Dalla Redazione

L’ultimo canto di Aiello

L’amministratore unico contro tutti: attacca staff tecnico, istituzioni (tranne il sindaco) e altri soci. Bocciati Quartaroli e i “triestini”, ma il suo Effeccì è vicino al fallimento

Poco più di mezz’ora. Tanto è durata quella che lo stesso Antonio Aiello ha definito la sua “ultima conferenza stampa” L’amministratore unico ha voluto incontrare i giornalisti presso la sede di via Barlaam da Seminara per fare il punto di una situazione divenuta insostenibile: “Ho viaggiato tutta la notte per essere stamattina qui con voi. Mi ero ripromesso di non rilasciare più alcuna dichiarazione ma credo sia arrivato il momento di porre fine ad alcune voci che circolano sulla mia persona. Il mio ruolo all’interno di questa società è da tempo limitato alla sola firma di documenti. Con l’avvento del dott. Ferrara mi ero fatto da parte dando la possibilità agli altri soci di agire liberamente. Nessuno però si è assunto l’onere di rilevare la carica del sottoscritto, anche se a qualcuno è piaciuto prendere decisioni”.

Ne ha per tutti Aiello. Dalla politica locale agli altri soci dell’Fc per finire allo staff tecnico esonerato: “Smentisco di aver comunicato l’esonero con un sms. Di concerto col dott. Ferrara si era deciso di esonerare Zé Maria e subito dopo ho provveduto a chiamare il direttore sportivo Malù comunicandogli la scelta. Anche loro hanno delle responsabilità in questa situazione perché sono arrivati usando uno stratagemma, salvo poi non riuscire ad onorare l’impegno. Non mi riconosco minimamente in questa squadra, tant’è che tranne per l’arrivo di Puntoriere, mi sono astenuto dal prendere decisioni di natura tecnica sin dal ritiro estivo voluto dal socio Catalano, che mi trovai costretto ad autorizzare pur essendo contrario”. Sugli altri soci dell’Fc, che l’amministratore unico definisce come ‘i miei soci’, il giudizio è quanto mai duro: “Con quattro soldi pretendono di dirigere e di far giocare i loro figli senza però assumersi alcuna responsabilità. Sono arrivato a Catanzaro con umiltà mettendo a repentaglio venticinque anni di sacrifici e oggi mi ritrovo a pagare quella maledetta frase ‘il Catanzaro non sarà mai più umiliato’ pronunciata in un momento particolare. Io, Bove e Soluri abbiamo fatto quello che era nelle nostre possibilità senza mai cercare pubblicità, eppure se fossimo stati supportati sin da novembre dello scorso anno, forse adesso parleremmo di ben altro”. Sulla politica il giudizio è più pacato ma non meno duro: “Ad oggi l’unico realmente impegnato per salvare il Catanzaro è il sindaco Olivo, mentre qualche altro rappresentante della politica locale è impegnato a recarsi presso le sedi dei club spingendo per il fallimento”.

Su quest’ultimo punto l’amministratore unico esce allo scoperto annunciando senza mezzi termini il ritiro della squadra dal campionato: “Non ci sono più le condizioni per andare avanti. Siamo alla frutta. Mi trovo costretto a prendere questa decisione. Non ho né la capacità economica né la forza psicologica per andare avanti da solo. Ho già convocato per la prossima settimana una riunione dei soci per la messa in liquidazione della società. Valuteremo inoltre se è il caso di partire per la trasferta di Brindisi”. Un’ultima riflessione Aiello la dedica alla trattativa con Quartaroli e all’ipotetica ‘pista triestina’: “Con Quartaroli ci siamo sentiti ieri sera e mi ha confermato che i suoi commercialisti stanno continuando a trattare col Comune e che venerdì sarà nuovamente in città. Di certo le premesse non sono delle migliori. Se già in partenza il suo progetto è quello di rateizzare il debito verso l’Erario vuol dire che non ha la disponibilità economica per fare grandi cose. Sui ‘triestini’ è inutile esprimermi: se sono gli stessi di due anni fa è solo una perdita di tempo“.

Francesco Panza

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IL CANTO DEL CIGNO. Antonio Aiello sfoggia un’altra delle sue imbarazzanti conferenze stampa, in cui si permette il lusso di attaccare chiunque gli capiti a tiro, senza recitare nemmeno un piccolo “mea culpa” sui suoi errori, sulla sua ostinazione a rimanere aggrappato alla carica di amministratore unico, salvo cercare di uscire di scena ora che la situazione pare irrecuperabile. Eppure già a  UsCatanzaro.net gli aveva chiesto di non portare l’Effeccì fino a questo punto. Lasciando in quel momento si sarebbero potute aprire prospettive diverse con una C1 già in tasca. Invece no. Aiello ha continuato la sua corsa verso il baratro. E ancora oggi difende il suo operato e quello dei vecchi soci Bove e Soluri. L’ultima perla? L’esonero dello staff tecnico, nonostante la sua manifesta volontà di uscire di scena consegnando le sue quote al sindaco Olivo, nonostante le inibizioni fiocchino come neve.

Gli attacchi agli altri soci sembrano più un’autodifesa. Ma chi ha firmato i contratti ai figli degli altri soci? E come si fa a parlare di “quattro soldi per far giocare i loro figli” (la scoperta dell’acqua calda) quando sono mesi e mesi che la società di cui è amministratore unico tira a campare grazie ai soldi delle istituzioni? Ora che il rubinetto sembra chiudersi (anche se a stento), ora che l’opinione pubblica si è stancata di tutte le elargizioni per assistere a spettacoli indecenti, ora che il fallimento è a un passo, Aiello che dice? Fa risuonare la minaccia del ritiro della squadra, paventa l’impossibilità di partire per Brindisi, fa i conti in tasca a tutti (altri soci, Quartaroli, i “triestini”), ma dimentica che gli stipendi ai suoi calciatori li hanno pagati i cittadini e gli imprenditori esterni alla società. Aiello dice: “eppure se fossimo stati supportati sin da novembre dello scorso anno, forse adesso parleremmo di ben altro“. Di che cosa? Aiello ci può dire chi ha pagato le ultime trasferte dello scorso campionato? Aiello ci può dire chi ha pagato la trasferta del “Flaminio”? Aiello si ricorda chi ha effettuato quella intelligentissima ricapitalizzazione due giorni prima della finale con la Cisco? 

Non andare a Brindisi o ritirare la squadra dal campionato, caro presidente Aiello, non è il peggiore dei mali. Le umiliazioni quotidiane cui stiamo assistendo attoniti sono molto peggio. Stacchi la spina, vada incontro alle sue responsabilità e non chieda o si aspetti ulteriori elemosine o soccorsi da chi ha già pagato a caro prezzo la sua gestione. È vero, quella sua famosa frase “mai più umiliati” le si sta ritorcendo contro. Ma si è chiesto di chi è la colpa? 

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