La Striscia

L’ultimo saluto di Catanzaro al Presidente Albano

Una folla traboccante per i funerali del Cavaliere. Un tifoso: «A tanti può insegnare come si ama una città»

Il Presidente se n’è andato. I funerali del Cavaliere Pino Albano si sono svolti oggi pomeriggio nella Basilica dell’Immacolata a Catanzaro. Il carro funebre con il feretro attorno alle 15,00 aveva lasciato l’azienda del Cavaliere, dopo che tanta gente stamane si era recata per rendere l’ultimo saluto alla salma, sistemata al pianterreno nei locali della Siarc.

Alle 15,30 la Basilica dell’Immacolata era stracolma. Oltre alle presenze istituzionali tantissimi erano i tifosi del Catanzaro che hanno assistito all’omelia e hanno atteso l’uscita della bara per tributare un lungo applauso a quello che è stato definito l’ultimo vero Presidente del Catanzaro.

Citare e segnalare le presenze dei politici, dei dirigenti attuali dell’Fc Catanzaro, di vecchi dirigenti dell’Uesse o della classe imprenditoriale della città in un momento come questo ci sembra inutile. Ci basta leggere i loro comunicati di cordoglio che sembrano tutti uguali, sembrano un copia e incolla. Vengono esaltate le gesta di Albano dopo la sua scomparsa. A loro avviso il Cavaliere ha dato tanto alla città. È vero, verissimo. Ma dimenticano, o fingono di dimenticare, che Albano nel suo ruolo di Presidente dell’Uesse Catanzaro tantissime volte fu in aperta polemica con pezzi della città. Lo è stato con i politici, sempre distanti ai tempi del Catanzaro Calcio. Lo è stato con la classe imprenditoriale: il termine “prenditori” fu coniato proprio da lui. Lo sarà stato sicuramente anche con chi ha distrutto la sua creatura, ereditata da Adriano Merlo e partorita da Nicola Ceravolo, che volle al suo fianco all’inizio della sua presidenza.

Eppure oggi tutti erano presenti. In un modo o nell’altro hanno fatto passerella, anche con i comunicati di cordoglio e con i manifestini di partecipazione affissi sui muri della città. Un tifoso presente oggi pomeriggio ai funerali ha commentato: «se potesse alzarsi li manderebbe tutti a quel posto».

Non possiamo tralasciare invece le presenze che riteniamo sincere, in primis quelli dei suoi parenti, dei suoi dipendenti che hanno assistito ai funerali con la loro divisa di lavoro, dei tifosi del Catanzaro, del patron del Cosenza Calcio, di ex allenatori, dirigenti e calciatori che Albano ebbe alle sue dipendenze e che hanno voluto partecipare al cordoglio per la sua scomparsa.

Dicevamo dei tifosi: a dimostrare la stima verso un uomo definito da tutti “Il Presidente”, amato, odiato e contestato, sono bastati i necrologi affissi sui muri della città. Al cordoglio hanno partecipato i gruppi della curva, sia gli Ultras 73 che i Teski, che nella notte alle porte di Catanzaro avevano attaccato uno striscione per salutare “Pino”. Corone e fasci di fiori giallorossi sono stati depositati dai club organizzati della città, da alcune associazioni sportive e anche dalla nostra testata.

«Da tanto tempo i tifosi del Catanzaro non riescono più ad avere un Presidente», è stata questa la frase più ricorrente fra i tifosi presenti. Pino Albano nel suo decennio di presidenza ha avuto alti e bassi. Gli anni dopo la retrocessione d’ufficio in C2 non sono da annoverare fra i più belli. Erano quelli della feroce contestazione, dettata esclusivamente da motivi calcistici. Probabilmente se “Moggiopoli” fosse scoppiata prima, parleremmo di un altro Catanzaro e di un’altra storia. Ma alcune pagine della presidenza Albano rimangono memorabili per la storia dell’Uesse Catanzaro. Specie se rapportate alle vergogne subite nell’ultimo decennio, con squadrette di provincia e corregionali che fino a qualche anno addietro contro il Catanzaro potevano solo disputare qualche amichevole estiva per fare cassa e i loro tifosi venivano al “Ceravolo” per vedere il calcio.

Per questo la presenza di Pagliuso è stata significativa. A quell’epoca, dopo tanti anni di Serie A ci toccò rigiocare con un Cosenza pronto a prendersi lo scettro di leader della Regione. L’orgoglio di Albano fu tale che le scoppole date ai cugini ancora oggi rimangono indelebili nella memoria delle due tifoserie.

Tanti erano oggi anche i tifosi oltre la quarantina. Molti che avevano contestato il Presidente hanno voluto tributargli un lungo applauso all’uscita del feretro. Significativa la presenza di persone provenienti dalla provincia. Una di esse, ricordando che il fatturato maggiore per la Siarc proveniva da attività non legate alla città ma che nonostante questo Albano aveva deciso di investire nel Catanzaro Calcio, ci ha detto: «Pino Albano sulla carta d’identità alla voce luogo di nascita non ha scritto Catanzaro, ma a tanti può insegnare come si ama una città e come si può andare all’altro mondo da uomini, uomini veri».

Alle ore 16,15 la bara con due maglie del Catanzaro sopra e con tanti fiori giallorossi è uscita dalla Basilica. Tre lunghi applausi e tanta commozione hanno salutato per l’ultima volta il Presidente.

Da lassù prega per noi, prega per le Aquile, per le tue Aquile.

SF

(Foto di Mario Darmini)

Autore

Salvatore Ferragina

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