Catanzaro Night News

Riceviamo e pubblichiamo la richiesta di rettifica di Catanzaro nel Cuore

Buongiorno, con la presente si chiede di modificare il titolo sulla Vostra home page relativo alla nota riguardante il Procuratore Pignatone. Catanzaro Nel Cuore non attacca assolutamente il magistrato reggino, ma, come si evidenzia nel nostro lungo comunicato con tanto di titolo, si chiede al Dott. Pignatone di accendere i riflettori sul salasso di soldi pubblici che dagli anni ’70 ad oggi sono arrivati nella città  di Reggio. Riteniamo fuori luogo le richieste fatte sui media Nazionali di una semplice sede Ansa o di una sede Rai (a proposito della quale sarebbe stato interessante ricordare la vicenda Italcitrus di Reggio Calabria…). E’ riduttivo per una figura come quella di Pignatone – sul quale abbiamo espresso nella stessa lunga nota la nostra riconoscenza per l’impegno e per la presenza dello stesso nella nostra Regione – richiedere maggiore attenzione mediatica su Reggio Calabria. E’ come se il Procuratore di Catanzaro, intervistato da Bruno Vespa  sulle problematiche relative alla sicurezza in Città  e in Provincia, dicesse “Se a Catanzaro ci fosse stata la sede Regionale della Rai tutto questo non sarebbe successo”. Che senso hanno queste parole con la lotta alla mafia? Nessuna. Guardiamo con molta preoccupazione quanto sta succedendo a Reggio. Perché ogni qual volta finisce il rubinetto dei soldi pubblici (il decreto Reggio è agli sgoccioli), a Reggio ricomincia a farsi sentire la malavita organizzata. Per questo chiediamo al Procuratore Pignatone di fare luce sulle centinaia di milioni di euro (dovrebbero essere 600 milioni ossia 1milione e duecentomila miliardi di vecchie lire!!!!) che non si sa come sono stati spesi o come si spenderanno. Pertanto il titolo del nostro comunicato era ed è eloquente e non lascia dubbi ad altre considerazioni personali che, etica giornalistica vuole, vanno a “latere” del pezzo. Si chiede quindi di modificare il titolo in home page utilizzando il seguente: “IL PROCURATORE DI REGGIO, PIGNATONE ACCENDA I RIFLETTORI SUL SALASSO DEI FONDI PUBBLICI E NON SU INUTILI RICHIESTE MEDIATICHE”.

Grazie

Movimento Civico Catanzaro Nel Cuore

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Pubblichiamo nuovamente la nota stampa diramata ieri da Catanzaro nel Cuore, in modo che i nostri lettori possano liberamente farsi un’idea sulla corrispondenza tra il titolo scelto dalla redazione e il contenuto del comunicato diffuso da CNC.

 

