Dalla Redazione

“Mi vergogno di questo FC”

Dopo lo sfogo di Giuseppe Bisantis, emerge a poco a poco tutto il malcontento per la situazione dei giallorossi. La testimonianza di Saverio Provenzano, direttore commerciale e marketing del Cesena Calcio

Lo sfogo di Giuseppe Bisantis, pubblicato sulle pagine di Puntonet, ha colpito nel segno. In questi giorni la nostra redazione ha ricevuto numerosi messaggi e e-mail da parte dei lettori, di stima e gratitudine nei confronti del giornalista RAI per le sue parole. Ma soprattutto sono arrivate ulteriori testimonianze di catanzaresi “illustri” che svolgono con successo il loro lavoro, a Catanzaro o lontano dai tre colli, ma che non dimenticano l’amore per la loro squadra del cuore e soprattutto non sopportano di vederla agonizzare, ultima tra le 127 società professionistiche. 

Tra le più interessanti c’è quella di Saverio Provenzano, ex responsabile del marketing dell’US Catanzaro, oggi direttore commerciale e del marketing del Cesena Calcio. Il “suo” Cesena si è appena risvegliato da un sogno chiamato primo posto. In serie A, mica in C2. Sotto il diluvio di Catania i romagnoli sono stati staccati dall’Inter, ma le basi per una salvezza tranquilla ci sono tutte. Eppure il suo pensiero corre al Catanzaro, a «tutte quelle domeniche allo stadio prima in braccio a mio padre e poi solo con gli amici, per 14 anni ininterrottamente, salvo un Catanzaro-Lecce in cui facevo la comunione e purtroppo saltai la mia prima partita».

La sua storia giallorossa è quella di tanti altri emigrati. Studente universitario alla “Bocconi” a Milano, attaccato a «quella pagina fissa 218 del televideo tutte le domeniche», pronto a partire per le trasferte di C2 appena possibile. Ad un tratto il Catanzaro sembra risvegliarsi dal torpore. Ripescaggio e poi promozione in serie B. Provenzano viene contattato : «Lascio tutto e tutti dopo 10 anni di Milano. Mi basta una telefonata di uno dei Presidenti di quell’anno e torno a Catanzaro per coronare il mio sogno: far parte dell’US Catanzaro, la squadra di mio padre, la squadra che per prima in Calabria è stata in serie A, la squadra di Palanca!».

Provenzano realizza il sogno neanche troppo segreto di ogni tifoso. Ma per il Catanzaro inizia la parabola discendente che porterà al fallimento, al Lodo Petrucci fino all’agonia di questi ultimi mesi. «Beh, ora di quella squadra non è rimasto nulla ed io come quasi tutte le persone normali (molti a Catanzaro però sono paranormali) mi vergogno di questo FC. Ho vissuto purtroppo dall’interno l’inizio di questo declino…troppo da vicino per non sapere che sarebbe finita così». Anche quello di Provenzano diventa presto uno sfogo che ricorda la sua esperienza nell’US per chiedere che non si ripetano in futuro gli errori del passato. «La colpa è di tutti noi ma continuare a sbagliare non è ormai più ammissibile. Si deve ripartire senza vincoli e legami con vecchie proprietà o strani personaggi. Vi immaginate cosa sarebbe successo a Firenze o Napoli dopo il fallimento se gli stessi personaggi si fossero rifatti avanti o non fossero mai spariti pretendendo le scuse della città? La risposta è troppo ovvia».

Secondo il direttore marketing del Cesena, l’unica via per uscire da questa situazione è riprendere un vecchio motto della tifoseria (“il Catanzaro siamo noi“) per tornare a essere rispettati e non rimanere sempre “quelli di Palanca e del presidente Ceravolo”. «Invito tutti noi Catanzaresi ad avere un pò più di rispetto per la nostra città e la sua immagine e per noi stessi. Catanzaro nell’Italia del pallone è ormai un caso senza precedenti, fuori da qualsiasi logica». Già, fuori da qualsiasi logica. Sarebbe il caso di trovarne una al più presto. Insieme alle necessarie soluzioni.

Ivan Pugliese

Autore

Salvatore Ferragina

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