Sciopero USB: sta male una lavoratrice, polemiche sui soccorsi

Terzo giorno di protesta  per i 7 lavoratori e dirigenti USB, che da lunedì mattina sono sospesi a circa 50 metri d’altezza, su una terrazza di Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale a Reggio Calabria.

I lavoratori, stanchi, sicuramente provati da tre giorni di sole africano, sono, tuttavia, determinati più che mai ad avanti.

Nel frattempo, questa mattina. quasi 200 lavoratori stanno partecipando sotto la stessa sede regionale, al sit-it organizzato da USB, sia per dare solidarietà e visibilità ai 7 sul tetto, sia per riportare la questione della Calabria e delle precari condizioni di lavoro nella nostra regione, al centro del dibattito politico.

Politica che, al pari delle istituzioni regionali, continua a brillare per la propria assenza; ma tutto questo non intacca assolutamente la concreta volontà degli occupanti, a proseguire la clamorosa protesta fino al pieno raggiungimento degli obiettivi preposti, che consistono nell’immediata apertura di un tavolo tecnico nazionale.

Questo è a nostro avviso possibile e la Giunta regionale può e deve attivarsi per realizzare ciò che ha vanamente promesso ai lavoratori da diversi mesi a questa parte.

Come era facilmente ipotizzabile, il caldo insopportabile d questi giorni, sta avendo le prime conseguenze sui lavoratori che da lunedì mattina sono sospesi a circa 50 metri di altezza per protestare contro il mancato rispetto degli impegni assunti dal Governatore Scopelliti e dai suoi Assessori, nei confronti di oltre 5.000 lavoratori Lsu-Lpu che da 15 anni aspettano inutilmente la tanto sospirata stabilizzazione.

Infatti l’unica donna tra i 7 protagonisti, si sta sentendo male,  è stata chiamata l’ambulanza, ma questa è stata fatta venire senza il medico a bordo. La lavoratrice, malgrado le condizioni precarie, si è rifiutata di scendere, così ad una seconda richiesta di far arrivare il medico, le forze dell’ordine hanno chiamato i Vigili del Fuoco con le scale.

La salute di una lavoratrice, costretta a proteste estreme per far valere i diritti suoi e di tutti i precari, sembra non importare nulla a chi dirige le operazioni.

Intanto la nostra dirigente sindacale, è stata soccorsa dai suoi compagni di avventura che stanno provando a praticarle la respirazione, a proteggerla dalla diretta esposizione del sole (per quanto possibile) e invocano a gran voce l’arrivo di un medico che verifichi le sue condizioni di salute.

Autore

Salvatore Ferragina

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