La Striscia

I debiti del BarÇatanzaro

Quanto serve realmente per comprare l’Effeccì e quali sono i crediti vantati dagli eroi del Flaminio

Tra pochi giorni sapremo se il calcio a Catanzaro avrà un futuro. Se ripartirà dalle ceneri dell’Effeci che lascerebbe in dote un titolo sportivo di una categoria professionistica. Oppure se ci s’inventerà un’altra strategia, ricominciando da una categoria dilettantistica, pronti a sfidare gli amici dell’Isola Capo Rizzuto, freschi vincitori dei play-off di Eccellenza, o magari, scendendo ancor più giù, squadrette locali come il Pontegrande, la Kennedy e la Pro Catanzaro.

Euro più euro meno, per rilanciare e salvare il calcio nel capoluogo della regione e “regalargli” almeno una categoria professionistica, servono circa 600 mila euro. Il calcolo è facile: 694 mila euro sono i debiti verso tesserati e 300 mila euro gli oneri fiscali e previdenziali. In tutto 994 mila euro. Se da questi detraiamo 300 mila euro di fidejussioni depositate, 150 mila euro per il minutaggio degli under e 10 mila euro per i diritti televisivi, aggiungendo i 75 mila euro per l’acquisto in tribunale del ramo d’azienda, il costo dell’operazione è di 609 mila euro, salvo piccoli arrotondamenti.

Questa è la cifra necessaria per poter andare in FIGC e trattare “quanto metti tu e quanto metto io”.

Non vogliamo infierire su chi ha contribuito all’affossamento di una società che a giugno dello scorso anno – come comunicò l’ex presidente del Collegio dei Revisori Muraca ai partecipanti di uno dei famosi tavoli primaverili – aveva un passivo di “soli” 2,2 milioni di euro. Ma spulciando tra le carte – peraltro di dominio pubblico – del difficile lavoro portato avanti dal curatore fallimentare Nardo e dai suoi collaboratori, dopo aver visto le cifre richieste dai tesserati, viene da chiedersi se il Catanzaro avesse come presidente Moratti o Berlusconi oppure gli amministratori che a turno hanno giocato a fare i presidenti. E se l’Effeccì di Auteri faceva la C2 o la serie cadetta.

Bisogna dare atto al curatore e ai suoi collaboratori che il “taglio” di alcuni compensi ritenuti esagerati – e compiuti con contratti integrativi a pochi giorni dalla fine del campionato scorso -potrà rendere l’operazione d’acquisto del Catanzaro Calcio un po’ più semplice.

E allora vediamoli alcuni dei casi più eclatanti, in modo che i lettori possano farsi una loro opinione. Noi restiamo basiti se si pensa che parliamo di compensi annuali lordi, presupponendo che il resto fosse stato saldato altrimenti non saremmo stati iscritti a nessun campionato. 

Gianni Di Meglio, il difensore che nei suoi anni di permanenza a Catanzaro fra guai fisici e scarsa forma è rimasto più in tribuna che in campo, aveva un contratto niente male: 140 mila euro, “tagliati” adesso dal curatore di circa 100 mila euro.

Ciccio Corapi, che prima di arrivare a Catanzaro dal Benevento girovagava fra Sapri e Vibonese, presentava un saldo di 110 mila euro. Anche per lui il curatore ha sfrondato circa 50 mila euro.

Ci sono pure alcuni calciatori che i tifosi giallorossi ricordano per la grande prestazione fornita durante il play off d’andata a Roma contro la Cisco.

Bruno, prelevato dalla gloriosa Valdisangro, aveva trovato la sua America con ben 83 mila euro, diventati grazie alla mannaia di Nardo 25 mila euro. Di Maio, che sta ancora cercando Ciofani, passa da 51 mila euro a 20 mila. Più “umani” i compensi reclamati di Benincasa (da 46 mila a 20 mila) e Di Cuonzo (da 27 mila a 9 mila).

A capitan Gimmelli, altro artefice della splendida sfida del Flaminio, sono stati riconosciuti “soli” 23 mila euro a fronte di 25 mila richiesti. Probabile che avesse già incassato una parte dei compensi non riconosciuti dal curatore Nardo, così come Montella, l’attaccante prelevato dal Barcellona (Pozzo di Gotto, però), il quale addirittura è in debito nei confronti della società fallita di circa 75 mila euro.

Per finire c’è da segnalare che il Barcellona…ops…il Catanzaro in C2 si permetteva anche il lusso di avere sotto contratto un allenatore in seconda, Gianni Improta, per la modica cifra di 82 mila euro. Il debito accertato per il baronetto di Posillipo, , è di circa 22 mila euro.

Infine sono stati riconosciuti nell’elenco i crediti dei giovani della Berretti che hanno giocato in questa stagione al minimo contrattuale previsto che è di 15 mila euro.

Nell’elenco ci sono anche gli altri tesserati della stagione di Auteri, ma crediamo che questi dati possano bastare per capire che non siamo di fronte a un fallimento. Trattasi ancora una volta di omicidio.

SF

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elaborazione grafica di Francesco Panza

Autore

Salvatore Ferragina

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