La tentata estorsione a Crotone ai danni della Impremed

Cominciano oggi gli interrogatori

Avevano chiesto 6000 euro, da versare in 3 rate, in occasione delle festività di Natale, Pasqua e Ferragosto, le 3 persone sottoposte a fermo, dalla squadra mobile di Catanzaro, per tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose ai danni di un’impresa di Catanzaro che aveva in gestione il servizio di lavanderia della clinica Sant’Anna Hospital di Crotone. Gli arrestati sono: Mario Megna, di 39 anni, Rocco De Vona, di 27 anni;  Giorgio Facciolli, di 44 anni, infermiere nella clinica. Per l’accusa tutti e 3 sono legati alla cosca Megna, della frazione Papanice, di Crotone. I particolari dell’operazione sono stati forniti dal procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dall’aggiunto Giuseppe Borrelli, dal questore di Catanzaro Vincenzo Roca e dal capo della squadra mobile, Rodolfo Ruperti. La prima richiesta estorsiva, per l’accusa, risale al 30 aprile scorso, quando un furgone della ditta Impred, società che si occupa di lavaggio e trasporto biancheria, è stato bloccato per strada. Nell’occasione, De Vona ha detto all’autista di riferire ai titolari della società che per continuare a lavorare, a Crotone, dovevano pagare 6000 euro. Successivamente il dipendente è stato avvicinato all’interno della clinica sia da Facciolli che da Megna che hanno ribadito la richiesta. Megna, successivamente, si è rivolto direttamente anche ai soci della Impremed, Vincenzo Bertucci e Maurizio Mottola di Amato, amministratore unico della società e marito del gip di Catanzaro, Abigail Mellace. Le indagini sono state avviate dalla squadra mobile, che teneva sotto controllo i movimenti della cosca Megna, che poi ha ha avuto conferma dei sospetti direttamente dagli imprenditori, che hanno collaborato. La denuncia dei titolari della ditta ha consentito un’accelerazione delle indagini, concluse con i fermi, disposti dalla Dda, per il pericolo di fuga degli indagati. Facciolli, imparentato con un esponente della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto, avrebbe avuto un ruolo centrale, segnalando al clan il fatturato della Impremed, allo scopo di giungere ad una richiesta di pagamento proporzionata agli introiti. Al momento del fermo l’uomo ha tentato la fuga da una finestra di casa dopo avere buttato una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa e 12 cartucce.

Oggi davanti al Gip di Crotone inizieranno gli interrogatori dei tre arrestati per ricostruire la vicenda e le dinamiche che hanno portato ai tre arresti.


Autore

Salvatore Ferragina

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