Omicidio Nicola Duro; giovane rom confessa di aver sparato

Gli arrestati dell'omicidio Duro

Il giovane Antonio Passalacqua, 19 anni, accusato di essere stato l’esecutore materiale del delitto ha ammesso la sua responsabilità, confessando di essere stato lui a sparare contro Nicola Duro, idraulico incensurato di 26 anni, ucciso a Catanzaro lo scorso 17 giugno, davanti un bar di viale Isonzo, nella zona sud del capoluogo.

Passalacqua ha confermato di aver sparato cinque colpi di pistola contro la vittima, e di aver fatto poi sparire l’arma, gettandola in mare a Catanzaro Lido, all’altezza del lido “Malibù”. E’ successo oggi, nell’aula del giudice dell’udienza preliminare Tiziana Macri’, che sta celebrando i cinque giudizi abbreviati chiesti dagli imputati, mentre l’unico coimputato minorenne e’ stato gia’ giudicato e condannato a dodici anni di reclusione. Si tratta di Donato Passalacqua, 41 anni, ritenuto uno dei capi carismatici degli zingari di viale Isonzo, a Catanzaro, accusato di essere il mandante dell’omicidio Duro; sua moglie Ornella Bevilacqua, 38 anni; Antonio, figlio della coppia, che avrebbe sparato a Duro; Samuele Pezzano, 21 anni, che secondo l’accusa avrebbe accompagnato con l’auto e poi atteso il killer sul luogo in cui Duro e’ stato ucciso; e Domenico Romagnino, che assieme al minorenne M. P., avrebbe attirato la vittima sul luogo dell’agguato su precisa richiesta di Donato Passalacqua per una ricompensa di 600 euro. Secondo la pubblica accusa Nicola Duro e’ stato ucciso per una vendetta trasversale, ideata da una famiglia rom di Catanzaro, per lavare l’onta di una relazione extraconiugale della figlia, rimasta incinta di un minorenne con il quale avrebbe avuto una storia nonostante fosse sposata con un altro.

Autore

Salvatore Ferragina

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