Intervistiamo

Tutto sui referendum del 12 e del 13 giugno

Quesito per quesito cosa succede votando SI o NO, quando si vota e come si vota

Sono quattro i quesiti dei referendum abrogativi del 12 e 13 giugno 2011: scopriamone tutti i dettagli per compiere una scelta consapevole.

I cittadini italiani saranno chiamati domenica 12 e lunedì 13 giugno 2011 al voto per esprimersi su quattro referendum popolari abrogativi di disposizioni di leggi statali. Inizialmente si pensava che questi venissero accorpati al primo o al secondo turno delle elezioni amministrative, tuttavia il Ministro degli Interni, Roberto Maroni, ha optato per dividere le due consultazioni «secondo una tradizione italiana che ha sempre distinto le due date».

 

REFERENDUM: DI COSA SI TRATTA? – Innanzitutto è bene spiegare cosa si intende con questa operazione di voto: si tratta di uno strumento di democrazia diretta che consente agli elettori di esprimere, senza avvalersi di intermediari – ecco perché “strumento diretto” – il proprio parere circa il tema oggetto di discussione.

 

COS’E’ UN REFERENDUM ABROGATIVO – Le tipologie di referendum previste dalla nostra Costituzione  sono tre: abrogativo, territoriale e costituzionale.

  • Normalmente i referendum italiani sono stati di tipo abrogativo, previsti dall’articolo 75 della Costituzione, e cioè volti a chiedere il parere dei cittadini circa la loro volontà di eliminare una legge esistente e toglierla quindi dall’ordinamento.
  • La cosa da tenere sempre presente e spesso fonte di numerosi dubbi ed incomprensioni è che, trattandosi di referendum abrogativi – dove si chiede se si vuole eliminare una legge o norma esistente – qualora si voglia dire NO alla permanenza di una di queste leggi, occorre votare Sì. Sembra incoerente ma è proprio così.
  • Per comprendere meglio il meccanismo è sufficiente ricordarsi di leggere l’inizio dei quesiti “Volete voi che sia abrogato […]”; chi vuole che sia abrogato (e cioè  chi è contrario alle disposizione vigenti) voterà Sì.  Chi non vuole  invece l’eliminazione della norma, sceglierà NO.
  • Affinché i referendum abrogativi abbiano effetto occorre che la percentuale dei votanti raggiunga il quorum, ossia il 50% più uno degli aventi diritto di voto; ricordiamo che il quorum viene calcolato singolarmente per ciascun quesito.

 

I QUATTRO QUESITI – I cittadini italiani saranno chiamati ad esprimere il proprio parere su quattro differenti quesiti:

  • Referendum popolare n. 1 – Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica (Abrogazione).
  • Referendum popolare n. 2 – Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito (Abrogazione parziale di norma).
  • Referendum popolare n. 3 – Nuove centrali per la produzione di energia nucleare (Abrogazione parziale di norme).
  • Referendum popolare n. 4 – Abrogazione di norme della Legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.

 

PRIMO QUESITO – Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica (Abrogazione):

  • “Volete voi che sia abrogato l’art. 23-bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 recante «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria», convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall’art. 30, comma 26, della legge 23 luglio 2009, n. 99, recante «Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia», e dall’art. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante «Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea», convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2009, n. 166, nel testo risultante a seguito della sentenza n. 325 del 2010 della Corte costituzionale?”

 

LE POSIZIONI DEL Sì E DEL NO – In sostanza con questo quesito si chiede ai cittadini se si vuole la privatizzazione dell’acqua pubblica e le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.

  • Voterà Sì chi è contrario alla privatizzazione dell’acqua e contro la gestione dei servizi idrici da parte dei privati.
  • Voterà NO chi è a favore della legislazione attuale.

 

SECONDO QUESITO – Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito (Abrogazione parziale di norma):

  • “Volete voi che sia abrogato il comma 1 dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante «Norme in materia ambientale», limitatamente alla seguente parte: «dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito»?

 

LE POSIZIONI DEL Sì E DEL NO – Anche in questo quesito si fa riferimento alla privatizzazione dell’acqua pubblica, con riguardo alla determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito.

  • Voterà Sì chi è contro la norma che permette il profitto d’impresa nell’erogazione dell’acqua potabile.
  • Voterà NO chi è a favore della legislazione attuale che ammette tale guadagno d’impresa.

 

TERZO QUESITO – Nuove centrali per la produzione di energia nucleare (Abrogazione parziale di norme):

  • “Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?”

 

SPECIFICHE SUL TERZO QUESITO – La normativa sulla ripresa del programma nucleare in Italia è contenuta nella legge n. 99/2009 e nel decreto legislativo n. 31/2010.

