Io dico seguitando

Il Ceravolo comincia a stare stretto.

Rubrica del martedì curata da Gennaro Maria Amoruso

Tornano a svettare le Aquile, ritornano a volare in alto i
Nostri colori. Un anno fa nessuno avrebbe immaginato un ottobre 2003 così
scoppiettante. Questa settimana la mia rubrica si vuole soffermare sulla
questione stadio.

Gli “utenti” del Ceravolo cominciano
a frequentarlo con una certa assiduità e soprattutto le presenze raggiungono
numeri importanti, di conseguenza le scalee del vecchio Militare cominciano a
sentire il peso degli anni.

Con la crescita sportiva della
squadra, lo stadio comincia a diventare un serio problema, la fame di calcio
che vive la città dei tre colli e solo in parte appagata dagli undicimila e
passa posti omologati. Occorre pensare al Ceravolo con una visione nuova.

Un nostro sondaggio premia la
scelta di ristrutturazione dell’attuale campo di gioco, quasi 500 voti (57%)
scelgono questa opzione, mentre 330 utenti (39%) vorrebbero lo stadio fuori
dalla città. Sono  dati significativi,
che contemperano da una parte la valenza storica del Comunale e dall’altra
l’indole pigra dei catanzaresi.

E’indubbio che uno stadio in
città ha i suoi pregi ed i suoi difetti.

Catanzaro soffre tanto il
traffico automobilistico a causa della sua conformazione, poi sul quartiere
Nord oltre al Ceravolo gravano l’Università l’Ospedale Civile.

La situazione attuale vede il
Comune di Catanzaro, con in prima linea l’assessore Tony Sgromo, impegnato
nella acquisizione della struttura dal Demanio. In fieri un progetto di
ristrutturazione che dovrebbe prevedere l’abbattimento delle due curve e la
creazione di altrettante gradinate, parimenti la sistemazione e la copertura
degli altri settori, con la realizzazione di una struttura di circa ventimila
posti.

Non voglio entrare nel merito
della scelta tecnica ed architettonica di rifacimento del vecchio Militare, mentre
voglio focalizzare la mia attenzione su un altro aspetto di non poco conto,
ovvero tutto quello che ruota intorno allo stadio.

La sistemazione del Ceravolo
dovrebbe essere accompagnata da un parallelo progetto di rivisitazione
dell’intero quartiere Stadio.

Il risultato finale dovrebbe
essere una struttura accessibile, fruibile e non invadente rispetto alla zona
circostante. Qui entrano in gioco progetti urbanistici e sforzi di inculcare un
minimo di cultura della mobilità.

Il tifoso, soprattutto quello
catanzarese, è abbastanza pigro per sua natura. Dedica la domenica al pranzo
con i parenti e poi, quasi in contemporanea all’amaro sprinta verso il vecchio
Comunale. Ora dopo aver appesantito il proprio stomaco di leccornie
catanzaresi, ingolfa l’asfittica circolazione stradale cittadina, con il
risultato di creare interminabili file nella zona dello stadio.

Qui serve un serio sforzo
urbanistico che porti ad avere una struttura fruibile ed accessibile con mezzi
pubblici (autobus-navette e metrò leggera), bisognerebbe poi inculcare nella
mente del tifoso “comodone” il concetto di mobilità alternativa, in modo tale
che l’utilizzo del proprio mezzo sia fatto solo in casi urgenti. Sarebbe bello
vedere, come avviene negli stadi londinesi, tanta gente arrivare allo stadio a
piedi, tranquillamente e con largo anticipo rispetto all’inizio della gara.
Questo accadeva già negli anni della serie A, sarebbe un ritorno al passato con
un la mente rivolta al futuro.

Per fare questo l’attuale
Ceravolo non basta ed oltre alla sua ristrutturazione dovrebbero essere
recuperate e rese fruibili le strutture davanti alla Curva Ovest e quella alle
spalle della Curva Est.

Il risultato finale dovrebbe
essere quello di un vasto perimetro circostante lo stadio totalmente interdetto
ai veicoli, di un sistema di parcheggi di scambio che servirebbe a favorire
l’afflusso dei tifosi provenienti dalla provincia e dai quartieri periferici
della città, mentre chi vive in città potrebbe tranquillamente spostarsi a
piedi.

Altrettanto funzionale è l’idea
della U.S. Catanzaro di creare un centro commerciale nello stadio per favorire
così le famiglie creando finalmente una Casa del Catanzaro.

Spero che il pensiero di uno
spazio così vivibile non sia irrealizzabile. Avremo un luogo degno della storia
delle Aquile, un posto dove celebrare i nostri futuri trionfi ed una struttura
innovativa ed importante per la Calabria intera.

Con uno stadio così nessun
traguardo ci verrebbe precluso e potremo spiccare il volo verso un grande
traguardo.

Questi non sono che pensieri
sparsi ed idee in libertà, mi farebbe piacere che chi regge le sorti della
città li prendesse a spunto delle proprie discussioni.

Creare un qualcosa di bello e di
vivibile non ha colore politico e non ha nessuna connotazione ideologica.

Il Calcio è un bel gioco e
vederlo disputare in un “Tempio” degno di questo nome non è una idea tanto
peregrina.

Lunedì il Catanzaro va in Tv,
molti, a causa del giorno lavorativo, non riusciranno a seguire le Aquile, ma
sicuramente saranno tante le voci che sosterranno i giallorossi a Giulianova.
Invito i Nostri ragazzi a mantenersi umili come sempre e consapevoli dei propri
mezzi, qualcuno sentirà molto la partita (Ferrigno n.d.r.), a lui chiedo uno
sforzo supplementare ed una prestazione maiuscola.

Giallorosso per Sempre!

Gennaro Maria Amoruso (Harp)

Chi volesse suggerirmi argomenti,
segnalarmi temi o dissentire sulle mie parole può farlo all’indirizzo e
.mail gennaro@uscatanzaro.net

 

Autore

Redazione

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