Intervistiamo

Il partito degli ingordi

Scritto da Redazione
Articolo di Gian Antonio Stella, dal Magazine “Sette” del Corriere della Sera
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Boia chi molla la poltrona. L‘aggiornamento dell‘antico grido di battaglia della rivolta di Reggio Calabria del 1970 trainata dal missino Ciccio Franco contro l’ “esproprio” del capoluogo regionale a favore della meno decentrata Catanzaro è stato deciso, come spesso capita nei casi di porcherie parlamentari, a cavallo di Natale.

Con la gente distratta dalle festività, dai regali, dalle vacanze. Umma umma, per iniziativa di Nicola Adamo, l’ex comunista, ex diessino, ex democratico traslocato nel gruppo misto, la Legge regionale 29 dicembre 2010 n. 34 (che come accade quando i cittadini sono presi per i fondelli esordisce con una dichiarazione meravigliosa: «Programma di interventi per il contrasto alla ‘ndrangheta») è passata con un codicillo.

Dice che «anche in deroga a quanto previsto dall’articolo 4 L. 154/81 e dell’articolo 65 D.lgs. 267/00 le cariche di presidente e assessore della giunta provinciale e di sindaco e assessore dei comuni compresi nel territorio della Regione sono compatibili con la carica di consigliere regionale».

Traduzione: contrariamente a ciò che dice la legge, sarà possibile essere contemporaneamente sindaci o assessori perfino di città grandi come Cosenza o Reggio, impegni che non dovrebbero lasciare neanche il tempo di respirare, e deputati all’assemblea regionale. Una schifezza. Che lancia un segnale a chi in questi anni ha chiesto un po’ di sobrietà al mondo invasivo della cattiva politica: «Ce ne fottiamo».

Il Pd, nonostante l’innovazione possa tornare utile un domani anche a qualche esponente della sinistra, ha votato contro.

Il governatore Giuseppe Scopelliti, che viene da quella destra che un tempo su queste cose tuonava invocando moralità, ha fatto il pesce in barile dicendo di essere contrario ai doppi incarichi ma astenendosi.

Il Pdl, alla faccia delle sparate berlusconiane contro i politici di mestiere e a favore della riduzione delle poltrone, ha lasciato ipocritamente «libertà di coscienza» ai propri iscritti come se si trattasse di temi sensibili legati all’aborto o alla bioetica. 

La ributtante decisione del parlamentino calabrese, denunciata sui giornali locali e sul Web da cronisti attenti come Eduardo Meligrana e Antonio Ricchio, ha un solo merito: spazza via, se mai qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi, l’idea che esistano due Italie. In realtà, su queste cose, come dimostra la riluttanza del Parlamento a sanzionare casi di doppi o tripli incarichi come quello di Daniele Molgora, il leghista che a lungo è stato contemporaneamente sottosegretario. parlamentare e presidente della Provincia di Brescia, c’è qualcosa che tiene insieme Nord e Sud, padani e terroni: il PTI. Partito Trasversale Ingordi.

Gian Antonio Stella (tratto da Sette del Corriere della Sera di giovedì 20 Gennaio 2011)

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