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Omicidio Perri: chiesta la conferma della pena

La Procura generale di Catanzaro ha chiesto la conferma della condanna di primo grado a 30 anni di reclusione per Nicola Paciullo, di 31 anni, ritenuto l’autore dell’omicidio dell’imprenditore Antonio Perri, di 71 anni, ucciso il 10 marzo del 2003 a Lamezia Terme. La richiesta del sostituto procuratore generale, Giovanni Grisolia, e’ stata avanzata nel corso del processo di secondo grado in corso dinanzi ai giudici della Corte d’assise d’appello di Catanzaro. Alla base della richiesta di conferma della sentenza di primo grado il Pg ha illustrato una serie di prove raccolte dagli investigatori durante le indagini. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Vincenzo Nobile, ha chiesto, invece, l’assoluzione di Paciullo. Il difensore ha sostenuto, in particolare, l’incerto riconoscimento da parte di tre testimoni che raccontarono di aver visto l’imputato nel luogo del delitto. Il processo d’appello si concludera’ il 30 settembre. La condanna di primo grado nei confronti di Paciullo e’ stata emessa il 17 ottobre del 2008 dal Giudice per le udienze preliminari, Adriana Pezzo, al termine del processo con rito abbreviato. Nel corso del processo di primo grado l’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Gerardo Dominijanni, sostenne che Paciullo, originario di Locri e presunto affiliato alla ‘ndrangheta, uccise l’imprenditore su mandato di una cosca di Lamezia Terme. L’omicidio di Perri sarebbe da collegare ad una vendetta per una richiesta estorsiva non soddisfatta in relazione alla realizzazione da parte dell’imprenditore lametino a Maida (Catanzaro) del centro commerciale Due Mari. Paciullo fu arrestato nel settembre del 2004 dalla Squadra mobile di Catanzaro.

Autore

Salvatore Ferragina

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