Intervistiamo

Notizie dal Comune

150 UNITA’ D’ITALIA / LE SEDUTE DEL CONSIGLIO COMUNALE NEL 2011 SARANNO PRECEDUTE DALL’INNO DI MAMELI / PASSAFARO, “UN SEGNALE CHE RAFFORZA LE ISTITUZIONI E LA DEMOCRAZIA”

Le sedute del Consiglio Comunale che si svolgeranno nell’arco del 2011, anno del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, saranno precedute dall’esecuzione dell’inno di Mameli.

Lo ha annunciato il presidente dell’assemblea, Francesco Passafaro, precisando che l’esecuzione dell’inno – limitata alle battute iniziali – precederà l’appello nominale.

“Ritengo – ha detto Passafaro – che tale iniziativa, peraltro già adottata dal Consiglio comunale di Roma, racchiuda un forte significato poiché servirà, anche attraverso le emozioni che suscita l’ascolto dell’inno nazionale, a rafforzare il sentimento patriottico e unitario dei cittadini Catanzaresi. Sono convinto che sarà rafforzata anche l’immagine dell’istituzione, poiché l’Assemblea comunale rappresenta la più autorevole sede rappresentativa della democrazia cittadina. Legare l’alta funzione democratica del Consiglio comunale alle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia è un messaggio che rivolgiamo soprattutto alle nuove generazioni e a quei cittadini, purtroppo non moltissimi, che assistono alle sedute pubbliche del Civico Consesso”.

Dobbiamo alla città di Genova Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli. Scritto nell’autunno del 1847 dall’allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l’Austria.

L’immediatezza dei versi e l’impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell’unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani – e non alla Marcia Reale – il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a God Save the Queen e alla Marsigliese.

Fu quasi naturale dunque che il 12 ottobre 1946 l’Inno di Mameli divenisse l’inno nazionale della Repubblica italiana.

_________

CIMINO: “POLO DELLA NAZIONE, COERENZA NELLE ALLEANZE LOCALI”

Testo integrale della dichiarazione rilasciata dal capogruppo di “Nuova Alleanza per Catanzaro” Franco Cimino

“I fatti si incaricano di dare ragione a chi, rivendicando le ragioni insistentemente sostenute da tempo, sarebbe potuto apparire arrogante o presuntuoso. E invece aveva semplicemente ragione. Nei fatti c’è la posizione assunta da Udc nel panorama politico nazionale, la sua decisa volontà di trasformarsi in un altro soggetto politico, aperto ai giovani, alle donne e alle forze nuove della società. Quelle soprattutto nate dalla crisi economica e dalla grave incertezza politica. Nei fatti c’è che il partito, già costituitosi sulla provvisoria sigla di “Partito della nazione”, è preludio alla nascita della forza che potrebbe davvero cambiare l’attuale politica, imprigionata com’è dentro le rigidezze di un falso bipolarismo, tenuto in piedi anche da una legge elettorale antidemocratica e, perciò, bugiarda. Nei fatti c’è la posizione di autonomia, e successivamente di opposizione, a Berlusconi e al suo partito, assunta coraggiosamente due anni or sono dall’Udc, che ha trovato non solo crescente attenzione e consenso popolare ma, oggi, la vicinanza di Gianfranco Fini e Gianfranco Rutelli, con i quali è davvero possibile costruire il cosiddetto terzo polo, o l’area centrale come io amo definirla. La forza, cioè, davvero nazionale che può chiamare a raccolta non i cosiddetti moderati (altro termine improprio), ma quell’Italia che culturalmente e storicamente non è né di destra, né di sinistra. Quell’Italia che crede in un progetto in cui siano ripristinati per intero i valori del pluralismo e i principi fondanti l’unità d’Italia e quelli dell’Europa.

