La telefonata

Giulianova – Catanzaro e dintorni, ironico racconto di Antonio Ciampa

La Telefonata

 

Vi
racconto la storia semiseria di uno sfortunato tifoso giallorosso.

Questa
storia iniziò qualche giorno addietro con il nostro protagonista che, tempo
orsono, guardando il calendario del campionato di C1, riflettendo decise che il
primo week-end di Novembre sarebbe stato il periodo adatto per accontentare la
moglie che, sia pur senza infierire, da qualche tempo chiedeva di poter andare
insieme a lui a passare un po’ di giorni nella propria terra natia circondata
dall’affetto e dal calore (per modo di dire, vista la temperatura siberiana che
solitamente aleggia su quei luoghi) dei propri cari in quel di Potenza
(Basilicata – Italia, per i tanti che non lo sapessero).

Il
nostro, predisposto l’animo e la mente alla bisogna, appunto perché il suo
altro, eterno, amore giallorosso, una volta tanto gli avrebbe consentito di
passare una domenica senza pranzi ingollati in orari improbabili per la
necessità di dover correre allo stadio o segregazioni quasi mistiche in insonorizzate
stanze al fine di ascoltare la partita con la vecchia ma affidabilissima
radiolina incollata all’orecchio, finalmente decise di accondiscendere alla
muliebre richiesta.

In
definitiva, ponderò il tapino, una volta tanto approfitterò del posticipo
televisivo cui sono impegnati i giallorossi per passare un tranquillo fine
settimana disintossicante tentando di pensare a tutto tranne che alle aquile.

Ma,
si sa, non tutte le ciambelle riescono col buco e non immaginava, il derelitto,
che il destino gli avrebbe teso un agguato ed incipiente sarebbe stata la
sventura che infatti si palesò sotto forma di Telefonata assassina durante il
tragitto Calabro-Lucano: Caro Antonio (il nome è chiaramente di fantasia…), -gli
fu chiesto dal cortese e sadicamente mellifluo interlocutore-, mi domandavo se tu
potessi raccontare, per gli utenti del sito internet giallorosso, l’attesa che
si vive per il primo posticipo televisivo nella storia del Catanzaro formato
trasferta.

Inevitabilmente
tutti i buoni propositi fatti dal nostro campione, quasi come investiti da un
treno lanciato a velocità folle, si disintegrarono all’istante.

Anche
per questo week-end infatti, causa la Telefonata appena giunta, i pensieri
maestri sarebbero stati fatalmente monopolizzati da un Toledo qualsiasi che,
porca miseria, quest’anno non aveva ancora reso al meglio o da un accidenti di
Corona che chissà per quanto ancora avrebbe continuato a mantenere il ritmo di
un gol a partita.

C’è
di peggio, direte voi, ed invece no, non immaginate cosa abbia voluto dire, per
il nostro eroe, presenziare a pranzi e cene con parenti che non si vedevano da
tempo avendo in testa altri pensieri, non poche volte, infatti, a domande anche
banali del tipo: ma come va la vita giù in Calabria? Il nostro rispose: bene, sempre
che Re Giorgio continui a segnare con questo ritmo, con ciò provocando
incredibili sbigottimenti nell’interlocutore assolutamente persuaso che chi gli
stava di fronte era irrimediabilmente perduto e pronto per la camicia di forza.

In
ogni modo, sia pur tra enormi difficoltà, finalmente terminato il week-end
irrimediabilmente condizionato dalla Telefonata, giunse per il nostro
protagonista il momento di rimettersi in cammino verso la Terra Promessa, non
senza l’accompagnamento di qualche sguardo in tralice del parentado della
consorte non del tutto rabbonito dalle rassicurazioni di costei che quello a
cui dovettero assistere, per buona parte del fine settimana, altro non furono
che improvvisi episodi di rincretinimento dovuti non all’imminente senilità,
bensì alla naturale asprezza del clima di quei luoghi che inevitabilmente
ebbero ad intorpidire il pensiero dello sfortunato compagno. 

Giunti
all’Eldorado Calabro, toccò però, all’intrepido eroe, affrontare un’altra
prova, forse ancor più dura: il lunedì mattina in ufficio!

Ora,
non credo che esista sadismo più raffinato di quello che involontariamente usò
il collega allorquando se ne uscì con frasi del tipo: ma ieri il Catanzaro come
mai non ha giocato? Oppure: ieri ho passato una bellissima giornata in famiglia
senza la partita del Catanzaro a rompermi le scatole!

A
quel punto, crollate definitivamente tutte le barriere inibitorie, già
abbondantemente lesionate, il disgraziato protagonista prima scoppiò in un
pianto dirotto, in cui tra un singhiozzo e l’altro si udì qualche biascichio di
frase del tipo “non ne posso più, ma cosa campate a fare, lasciatemi solo” e
via di questo passo per poi, ineluttabilmente, scatenarsi in un incontrollabile
raptus di follia omicida con inevitabile corollario di assalti alla giugulare
del malcapitato e maledettamente ingenuo collega, tramortito dalla paura alla
vista degli occhi iniettati di sangue del  mite amico trasformatosi in un potenziale, devastato, assassino.

Comunque,
sedato l’ormai relitto umano con dosi pachidermiche di Roipnol e superate ulteriori
avversità rappresentate dallo snervante e lentissimo trascorrere del tempo,
arrivò il momento del tanto agognato match che il nostro disputò (e sì cari
lettori, di vera disputa agonistica si trattò, viste le condizioni in cui ne venne
fuori..) in compagnia di pochi amici veri seduti al fianco (con messa al bando
di tutti coloro che erano in semplice odore di menar gramo) ed in collegamento
telefonico con altre succursali del tifo giallorosso sfogando le proprie ansie
e le proprie paure su un mastodontico piatto di bucatini alla matriciana che
lasciarono un indelebile ricordo nell’anima e sulla camicia.

La
Storia, come tutti sapete, finì bene, anzi benissimo, solo una cosa preme dire:
il vostro cronista, per il prossimo posticipo televisivo, ha già prenotato un
appartamento con vista Terra, ma fornito di TV satellitare, in un ameno posto
non a tutti noto, pare che i nostri antichi padri la chiamassero Selene,
laddove sembra inoltre che i cellulari non prendano…

 

Antonio
Ciampa

 

 

 

Autore

Redazione

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