Intervistiamo

L’USB critico verso la Regione per i tagli alla scuola

Mentre l’assessore regionale Caligiuri cerca di sciogliere il nodo amletiano “federalismo sì federalismo no”, nel dubbio taglia i fondi alla scuola. E lui e il Direttore Generale dell’USR Mercurio, sembrano anche soddisfatti. Così dopo il “piano di rientro sanitario” che sta sgretolando la sanità pubblica in Calabria, ecco il piano di smantellamento della scuola pubblica statale. Questo il senso del Piano di dimensionamento regionale presentato nei giorni scorsi dall’Assessore, dove si annunciano con estrema disinvoltura chiusure di scuole e tagli al personale e dove si fa riferimento al federalismo scolastico, ritenendolo una sfida, “perché potrà servire a ridurre il divario oppure per allargarlo, dipende da come il sistema si saprà porre”. Tutto ciò viene dichiarato senza tenere in nessun conto lo studio fatto dalla Fondazione Agnelli e tanto caro allo stesso Caligiuri, studio che evidenzia a chiare lettere che, in uno scenario federalista, il taglio complessivo dei docenti sarebbe del 12,9%, pari a 96.000 docenti in meno, con una contrazione maggioreal Sud, dove si raggiungerebbero punte comprese fra il 22 e il 24 % in Calabria e Sicilia; in totale ci sarebbero oltre 60.000 docenti in meno solo al Sud.  Un bel quadro non c’è che dire. Un taglio del personale del 22% nella nostra regione, ma l’assessore si dichiara soddisfatto e “eccitato” per la sfida federalista.. E ancora citando i dati della Fondazione: “il federalismo produrrebbe un forte calo dei docenti in particolare nelle scuole elementari e nelle secondarie di primo grado: un quarto circa dei docenti nelle regioni meridionali risulterebbero in eccesso rispetto ai parametri delle regioni più virtuose, (…) per cui, come nella sanità, anche per la scuola è concreto il rischio che il decentramento possa aggravare i divari oggi esistenti”. Non capiamo dunque a cosa sia dovuta l’euforia dell’assessore Caligiuri rispetto ad uno scenario che per la nostra regione sarebbe quasi apocalittico. Così, mentre diversi operatori della sanità stanno  pagando sulla propria pelle il regionalismo sanitario percependo stipendi in maniera non regolare, gli operatori della scuola sperano che questa sorte non tocchi anche a loro. Noi crediamo, a differenza dell’assessore regionale, che l’unica speranza che la Calabria ha di rimanere ancorata al resto dell’Italia e all’Europa, sia quella di investire nella cultura e nella formazione,  di aumentare i fondi per la scuola e per il personale.L’esatto contrario di ciò che, con i tagli violenti che si stanno per imporre, vuole fare la l’assessore e la Giunta della regione Calabria. 

Autore

Salvatore Ferragina

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