Disagi a scuola: la denuncia del presidente della I° Circoscrizione

Felice Sità invia una lettera agli uffici scolastici competenti
Ho da sempre considerato la scuola come un’istituzione sociale responsabile dell’istruzione,  della formazione di bambini e ragazzi e della loro educazione al senso del giusto e dell’onesto, costruendo, in questo modo, il destino delle future generazioni.
            Pertanto, è enorme la responsabilità che ha la scuola, chiamata ad indirizzare i futuri cittadini con amore, rettitudine e professionalità, verso la via della civiltà. Un compito di tal genere necessita delle giuste sinergie con il territorio e con tutte le sue espressioni che fungono da Agenzie Educative come la Chiesa, la Famiglia e le Istituzioni, con cui è indispensabile intessere rapporti di collaborazione, una sorta di patto educativo, dove ognuno è chiamato a svolgere il proprio ruolo.

            Premessa indispensabile, questa, per introdurre e portare a Sua conoscenza, nella qualità di massima espressione democratica, in rappresentanza dei genitori nel Consiglio d’Istituto, nonché a chi mi legge per conoscenza, una serie di problemi che attengono alla conduzione dell’Istituto, ai rapporti scuola-genitori e ai rapporti Dirigente, docenti, e personale non docente.

            Parlo  per la funzione che ricopro e per le prerogative che mi derivano dalla stessa, nonché in rappresentanza di tutti quei genitori, insegnanti e non, liberi da ogni tipo di condizionamento che mi hanno continuamente ragguagliato su fatti e circostanze che suscitano in loro irritazione, confusione e sconcerto.

            Prima del dimensionamento scolastico, la Scuola Elementare Campanella, nonché la Scuola Media Todaro, hanno da sempre rappresentato gli istituti guida del territorio, grazie ad un corpo docente molto preparato, ma, soprattutto, ad una guida direttiva capace d’interpretare  a pieno il proprio ruolo con professionalità ed umanità. Sono stato testimone di questi tempi per aver svolto le funzioni di presidente del Consiglio d’Istituto della Todaro. Con mio grande rammarico, ma soprattutto con la grande amarezza che pervade genitori, docenti e non, quei tempi sono solo un dolce ricordo. E’da tempo, oramai, che si registra nell’ I.C. Mater Domini un clima rovente tra la dirigenza, gran parte del gruppo docente e non e genitori che mette in crisi l’intero sistema educativo ingenerando enormi danni per gli incolpevoli alunni. E’ vero, il Dirigente Scolastico è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio e, per tale motivi, detiene ampi poteri derivati anche dall’autonomia scolastica concessa negli ultimi anni agli istituti scolastici, trasformandoli da “Presidi-Burocrati” in “Presidi-Manager” ma mi chiedo: questi aspetti giuridici e normativi non contengono anche valori e significati tali da trasformare il “Mestiere di Dirigente” in una professionalità deontologicamente accettabile ed in grado di fare proprie le strategie educative per essere da esempio ed infonderle a tutti i suoi “dipendenti”, saper essere punto di riferimento certo e sicuro autorevole per alunni e genitori? Se così dovrebbe essere, come è possibile spiegare un alto tasso di conflittualità con genitori, docenti, collaboratori scolastici , tale da sconfinare anche dai naturali e civili rapporti interpersonali, dalle normali relazioni sindacali fino ad approdare in altre sedi non certo consoni ad una istituzione che normalmente si dovrebbe occupare di formare ragazzi nella fase infanzia-preadolescenza? Come interpretare gli aspri contrasti nei collegi dei docenti spesso condotti al limite dei regolamenti; come spiegare il clima di polizia che si respira nei corridoi scolastici; come commentare le disposizioni che il Dirigente impartisce e che, seppur d’interesse generale, si devono applicare solo in qualche plesso mentre in altri vige l’anarchia; come valutare le inopportune formali contestazioni a docenti e non che a seguito di contraddittorio, alla presenza del legale dei malcapitati, assumono tutta la forma di un “fumus persecutionis” e vengono derubricati in semplici richiami; come giudicare la concessione di indebiti permessi bisognevoli di necessarie ed indispensabili autorizzazioni delle autorità competenti? Come giudicare i dissapori che provoca nella gestione dei fondi PON e POR? Come valutare la fuga d’iscrizioni dall’Istituto e la ferma volontà di tanti genitori a richiedere, per il prossimo anno scolastico, il nulla osta per iscrivere i propri figli in altre scuole?

            Indicativa del distacco che vi è tra la Dirigenza ed il resto della scuola è la decisione d’installare una telecamera sulla porta d’ingresso del suo ufficio, caso unico da me riscontrato negli Istituti da me visitati. Precauzione tipica che viene utilizzata negli uffici dei magistrati, motivata dalla necessità di garantirne la sicurezza, ma non certamente opportuna per un Dirigente. I genitori, i docenti e non, pertanto, lamentano l’impossibilità di conferire con il Dirigente, anche in orario di ricevimento, privilegio riservato solo a pochi intimi.

Sig. Presidente del Consiglio d’Istituto, volutamente, non ho osato riportarLe i fatti e le circostanze che mi sono state riferite da tanti genitori e da insegnanti. Non mi è dato sapere se Lei sia stata fatta oggetto di confidenze  dalle parti in causa, ma ritengo sarebbe opportuno e necessario iniziare una fase d’ascolto, non solo per la carica che ricopre, ma, soprattutto, nella qualità di genitore nel supremo interesse dei suoi figli e di quelli dei genitori che Lei rappresenta,  per porre a verifica la reale esistenza di un grave stato di disagio che aleggia nell’I.C. Mater Domini, aprendo un aperto confronto in seno al Consiglio d’Istituto.

Agli Uffici Scolastici Regionale e Provinciale, non mi azzardo a dispensare suggerimenti o linee d’azione da intraprendere. Sono convinto che con la saggezza e l’autorevolezza che li contraddistingue sapranno, con la dovuta discrezione e riservatezza che impone il caso, trovare i modi e le forme per voler capire cosa e chi provoca l’enorme disagio che si riscontra nell’I.C. Mater Domini, mettendo a repentaglio lo stato psico-fisico dei lavoratori ma, soprattutto, degli innocenti alunni. Tanto, perché un Istituto cittadino non si guadagni gli onori della cronaca nazionale com’è purtroppo avvenuto nel recente passato.  

 

Autore

Salvatore Ferragina

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