Dalla Redazione

L’armata Brancaleone perde i pezzi

L’analisi di Giuseppe Bisantis tra cessioni di quote, viaggi in Australia e un “ramoscello d’Olivo”

 Giuseppe Bisantis, ancora lui. Il giornalista di “Tutto il calcio…”, il tifoso giallorosso, l’amico di puntonet, ritorna sul nostro portale. Lo fa, se possibile, con una consapevolezza in più: c’è un “fronte”, in città e lontano dalla città, che non ha più intenzione di rimanere silente davanti alla mediocrità che avverte intorno al Catanzaro. Un fronte eterogeneo, composto da giornalisti, imprenditori, professionisti di ogni campo, gente comune. Chi oggi dispone senza scrupolo alcuno su tutto ciò che riguarda la nostra squadra del cuore, sappia che esiste un mondo lontano dal suo piccolo regno. Un mondo dove nulla possono i minuscoli eserciti di cui dispone. Un mondo grande, in grado di pensare, testimoniare e agire liberamente. Un mondo in cui non si è ancora perso il senso del ridicolo. Il Catanzaro non è solo. 

Red

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Domenica pomeriggio. Aeroporto di Cagliari Elmas. Ho da poco terminato la radiocronaca di Cagliari-Inter, anticipo delle 12.30, e sto aspettando di imbarcarmi per Roma. Sono sereno. La partita è stata appena sufficiente e passerà alla storia per l’interruzione decisa dall’arbitro Tagliavento a causa di ululati razzisti indirizzati ad Eto’o, poi autore del gol partita. Ma non è questo a rendermi sereno. È il fatto che per la prima volta dall’avvio di questo disgraziato campionato non dovrò sottopormi alla puntuale umiliazione. Il girone C della Seconda Divisione infatti riposa e quindi, per una volta, il Catanzaro non perde malamente. Serenità effimera visto che a breve arriveranno i punti di penalizzazione che ci potrebbero portare sotto zero. Penso però a mio figlio di tre anni che anche stavolta, come ad ogni rientro da una trasferta, mi chiederà di giocare. Potrò finalmente dirgli di sì con la mente sgombra da tormenti giallorossi…

Qualcosa si muove. Non credo più tanto ai nuovi gruppi, agli imprenditori del nord, anche se la speranza di uscire dal tunnel deve restare accesa. È  che l’Armata Brancaleone sta perdendo i pezzi. A quanto pare, ma il dubitativo è d’obbligo, Soluri ha rimesso il suo dodici per cento nelle mani del sindaco. Lo ha annunciato più volte, poi se ne è dimenticato, ma stavolta le cronache sembrano confermare. Lo ha fatto dopo un’inconcepibile giornata fatta di esoneri annunciati e ritirati, di ingaggi saltati e decisi da lui senza averne alcun titolo, di tifosi imbestialiti, di tentate fughe in auto e, dulcis in fundo, dopo un esilarante comunicato. In quelle righe trasuda l’enorme bagaglio culturale di questo alto dirigente specie in quel riferimento finale a Carducci che c’entrava come Soluri con il calcio. Cioè niente. Dice di volersi allontanare definitivamente da un “ambiente cloaca”. Ma come? Proprio lui che poche ore prima ha cercato di ingaggiare un allenatore con i buoni del supermercato? E diciamo così che è meglio…Lui che una settimana prima si era autonominato rappresentante del Catanzaro in Lega vantando amicizie di lunga data? E infatti la domenica successiva ci hanno mandato un arbitro che in Catanzaro-Vibonese ci ha dato due rigori contro, ha convalidato due reti irregolari e ci ha espulso un uomo. Vatti a fidare degli amici! O forse anche in Lega Soluri ha tanti estimatori così come tra i tifosi giallorossi a giudicare dai messaggi che mandano (significativo su questo sito quello di Gianni…).



Ma si è fatto da parte, ha ceduto le azioni e quindi, sperando che non siano come le posate d’argento di Totò in Totò, Peppino e i fuorilegge, cioè incatenate al tavolo,diamogliene atto. In attesa che anche i suoi commensali, quelli che ad agosto rivolsero un caloroso invito a Soluri per farlo entrare a far parte del consiglio d’amministrazione, seguano l’esempio del loro mentore vorrei soffermarmi sul “Presidente di Garanzia”.  

Maurizio Ferrara è indicato da tutti come una brava persona e nessuno lo mette in dubbio. Ha anche le Physique du role. Faccia buona, occhi languidi da cagnolino bastonato… Nella settimana più bassa della storia del Catanzaro lui era in Australia. Nessuno ha capito bene perché. I più ottimisti lo davano a caccia di qualche emigrante catanzarese nella Terra dei Canguri disposto a versare qualcosa per continuare l’agonia “fin quando potremo”… Presidente di una società che non riesce a far arrivare il transfer per due fuoriclasse assoluti come Martinez e Ngrandira forse perché disturbato dai grandi club europei… Lui che alla notizia del deferimento si dice sorpreso forse perché quel fax con la fideiussione per l’iscrizione non poteva essere mandato perché in sede luce e telefono erano stati tagliati. Lui che chiede di giocare la partita di coppa Italia con il Siracusa a porte chiuse per risparmiare sugli stewards e arriva la prima vittoria. Di questo passo chiederà di giocare in sei sette per risparmiare sui calciatori oppure di farli scendere in campo a torso nudo per evitare le spese di lavanderia. Ecco, l’idea di giocare senza maglia potrebbe pure essere condivisa…

Sarà, ma Ferrara mi rimanda ad un film di Fantozzi quando il protagonista rivolto alla moglie dice: “Sì, lo so Pina, ti faccio tenerezza…“. E lei, affettuosa: “No, Ugo, non mi fai tenerezza… Mi fai…pena…“. Comunque la situazione attuale vede le istituzioni azioniste di maggioranza del Catanzaro. Il sindaco Rosario Olivo ha in mano la patata bollente. Da politico della vecchia scuola non parla, apparentemente non si muove, però alla fine qualcosa nella Prima Repubblica si faceva… Ci è rimasto poco a cui aggrapparci, forse un ramoscello di…Olivo.

Giuseppe Bisantis*

 


 

Nato a Catanzaro, giornalista professionista. Assunto in Rai, a Venezia, nel 1998. Dal 2002 lavora presso la redazione sportiva del Giornale Radio. Inviato dal 2005. Presente ai Mondiali di Germania 2006 e Sudafrica 2010, agli Europei di Austria-Svizzera 2008, anno in cui ha commentato anche la sua prima Olimpiade. Oggi è la voce della Nazionale Under 21.

Autore

Fabrizio Scarfone

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