Catanzaro Night News

L’ASP illustra la collaborazione con il S.Anna Hospital

Si arricchisce di qualificati contributi l’assistenza sanitaria per le patologie cardiache

 

L’Azienda Sanitaria di Catanzaro amplia l’offerta di cura e, soprattutto, migliora la qualità dell’assistenza sanitaria per i pazienti affetti da patologie cardiache, grazie al progetto di collaborazione stipulato tra l’ASP e la Cardiochirurgia del Sant’Anna Hospital di Catanzaro.

L’importante iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi a Lamezia Terme, nella sala “Domenico Ferrante” dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, dove si sono incontrati il Commissario straordinario dell’ASP, dr. prof. Gerardo Mancuso, il direttore del Dipartimento di Chirurgia Cardiovascolare del Sant’Anna Hospital di Catanzaro, dr. Mauro Cassese, lo specialista dell’unità di Cardiochirurgia della clinica privata, dr. Luca Bellieni, i direttori dei presidi ospedalieri e i dirigenti medici delle unità operative aziendali, nonché i medici di Medicina generale.

Il Commissario straordinario Mancuso, nell’introdurre i lavori, ha illustrato i contenuti della convenzione che da un lato offre ai cittadini il vantaggio di avere una consulenza di cardiochirurgia all’interno del presidio ospedaliero di Lamezia Terme, dall’altro consente ai medici territoriali di fare afferire a un ambulatorio dell’ospedale di Lamezia i pazienti esterni per le consulenze, mentre gli stessi ospedali dell’Azienda sanitaria potranno disporre delle consulenze specialistiche per l’attività interna. Il dr. Mancuso ha spiegato che sarà disponibile, due volte al mese, una consulenza di cardiochirurgia nell’ambulatorio di Medicina interna nella nuova area hub dell’ospedale lametino. Inoltre, per gestire il servizio in modo ottimale,  sarà attivata una rete telematica per le richieste di visite o interventi chirurgici, che collega le unità operative coinvolte nell’assistenza come Pronto soccorso, Utic e Cardiologia.

Il dr. Cassese e il dr. Bellieni hanno relazionato sul tema di carattere scientifico organizzativo “La Cardiochirurgia oggi. Quali le prospettive”, soffermandosi sulle tecniche avanzate utilizzate negli interventi di cardiochirurgia che vengono eseguiti al S. Anna Hospital e sulle modalità operative.

Per il dr. Cassese il progetto “consentirà l’ottimizzazione di quelle che sono le risorse dal punto di vista professionale, il miglioramento delle condizioni per intervenire e dei risultati, sia nell’urgenza che in altre situazioni, al fine di ottenere indicazioni corrette che mettono in grado di offrire un trattamento migliore, a iniziare da un più rapido trasferimento, qualora fosse necessario, a un trattamento terapeutico ancora più celere”. “Questo è il primo grande punto di forza”,  afferma Cassese per il quale “la seconda cosa importante è la multidisciplinarietà”. “Non possiamo più pensare di lavorare stando chiusi nella nostra individualità, io lavoro perché c’è un team che lavora in sinergia; attraverso la collegialità e il confronto delle competenze si ottengono risultati migliori”, dice ancora lo specialista che conclude elogiando il Commissario straordinario, dr. Gerardo Mancuso, per aver reso possibile questa collaborazione, credendo nelle capacità professionali che si trovano anche da noi al sud.  

Le cifre riportate dal dr. Bellieni sull’attività di cardiochirurgia del S. Anna Hospital parlano di più di 500 interventi da marzo a oggi. Quattro le sale operatorie a disposizione, due dedicate alla chirurgia vascolare e due prettamente cardiochirurgiche; 10 letti di terapia intensiva, 5 di stub semintensiva, due dei quali dotati anche di ventilazione meccanica. La struttura è munita anche di una sala ibrida, una realtà emergente dove il paziente è posto al centro di una serie di professionalità che insieme affrontano un problema diagnostico o terapeutico. “La sala ibrida – dice il dr. Bellieni – è multifunzionale, la multifunzionalità di questa sala dipende dalla multidisciplinarietà del trattamento”.

“Intorno alla cardiochirurgia ruotano una seria di specialità mediche – spiega il chirurgo sottolineando i vantaggi del lavoro svolto in collaborazione – come la cardiologia che ha un legame naturale con l’insieme di trattamenti spesso comuni”. “Tutte queste discipline devono contribuire a realizzare quella che si chiama “alleanza diagnostica terapeutica”, una serie di processi – precisa il dr. Bellieni – messi insieme per cercare di dare delle regole, con la comunicazione tra le varie discipline, conoscenza del malato, trasmissione di dati”. Il chirurgo ha messo inoltre in evidenza l’importanza delle strategie di intervento senza mai dimenticare l’aspetto psicologico del paziente, come pure l’importanza di mantenere la continuità assistenziale.

“Vogliamo creare una collaborazione, per arrivare a quella sinergia che ci consente di limitare gli errori inappropriati, con riduzione di liste d’attesa, aspetti che si tradurrebbero ovviamente in minori costi per la sanità, ma anche – aggiunge lo specialista – in minori disagi per i pazienti e i familiari”.

Individuare le emergenze, cercare insieme di velocizzare i tempi, di fare diagnosi in modo più efficace e più rapido, questi gli obiettivi da perseguire per ottimizzare le prestazioni.

Tutto ciò è realizzabile attraverso consulenze, consulti, organizzati nel modo più appropriato, attraverso contatti telefonici, invio di materiali attraverso fax, seminari scientifici, meeting. Una forma organizzativa di cooperazione che consentirà un salto di qualità dell’assistenza.

Al termine degli interventi è seguito un dibattito-confronto con i medici presenti in sala, che hanno scambiato le proprie opinioni, esprimendo consenso e apprezzamento per l’iniziativa, realizzata grazie alla lungimiranza del Commissario straordinario dell’ASP, dr. Gerardo Mancuso.


Nella foto in basso Cassese e Mancuso

Autore

Salvatore Ferragina

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