Ciambrone e i manifesti selvaggi

Leggo con piacere la nota diffusa dall’associazione culturale “Cara Catanzaro” e, permettetemi, anche con un po’ di orgoglio. Non sarà sfuggito ai cittadini catanzaresi, infatti, che sono stato proprio io ad invitare le altre forze politiche, impegnate nella presente campagna elettorale, di evitare di imbrattare la Città con affissioni selvagge.

Evidentemente la forza del mio messaggio, carico di decisi contenuti ambientalisti ed uniformato ad un senso civico che dovrebbe essere patrimonio culturale inscindibile in chi si propone per il governo della Città, ha colpito nel segno e le parole di “Cara Catanzaro,” ma anche di altre associazioni che privatamente mi hanno espresso il loro appoggio, dimostrano che la cittadinanza ha una sensibilità verso questi temi che, evidentemente, è sconosciuta a quei candidati che pensano ancora di poter disporre a proprio piacimento dei muri e di qualsiasi altra superficie.

Anche io ho osservato le operazioni di rimozione e di copertura di alcuni manifesti, ad esempio questa mattina alla fermata del pullman sita nelle vicinanza del “Centro Le Botteghe”, e, poiché so che gli incaricati di Catanzaro Servizi – nel caso specifico ho contato due operatori di detta Società assieme ad due appartenenti al Corpo di Polizia Municipale – fotografano lo stato dei luoghi prima e dopo l’intervento effettuato, mi chiedo se i costi sopportati verranno addebitati al personaggio politico autore dell’affissione abusiva, oppure se di tali costi dovrà farsene carico la cittadinanza.

Su questo argomento dei manifesti elettorali, dei loro costi di affissione e sul malcostume di imbrattare la città, ho assunto una posizione coraggiosa della quale non mi pento. Ho deciso, infatti, di non affiggere alcun manifesto, rinunciando di utilizzare gli spazi che per legge mi sono riservati, devolvendo in beneficenza il relativo importo, convinto che sia più necessario, in questi tempi in cui la crisi economica infoltisce sempre più la già numerosa schiera dei bisognosi, assicurare un pasto caldo a chi non può permetterselo piuttosto che prendere parte alla battaglia del manifesto.

E’ il tempo che anche la politica locale cambi il proprio atteggiamento, che si faccia carico in maniera convinta dei tempi difficili in cui viviamo e, eticamente, anziché annunciare faraonici quanto irrealizzabili progetti di una Città dal “libro dei sogni” si concentri di più sulle necessità che assillano giornalmente una cittadinanza che ha bisogno di vivere in una Città solidale, aperta, con servizi efficienti ed a costo contenuto, che non sia costretta ad aumentare le tasse per sostenere le manie di grandezza di qualche amministratore sprovveduto.

 

Autore

Salvatore Ferragina

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