Almeno sei mesi occorrono per il rilascio delle informative richieste ai Prefetti da parte del Dipartimento Agricoltura necessarie alla liquidazione dei provvedimenti dei fondi comunitari 2007-13. Una situazione allarmante che ha portato il presidente della Coldiretti Calabria Pietro Molinaro a scrivere una documentata e propositiva lettera all’avv. Pegorari Direttore Arcea, organismo pagatore regionale, all’assessore, al direttore Generale del Dipartimento prof. Zimbalatti e al dott. Nicolai responsabile autorità di gestione del Psr. La missiva è stata inviata per conoscenza All’assessore on. Trematerra e tutti i Prefetti della Calabria. Dopo le lungaggini dell’istruttoria –si legge – le richieste di rilascio delle informative ai Prefetti sono trasmesse in contemporanea con la proposta di liquidazione. Le risposte, arrivano almeno dopo sei mesi. Un vero e proprio blocco autorizzativo-amministrativo, che unito alle difficoltà di accesso al credito, vanifica gli investimenti imprenditoriali, e consegna le imprese allo strozzinaggio sempre in agguato: Coldiretti suggerisce soluzioni in linea con la legge. Di cosa si tratta è presto detto! La sospensione del versamento delle erogazioni concesse ed autorizzate dal Dipartimento Agricoltura, non è accettabile perché, in sede di presentazione delle domande, viene acquisita la certificazione camerale, considerata dal legislatore, equiparata alla Certificazione della Prefettura se munita della dicitura di cui all’art. 9 del D.P.R n° 252/98, che attesta l’insussistenza delle cause di decadenza, divieto o sospensione. Invece siamo in presenza di procedura aggravata – prosegue la lettera – che si configura come duplicazione delle richieste, in netto contrasto con lo spirito di razionalizzazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi. In presenza dei ritardi denunciati, Coldiretti Calabria chiede di applicare la norma di cui al comma 2 dell’art.11 del DPR n° 252/98, che dispone “decorsi il termine di 45 giorni dalla ricezione della richiesta al Prefetto, le amministrazioni procedono anche in assenza delle informative, liquidando sotto condizione risolutiva e fatta salva la facoltà di revoca o di recesso, qualora siano accertate condizioni ostative e fattori relativi a tentativi di infiltrazione mafiose. Ma non basta! L’organizzazione in considerazione delle funzioni attribuite all’Autorità di Gestione in merito alla responsabilità, efficiente e alla corretta gestione e attuazione del programma, ritiene ingiustificata l’assenza di precisazioni dell’Arcea, sulla correttezza delle procedure applicate e dei controlli effettuati sulle operazioni selezionate per finanziamento. La Coldiretti non contesta la validità dell’informativa prefettizia antimafia, ma sottolinea che essa trova una giusta motivazione nel voler escludere la penetrazione delle organizzazioni mafiose nel mondo degli appalti ed e nella stipula di contratti da parte della Pubblica Amministrazione, ma per la fattispecie che solleva Coldiretti, si tratta di investimenti o concessioni di riferimento a misure del PSR, e non si prevedono procedure di affidamento pubblico, bensì interventi diretti finalizzati al miglioramento della redditività aziendale. Un appello infine Molinaro lo rivolge ai Prefetti, che possono fare molto e agire su tre fronti: velocizzare i tempi di rilascio delle informative, al Dipartimento ed Arcea; contribuire a fare attivare con effetto immediato la procedura di cui al comma 2 dell’art.11 del DPR 252/998; sollecitare le opportune integrazioni alle procedure per chiarire la piena equipollenza del certificato della Camera di commercio con “dicitura antimafia” rispetto all’informativa prefettizia La soluzione è a portata di mano conclude Molinaro – e le imprese non possono sicuramente attendere i tempi dilatati della Pubblica Amministrazione.

Autore

Salvatore Ferragina

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