Dalla Redazione

Calcio&Politica: blob elettorale in giallorosso

Tutto quello che ci hanno raccontato i candidati alle Comunali in queste settimane a proposito del Catanzaro

«In cinque anni torneremo grandi!». È questa una delle promesse ricorrenti che abbiamo incontrato più volte attraverso gli ultimi 15 anni di calcio e politica a Catanzaro. Ma anche questa campagna elettorale ci ha regalato qualche perla. Riportare i giallorossi ai fasti di un tempo, il Catanzaro simbolo della città, il Catanzaro volano dell’economia del quartiere Stadio e della città, rivedere il Catanzaro nelle categorie che merita, i tempi del presidentissimo Ceravolo. Luoghi comuni usati e abusati, mentre l’FC agonizza nelle aule del tribunale. Vediamo dunque brevemente cosa ci hanno promesso stavolta i candidati dei tre colli in vista delle Comunali di dopodomani.

Partiamo dagli aspiranti sindaci. Di Aroma, Fioresta, Argirò e Ciambrone non risultano dichiarazioni sull’argomento Catanzaro. Chissà se per scelta o perché non avevano niente da dire. In ogni caso, meglio così. Luciano Celia, candidato del movimento “Fratelli d’Italia”, non poteva esimersi visti i suoi trascorsi da calciatore tra le file dell’US negli anni ’70. Figlio di Otello, uno dei fondatori del Catanzaro Club, Celia ha auspicato non solo il rilancio del Catanzaro Calcio, ma ha espresso addirittura il sogno di «riportarlo a essere l’orgoglio della Calabria». Non ci riuscirà anche perché non spetterebbe certo a un eventuale sindaco.

Per la poltrona di Olivo, però, sono due i candidati realmente in corsa, intervistati sulla “questione giallorossa” dalCatanzaro Club, sempre a suo agio nel ruolo di mediatore in quella zona grigia tra società di calcio e politica. Il primo è Michele Traversa, politico di lungo corso del centrodestra, costretto già più volte a occuparsi del pallone, a partire dall’assegnazione, insieme a Olivo, del Lodo Petrucci a Pittelli. A inizio campagna dichiara: «Già dai primi giorni saremo impegnati per dare una positiva soluzione alla vicenda Catanzaro Calcio. Sto già lavorando per dare a questa città una società degna della sua storia calcistica». Del resto nel suo programma si parla chiaramente di «rilancio improntato ad una chiara e seria matrice imprenditoriale», grazie anche alla promessa «di realizzare lo stadio “multifunzionale”, aperto sette giorni su sette». Secondo il suo ex nemico e ora alleato Mimmo Tallini, il pallone sarebbe «tra i primi punti, se non al primo, del suo programma di rinascita della Città». Speriamo che i cittadini, afflitti dai problemi di tutti di giorni, non se ne accorgano. Tenero sulla Tribuna Gianna («è stato l’estremo tentativo di impedire la scomparsa del Catanzaro. Le si imputano responsabilità forse eccessive»), Traversa è sicuro dei suoi rapporti con gli imprenditori: «Sto lavorando da tempo in questa direzione e ho più contatti». È fatta, insomma. Certo la data del 31 maggio è vicina: tocca sbrigarsi.

Il secondo candidato è Salvatore Scalzo, volto nuovo del centrosinistra cittadino e nazionale. La sua “campagna giallorossa” era partita bene. Poche parole, ma chiare: «Il Catanzaro è un argomento che sta a cuore a tutti. Vorrei però che questo non fosse un argomento di speculazione elettorale, soprattutto perché tutti gli sport a Catanzaro meritano che ci sia una classe dirigente in grado di ascoltarne le richieste». Addirittura nel suo programma, punto 43, rifuggiva dalle promesse dichiarando che «occorrerà avere il coraggio di azzerare una situazione ventennale di debiti e bugie. Nel nostro modello di città sono gli imprenditori privati coloro che dovranno far rivivere i fasti dell’US Catanzaro». Punto. Benissimo. Anzi no. Perché poi, col prosieguo della campagna, Scalzo si è lasciato trascinare nella battaglia dialettica. Negativo il giudizio sulla Tribuna Gianna: «Non doveva essere erogato nessun contributo. Mi sento di condannare tutte le istituzioni. Quando vedo troppa politica in certi interventi temo che vi siano delle speculazioni». Ecco, allora perché parlare a lungo del Catanzaro e fare delle promesse? «Il fatto che io abbia inserito nel manifesto i colori della mia città e della mia squadra del cuore la dice lunga sulla mia passione e sulla mia grande voglia di star vicino al Catanzaro calcio. Prometto: impegno, impegno ed ancora impegno!». O ancora: «Ho avuto qualche approccio, ma mi sono riservato di intervenire pesantemente in questi giorni con l’imprenditoria locale». Peccato.

