“Ai giovani uguali risorse per emergere”

Luigi Le Rose e Romano De Grazia affascinano la folta platea di “LeAli al Futuro”

Una sapiente analisi del disagio giovanile e dell’ integrazione scolastica da parte di un calabrese che li ha studiati direttamente per il Ministero dell’Istruzione; un’ accorata dissertazione su strumenti legislativi e fenomeno mafioso che ha strappato applausi a scena aperta. Al suo penultimo appuntamento, il quattordicesimo in otto mesi, il progetto interministeriale “LeAli al futuro” alza ancora il livello dei seminari, presentati e proposti dall’Istituto comprensivo “Vincenzo Vivaldi” di Catanzaro Lido.

Presso l’auditorium della scuola, divenuto ormai troppo piccolo per il numero dei corsisti ed la qualità degli ospiti, il dirigente scolastico Vitaliano Rotundo, affiancato per il Ministero della Giustizia dal dirigente degli Istituti minorili di Calabria e Basilicata Angelo Meli, ha presentato prima Luigi Le Rose, direttore regionale ANSAS (Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica) e soprattutto consigliere dell’onorevole Valentina Aprea, presidente della 7a Commissione Cultura della Camera dei Deputati.

“Trent’anni fa – ha esordito Le Rose – era la presenza in classe di un ragazzo handicappato a creare ‘apprensione’, oggi sono gli studenti stranieri oppure quelli con una famiglia in crisi. Tutti esprimono un bisogno che scuola e famiglia devono recepire e risolvere. In alcune scuole ci sono eccellenze, docenti qualificati e coscienziosi; ma è la capacità di relazionarsi con i ragazzi che aumenta il loro prestigio e non tutti gli insegnanti la possiedono.  C’è una profonda responsabilità formativa nel lavoro del docente, che deve cogliere la positiva vivacità culturale sprigionata dai ragazzi. Ci sono, tuttavia, possibili percorsi educativi che vanno praticati per evitare il disagio, perciò il migliore augurio che si possa fare ad un giovane è quello di essere sempre se stesso – ha concluso il dirigente del Miur . L’uguaglianza non è far essere o far avere a tutti le stesse cose; ma mettere tutti nelle uguali condizioni di dare il meglio di sé. Oggi abbiamo bisogno di modelli per essere, quelli per apparire sono già troppi, superando la dicotomia tra competenza e conoscenza: qualsiasi azienda  investe sulla persona non sul titolo di studio, sulle sue capacità reali”.

Il secondo momento formativo del pomeriggio è stato affidato a Romano De Grazia, magistrato, ex giudice della Corte Costituzionale e presidente del “Centro Studi Lazzati” di Lamezia Terme, da diciotto anni impegnato a far convertire in legge il “Ddl Lazzati” che vieta la propaganda elettorale ai soggetti sottoposti a misure preventive. Ogni sua affermazione, incisiva e stimolante, è stata una sferzata che ha attraversato l’uditorio, suscitando a volte sgomento a volte convinta approvazione, anche per la capacità di autocritica, comune del resto anche all’ospite che lo aveva preceduto. “Non vi fate turlupinare – ha detto – dai bravi parolai e dai professionisti dell’antimafia: se non si recide il legame tra malavita ed istituzioni, è inutile parlare di sviluppo. I giovani sono l’unica speranza di spezzare questa vergogna nazionale. Quelli della mia generazione – ha continuato – non sempre hanno dato modelli positivi”. La filippica di De Grazia non ha risparmiato nessuno, specificando senza mezzi termini che ai voti dei mafiosi hanno attinto uomini di destra come di sinistra.

Un personale contributo di esperienza l’ha portato anche lo stesso Meli, ricordando d’essere nell’ambiente penitenziario da trent’anni (avendone percorso la trafila, da agente di custodia ad altissimo dirigente degli istituti di rieducazione minorile). “C’è una leadership spontanea in tutti i posti dove si costituisce un gruppo di persone – ha spiegato – e quando osservavo i detenuti durante le ore d’aria, notavo che il leader stava al centro, semi-immobile. Ho potuto trarre delle deduzioni importanti: attorno al leader ruotavano terroristi e grossi delinquenti. Oggi  posso dire che il terrorismo è decaduto, la mafia no, perché non è l’ideologia che fa la forza ma è l’economia, il potere del denaro”.

A conclusione il dirigente scolastico Rotundo ha raccolto gli apprezzamenti convinti per l’attività del suo istituto e per lo stesso progetto, mentre si avviano già i preparativi per la XV sezione che chiude il seminario di formazione, prevista per il  giorno 27 giugno 2011, all’Istituto Vivaldi, con i rappresentanti dei due Ministeri.

 

Autore

Salvatore Ferragina

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