Intervistiamo

Enza Caligiuri candidata della “Lega CzNord per l’indipendenza dell’Uccelluzzo”

Scritto da Redazione

In tempo di campagna elettorale la nascita di liste e movimenti non è certamente un evento. Ieri però, presso la sala concerti del palazzo comunale è accaduto qualcosa di molto particolare.

Ecco infatti il primo movimento “separatista” cittadino. Sì, avete capito bene: separatista. Il movimento – che conterebbe già oltre duecento iscritti – si è dato il nome di “Lega Catanzaro Nord per l’indipendenza dell’Uccelluzzo” e ha già espresso il proprio candidato a sindaco, il sesto di questa competizione amministrativa: Enza Caligiuri. Una donna dunque. Ma chi è Enza Caligiuri? L’abbiamo sentita direttamente a margine della conferenza ufficiale.

Sono una semplice emigrante tornata a casa. Ho un marito e due figlie che abitano a Londra. Ho vissuto per oltre trent’anni in giro per l’Europa come consulente finanziario di un gruppo assicurativo inglese. Alla soglia dei cinquantacinque anni ho deciso di rientrare alla base ed occuparmi della mia città, staccando con il mio vecchio lavoro”.

Ci spiega le ragioni fondative di un movimento per l’indipendenza dell’Uccelluzzo?

Al di là delle facili ironie, noi crediamo molto al nostro progetto. Suddividere subito Catanzaro in tre macro aree per garantire a tutti i cittadini uguali opportunità. Diciamocelo, il paradigma che funziona in tutto il mondo è perfettamente valido anche a Catanzaro. C’è un nord laborioso e tranquillo – da Sant’Elia a Pontepiccolo e parte dello Stadio per intenderci – un centro troppo politico e avido, un sud malavitoso e in stato comatoso. Noi vogliamo trovare il modo tecnico e politico di concedere a nord centro e sud di Catanzaro le opportunità che meritano di avere.

Tecnicamente sembra impossibile, lei vorrebbe smembrare Catanzaro?

Affatto. Voglio che sia anzi più unita che mai, ma avendo coscienza delle proprie peculiarità. Per esempio: il sud ha una vocazione turistica? Bene! Da Santa Maria a Catanzaro Lido tutto dovrà essere pensato in ragione di questa benedetta vocazione turistica. Un unico grande villaggio cittadino attivo 365 giorni l’anno. Incentiveremo la costituzione di nuove attività commerciali pensate per il turista e tasseremo pesantemente tutte quelle attività che con le vacanze c’entrano poco e niente.

Per esempio?

Scuole, onoranze funebri…questo genere di attività andranno spostate dalla zona sud. E per fortuna che l’università Magna Graecia è un bel po’ lontana dal mare. Ma gli studenti e i professori turbati dalle sessioni d’esame – specie in alta stagione – con quei volti tristi non dovranno transitare da Marina. Questo deve essere chiaro a tutti.

E il problema sicurezza?

“Problema sicurezza” è un modo politicamente corretto per dire problema rom. Ma badate che nel nostro caso non si tratta dei rom che incontrate in giro per il mondo. La comunità rom è più catanzarese dei catanzaresi della Vallotta. E allora anche per loro, sottrarli al giogo criminale vuol dire semplicemente formarsi! Ballerini di flamenco, suonatori di fisarmonica, e chitarra classica… gli zingari sanno fare delle gran feste. Basta abbattere quei palazzoni tanto ostili e creare un’area turisticamente vendibile. Il turista stanco di mare e morzello potrà così assaporare l’atmosfera gitana per i quartieri etnici di Pistoia e Aranceto.

La questione del centro storico che si svuota?

Il centro cittadino deve smettere di essere anche centro del potere. Per questo proporremo di spostare il Comune al nord, in un’area che abbiamo già individuato, quella del Vicenzale. E poi forse sarà il caso che  questo “Centro” ceda qualcuna delle sue perle turistiche al sud. Penso a opere quali il Cavatore o la statua del Generale Stocco. Tra il lido 2000 e quello delle poste, in certe serate d’agosto potrebbero essere ampiamente rivalutate. E poi basta con questa notte piccante. Ha stancato tutti la storia del rasso del cuare, del paperancino e del marzello. Bisogna rendere il centro un posto abitabile. Un centro culturale certo, considerato che teatri e musei stanno tutti lì, ma soprattuto un centro di persone in carne e ossa. Solo così rinascerà.

Ma perchè un movimento proprio “per l’indipendenza dell’Uccelluzzo”?

No, non le dirò che anticamente l’Uccelluzzo era l’area più prospera della città. Semplicemente ci è sembrato il modo di evocare un concetto. Siamo volatili in gabbia e vogliamo volare liberi su una Catanzaro finalmente giusta, che valorizzi le peculiarità del territorio. Ecco perchè chiediamo la vostra fiducia.

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