Ci lasciano perplesse la parole del Procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone pronunciate durante la trasmissione televisiva “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio su Rai Tre. Il nostro stupore si riferisce alle argomentazioni che lo stesso magistrato ha utilizzato per parlare della odierna situazione nella nostra Regione. Infatti, non capiamo dove Pignatone vuole andare a parare. “Se a Reggio Calabria ci fosse un’informazione attenta – sentenzia il procuratore reggino – sarebbe meglio di un arresto”. Lo stesso si riferisce apertamente alla mancanza di organi di stampa nazionale nella città dello Stretto: ”a Reggio non c’è una sede dell’Ansa, non una sede Rai, non un quotidiano nazionale. E questo – ribatte il procuratore – si sente”. E’ evidente il risalto e la presenza mediatica che lo stesso Procuratore di Reggio ha quasi quotidianamente sui media Nazionali, quindi, per quale motivo un personaggio importante come lui, in una vetrina altrettanto importante come quella di una trasmissione Rai ha voluto richiedere a gran voce la sede dell’Ansa, quella della Rai e quella di un quotidiano nazionale? Precisiamo che da Calabresi, l’impegno e la presenza del procuratore Pignatone non possono che farci piacere, ma quando lo stesso sconfina in considerazioni non attinenti le proprie funzioni, allora, tutto ciò, ci allarma. Quando dice che “In Calabria c’è un cono d’ombra dell’informazione” è evidente che non lo fa per chiedere maggiore attenzione alle problematiche regionali, ma a vicende che interessano direttamente la città di Reggio. Perché ricordiamo al procuratore Pignatone che in Calabria una sede regionale Ansa c’è ed è nella città Capoluogo, Catanzaro. E allo stesso, ricordiamo, che in Calabria una sede regionale della Rai c’è ed è diretta dalla reggina Annamaria Terremoto, e unico caso in Italia, non è nel Capoluogo di Regione. Non si trova a Catanzaro. E mentre a Reggio esiste una struttura redazionale della Rai a Catanzaro c’è solo una giornalista. Il cono d’ombra dell’informazione Calabrese, di cui parla Pignatone, offusca proprio la città guida della Calabria, Catanzaro. E’ sotto gli occhi di tutti, nella sua drammatica evidenza come, nel tempo, ci siano stati attacchi violenti e boicottaggi in danno di Catanzaro che, per storia, capacità, cultura e ruolo da sempre esercitati è il centro non solo geografico ma anche politico dell’intero territorio regionale. L’anomalia ha avuto inizio nel 1970 con i moti di Reggio, che, qualche giorno fa hanno avuto ampio risalto sul tg1, quasi come se bisognasse chiedere scusa ai Reggini di qualcosa. Dal ’70 in poi, la violenza civile prima e quella mafiosa dopo, hanno acceso i riflettori su Reggio e creato un cono d’ombra sul resto della Calabria.  Si rischia, quindi, di far passare un messaggio pericoloso: violenza e delinquenza portano ricchezza ed attenzione mediatica e, con essa, tanto altro ancora. Dal Capoluogo di Regione guardiamo con perplessità e preoccupazione a quanto avviene nella città dello Stretto che, nel passato ed ora nel presente, cavalcando l’allarme suscitato in un’intera Nazione, ha ottenuto “riguardi” che hanno provocato un danno alla stessa immagine dello Stato che in Calabria appare confusionario e clientelare.

Fin dal 1970, quando prima, ha assecondato una rivolta popolare strumentalizzata ad hoc da identificati ambienti politici e non solo, con il risultato di aver creato un’anomalia unica nel panorama Nazionale, ossia la frammentazione del ruolo di Capoluogo di Regione, con la penalizzazione delle funzioni che erano state assegnate a Catanzaro che, per storia e tradizione, è sempre stata la città guida della Calabria. E poi, successivamente, negli anni ‘80 e ‘90, quando per placare la guerra di mafia che insanguinava le strade di Reggio, il Governo Centrale, pensò bene di emanare un’apposita legge, il cosiddetto “Decreto Reggio”, che ha portato centinaia di milioni di euro destinati ad interventi urgenti per il risanamento e lo sviluppo del centro reggino. E non contento dell’erogazione di una così enorme somma di denaro, lo Stato Italiano, ha, prima assegnato dei fondi per il 150° dell’Unità d’Italia e, recentemente, ha pensato bene di creare un’altra anomalia istituendo la città metropolitana che porterà ad ulteriori finanziamenti ed erogazioni di denaro pubblico. Tutto questo mentre il Comune di Reggio accumulava (nonostante l’enorme disponibilità di risorse economiche) un pauroso deficit nel bilancio comunale. Ora, invece, è il tempo delle bombe e dei bazooka . E, tutto ciò (comprese le dichiarazioni del Procuratore Pignatone), sembra ipotizzare che lo Stato si appresti a compiere ulteriori passi – vedi finanziamenti, leggi speciali, enti e agenzie nazionali, assegnazioni di uomini e mezzi, ecc. – che, tuttavia, e nonostante l’enorme ricchezza riversata dal Governo Centrale dal 1970 ad oggi, a sentire le dichiarazioni di alcuni esponenti del mondo politico, non sono servite alla cittadinanza ma solo ad alcuni “ambienti”, e la città, oggi, è addirittura ricaduta in situazioni e climi di degrado politico, amministrativo e mafioso che ricorda il periodo precedente al famigerato “decreto Reggio”. Mentre nel resto della Regione, nonostante la crisi globale che attanaglia anche le asfittiche economie dei comuni, si tenta di mantenere alto il nome della Calabria con le poche risorse economiche e strutturali messe a disposizione dello Stato. Riteniamo, pertanto, che al cono d’ombra informatico dovrebbero far posto i riflettori mediatici sul salasso dei soldi pubblici nella città di Reggio e non su inutili richieste di ulteriori funzioni, mezzi, uomini e strutture perpetrate a danno del resto delle città Calabresi.

Autore

Redazione

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