Nei fatti c’è che Udc, Fli e Api, con i Repubblicani e i Liberali storici e l’Mpa, si sono dichiarati pronti per una organica intesa che speditamente proceda, sia pure con passaggi intermedi, verso la costruzione di un nuovo grande partito democratico. Nei fatti c’è anche il loro netto rifiuto di aderire alla maggioranza di governo in nessuna forma o postazione, pur avendo chiaramente espresso la cultura della responsabilità nazionale nell’esercizio di una opposizione che tale vorrà restare. Come si vede sono i fatti a lanciare una grande sfida, nella quale vincerà chi mostrerà coerenza, sentimento nazionale, senso delle istituzioni. E chi saprà guardare al domani salvando oggi l’Italia dal degrado anche morale. Ovvero saprà dare corpo a un grande progetto per restituire l’Italia all’Europa e a se stessa. Bella, ricca e democratica nella sua necessità di unirsi davvero a 150 anni dalla sua fondazione. Un tale progetto ha bisogno di un banco di prova che lo renda credibile e fattibile. Questo, sono ancora i fatti a offrirlo. E’ il prossimo appuntamento di primavera, quando tante regioni e moltissimi comuni, quasi i due terzi del corpo elettorale, saranno chiamati alle urne. E’ un banco di prova assai utile perché per la prima volta metterà a contatto diretto i quadri dirigenti e i militanti periferici dei partiti costituenti. Nessun nuovo partito, infatti, potrà nascere  a Roma o nelle stanze del potere. Morirebbe presto se non è sentito dalla base, se non è percepito dal popolo, se non si irradia in tutto il territorio del Paese. Rispetto a questa grande prospettiva l’anomalia formatasi in occasione delle regionali di otto mesi addietro (quella dell’accordo con il Presidente o con i migliori) non può costituire né una variabile indipendente, né la normalità regionale a cui conformare burocraticamente le alleanze in tutti i comuni e le province di una data regione. La gente, già gravemente disturbata da una politica  parolaia e propagandistica in cui la persona che comanda rappresenta tutto e tutti,  e in cui il trasformismo diventa un valore, non lo accetterebbe. Ci interpreterebbe non come il partito della responsabilità ma della questua di potere. Come una sommatoria di piccoli interessi personali che mai potranno rappresentarsi quali interesse generale. Come la forza elettorale che usa un falso potere di interdizione per accaparrarsi posizioni e spazi ingiustificati. Ovvero, elemento più grave, come il piccolo partito che pretenderebbe di campare sulle spalle del più grande, e che su quelle spalle consuma energie vitali, che invece farebbero il bene della politica e delle istituzioni. La forza che il Paese reclama può diventare il primo partito d’Italia se saprà essere davvero diversa e migliore degli altri. La nostra può farlo con facilità, perché rispetto ai partiti di cartapesta, delle tivù e dei predellini, può attingere alle migliori tradizioni politiche e ai grandi ideali che gli eredi di grandi partiti storici recano con sé. E’ auspicabile che non se ne dimentichino.  Per doveroso atto d’amore verso l’Italia”.

 

_____________
 

DOMANI GRANDE FESTA PER IL COMPLETAMENTO DI VILLA MARGHERITA

Si lavora alacremente, in Villa Margherita, affinché sia tutto pronto per il taglio del nastro di domani mattina, quando il parco storico della città  sarà restituito ai cittadini  dopo  ben tre livelli di intervento (pavimentazione, reintegrazione della macchia mediterranea, arredo urbano). Alle ore 10  –  giornata in cui ricade il 130esimo anniversario dell’intitolazione della Villa alla regina Margherita di Savoia – sarà l’arcivescovo metropolita monsignor Antonio Ciliberti, alla presenza delle autorità civili, politiche, militari della Città a tagliare il nastro. Tante le iniziative previste. In particolare l’esibizione di tre gruppi musicali.

___________

ALL’AUDITORIUM ‘CASALINUOVO’ LO SPETTACOLO PER LA CONCLUSIONE DELLA MOSTRA “USTRUMBU”

C’è tempo fino al prossimo sabato, 22 gennaio, per visitare la mostra, allestita nelle gallerie del San Giovanni, dal titolo “UStrumbu”, patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune. L’evento si concluderà con uno spettacolo teatrale dal titolo “Viaggio – Cyranò contro il cielo” che si terrà  all’Auditorium “Casalinuovo” alle ore 18. I testi sono di Angelo Antonio Falmi, docente dell’ Accademia delle Belle Arti di Catanzaro e dell’attore Guido Signorini. Della performance saranno protagonisti Andrea Beninati, violoncellista di Siena, Angelo A. Falmi , Tannaz Hossiniji e MariaGrazia Costa, pittori, Silvia Sciubba, danzatrice di Roma e Francesca Prestia, musicista e cantautrice di Catanzaro.
“Lo spettacolo – si legge in un comunicato della produzione –  comincerà con alcuni versi di Angelo Antonio Falmi e gli artisti partecipanti e il pubblico inizieranno un “viaggio”.

Guidati dai versi poetici, ci si incontrerà e si inizierà a creare insieme. Creare con i colori, con le parole, con il suono del violoncello, della voce, del flauto traverso, con il corpo danzante…

L’obiettivo della serata è, infatti, dare vita a un incontro con le varie discipline dell’arte;
un incontro tra persone, donne e uomini, che in un viaggio si incontrano e creano.
Tutti questi artisti si troveranno per la prima volta a lavorare insieme, cercando di interpretare il testo con il movimento del corpo, la musica e i colori dei pittori.

Il “viaggio”, lentamente, ci porterà dentro una storia: la storia di Cyranò, un giovane idealista dal soprannome letterario dovuto al suo naso rosso e grosso. Cyranò è un ragazzo libero e attivo che sostiene il progresso, la giustizia, l’impegno civile, l’intraprendenza. La sua vita scorre parallela a quella di due celebri sognatori, il gabbiano Jonathan Livingston (protagonista dell’omonimo racconto di Richard Bach) ed Enrico Mattei, lo storico Presidente dell’ENI morto in circostanze sospette e misteriose. Dopo una serie di eventi che vedono la partecipazione incrociata dei vari personaggi, il nostro eroe giungerà alla conclusione che soltanto la morte può restituire all’uomo la sua piena libertà: al pari del gabbiano Jonathan Livingston e dello stesso Mattei. La morte è quindi intesa come transito verso la perfezione e come realizzazione di quegli ideali che nella vita terrena possono rappresentare soltanto obiettivi astratti e illusorie aspirazioni”.

Autore

Salvatore Ferragina

Scrivi un commento