  • Nel mese di marzo, durante la campagna referendaria ed a seguito del disastro nucleare di Fukushima in Giappone, il governo ha emanato il decreto legge n. 34/2011 dove viene inserita una moratoria, cioè una sospensione, di un anno, sull’avvio del programma nucleare.
  • Ad aprile, tramite un emendamento al decreto Omnibus del 2011, il governo Berlusconi ha chiesto di modificare la normativa vigente, oggetto anche del terzo quesito referendario.
  • L’emendamento, oltre ad abrogare alcune disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari, concede al governo la possibilità di tornare sulla questione dell’energia nucleare in Italia dopo aver acquisito: “nuove evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza, tenendo conto dello sviluppo tecnologico e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea”.
  • L’intento del governo è stato quello di far saltare il referendum sul nucleare impedendo che la volontà popolare potesse essere influenzata dagli avvenimenti in Giappone; è stato lo stesso Berlusconi a dichiarare: «Se fossimo andati oggi a quel referendum, il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire. Abbiamo introdotto questa moratoria responsabilmente, per far sì che dopo un anno o due si possa tornare a discuterne con un’opinione pubblica consapevole. Siamo convinti che il nucleare sia un destino ineluttabile».
  • C’è un’ultima precisazione da fare: la moratoria contenuta nel decreto Omnibus non è un’abrogazione per via parlamentare, pertanto si dovrà pronunciare la Corte di Cassazione stabilendo se l’abrogazione tramite emendamento del governo sia sufficiente a soddisfare l’obiettivo dei promotori del referendum.
  • In sostanza, entro il 30 maggio si dovrebbe sapere se gli italiani dovranno votare anche sul tema del nucleare o se il quesito verrà tolto; l’opzione prevalente sembra essere la possibilità che si voti ugualmente.

 

LE POSIZIONI DEL Sì E DEL NO – E’ il quesito più lungo, articolato e discusso tra i quattro presentati.

  • Voterà Sì chi è contro la costruzione delle Centrali Nucleari in Italia.
  • Voterà NO chi è a favore della legislazione attuale che prevede un piano per il nucleare.

 

QUARTO QUESITO – Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale:

  • “Volete voi che siano abrogati l’art. 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, e l’art. 2 della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante «Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza», quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 13-25 gennaio 2011 della Corte costituzionale?”

 

LE POSIZIONI DEL Sì E DEL NO – Sarà il quesito che avrà maggiore rilevanza e ripercussioni in ambito politico:

  • Voterà Sì chi è contrario al principio per il quale il Presidente del Consiglio o i Ministri abbiano la possibilità, onde siano presenti i requisiti specifici, di non comparire in tribunale nei processi che li riguardano.
  • Voterà NO chi è a favore della legislazione attuale che prevede il legittimo impedimento dei due organi sopra menzionati verso il sistema giudiziario.

 

QUANDO, DOVE E COME VOTARE – Le votazioni avverranno nei seggi elettorali domenica 12 giugno dalle ore 8.00 alle ore 22.00 e lunedì 13 giugno dalle ore 7.00 alle ore 15.00.

  • Il cittadino dovrà esibire un documento di riconoscimento valido (carta di identità, patente o passaporto) e la tessera elettorale.
  • A ciascun cittadino verranno consegnate quattro schede di colore diverso, ognuna delle quali presenterà un singolo quesito.
  • Si ha diritto di esprimere la propria preferenza tracciando una “X” sopra il riquadro corrispondente alla scelta presa: “Sì” o “NO”.

 

ITALIANI RESIDENTI ALL’ESTERO – Un decreto legge presentato dal sottosegretario all’Interno, Michelino Davico, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, prevede che i cittadini che vorranno recarsi al voto utilizzando l’aereo riceveranno un rimborso pari al 40% del biglietto di andata e ritorno.

  • Va precisato che l’importo massimo rimborsabile non potrà essere superiore ai 40 euro per il viaggio di andata e di ritorno per ogni singolo elettore.
  • Al check-in ed all’imbarco sarà necessario presentare la propria tessera elettorale.

 

SCONTI TRENITALIA – Per agevolare il ritorno al proprio comune di residenza di lavoratori e studenti fuorisede, Trenitalia ha predisposto alcuni sconti:

  • Basterà esibire, al momento dell’acquisto del biglietto, un documento di identità e la tessera elettorale per avere diritto ad uno sconto del 60% sul biglietto di andata e ritorno in tutto il territorio nazionale ed internazionale.
  • Lo sconto si applica dal 3 al 12 giugno per i biglietti d’andata e dal 12 al 23 giugno per quelli di ritorno.
  • La permanenza massima potrà essere di 20 giorni.
  • Durante il viaggio di ritorno bisognerà esibire il timbro elettorale apposto sulla tessera al fine di certificare l’avvenuto voto ai referendum.

 

RICORDIAMOLO ANCORA – Ricordiamo ancora, essendo di facile confusione, che trattandosi di referendum abrogativi:

  • Voterà Sì chi è favorevole all’abrogazione della norma e quindi chi non è d’accordo con quanto è attualmente in vigore.
  • Voterà NO chi è contrario all’abrogazione della norma e quindi chi vuole mantenere inalterato l’ordinamento attuale.

(cronacamilano.it-Matteo Torti)

    Autore

    Salvatore Ferragina

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