Fin qui gli aspiranti sindaci. Ma intorno è tutto uno sgomitare. Detto dell’onnipresente Tallini, lo schieramento di centrodestra è stato il più loquace sull’argomento Catanzaro. Qualche esempio. Alfonso Ciacci ha più volte proposto un piccolo contributo economico da parte dei candidati per permettere all’Effeccì di terminare il campionato: «Un segnale di amore verso una squadra che, pur fallita, porta il nome della città», naturalmente «al di là dei colori politici e della propaganda elettorale di questo periodo». Meno male che il contributo non è servito, altrimenti c’era da star freschi. Maurizio Cosimo Caridi, invece, legatissimo all’ex presidente dell’US Parente, guarda al futuro auspicando «un’azione di governo decisa, come ha fatto intendere l’On. Traversa che ha inserito la nostra gloriosa squadra di calcio tra le sue priorità. Il Catanzaro e quel sentimento che rappresenta non è solo occasione di marketing sportivo, ma è lo spot più bello per far sì che i nostri ragazzi si appassionino alla disciplina sport, ed al calcio in particolare». Un sentimento nobile, quello di Caridi, amministratore unico della Medical Sport Center, presidente di Vivere Insieme Onlus e della ASD AIVIO, brillante società di calcio giovanile del Corvo che ha colori, logo e parte del materiale tecnico che ricordano proprio l’amatissimo US Catanzaro.

Per coerenza e storia personale non poteva che essere centrata sui giallorossi anche la campagna elettorale di Andrea Amendola, da tempo guida degli Ultras Catanzaro. Qualche video in rete ci ricorda la passione di una vita e la sua lunga militanza. Poi poche e semplici parole nell’immediata vigilia del voto, dopo che alcuni manifesti a suo sostegno sono apparsi ieri per le strade di Roma: «Il gesto è voluto per ricordare alla comunità catanzarese che si trova a Roma e che scenderà nel capoluogo calabrese domenica in occasione delle elezioni di apporre la loro preferenza su chi ha portato in alto il nome della nostra città e reso orgogliosi di essere catanzaresi, gli Ultras Catanzaro nella persona di Andrea Amendola. Chi non vota Amendola non ama Catanzaro». Forse per fare politica serve qualcosa in più.

Chiudiamo la panoramica con Giovanni Scozzafava, candidato invece a sostegno di Scalzo. Autore di una campagna di comunicazione molto creativa, centrata unicamente sull’utilizzo dei social media. Tra i suoi 30 punti del programma (illustrati anche con simpatici banner-manifesti), c’è anche il pallone. «Non esiste una ricetta certa su come poter risollevare le sorti sportive del mitico Catanzaro, ma ciò che dovrà essere certificato è che mai più nessuna giunta comunale dovrà sborsare un solo euro per mantenere in vita il calcio professionistico della città. Non è un segreto che la giunta Olivo abbia immesso nelle casse societarie qualche milione di euro per favorire la sopravvivenza, con i risultati che tutti conosciamo; questi soldi, è ovvio, sarebbero potuti servire per diversi piccoli progetti per lo sviluppo sportivo e sociale della intera città. Il federalismo fiscale, è noto, condizionerà gravemente la disponibilità economica delle casse comunali, come mai si potrebbe ancora pensare di sovvenzionare progetti estremamente esosi e così fallimentari?».

Ivan Pugliese

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