Catanzaro Night News

Cimino: perché non si riesce a salvare il Catanzaro Calcio?

Il Catanzaro,  a catanzarese,  come la chiamavano mio padre e quelli della sua generazione, disconosciuto negato ed abbandonato. Come la  Città che lo comprende e che per molti aspetti rappresenta.

Nessuno più se ne cura. Tranne il Sindaco, che ora sembra sfiduciato, e pochi altri, non si vede anima viva.

Sul tavolo deserto restano le illusioni, le promesse , le mal riposte ambizioni politiche di qualcuno, il vuoto di organico e tecnico, i pessimi risultati dell’inizio del campionato. Poco più distante dal tavolo, dai vetri di una finestra ancora chiusa, si scorge il pericolo della chiusura,  della retrocessione,  del fallimento. Non è accettabile. Non è possibile senza che  cali un velo di vergogna su tutti. Come può la città Capoluogo di Regione perdere ancora una volta la sua squadra di calcio, lasciar decadere il suo blasone ? Due- tre milioni di euro sarebbero bastati per salvare una società già della serie professionisti. Altrove, una squadra di analoghe proporzioni, e senza il parco giocatori dei giallorossi,  costa molto di più. Possibile che nella nostra Città e nei dintorni non si trovassero imprenditori e gruppi economici disponibili ? Così poveri di tasca e di cuore, tutti ? Nel resto della Calabria accade il contrario. Vibo Valentia è riuscita a  restare in piedi nonostante  i risultati dello scorso campionato; Lamezia Terme ha saputo approfittare delle opportunità, saltando di categoria e allestendo una buona squadra; il Cosenza in tre anni è passato dal fallimento alla  Prima divisione, mietendo risultati straordinari; il Crotone e la Reggina si confermano protagonisti del campionato di serie B. Tutte e cinque  le Città calabresi hanno puntato sul calcio con successo. E’ il calcio che salva le Città ? Certo che no ! Ma il calcio che muore, nell’indifferenza generale, sancisce un qualche fallimento, segna il proposito, la forza e le ambizioni, il livello della solidarietà e della generosità,  l’indirizzo che si intende perseguire.

Il Comune, obiettivamente ha fatto molto per salvare la squadra. Talvolta, forzando la mano. Ora non può disimpegnarsi con l’uscita immediata dalla società di Tribuna Gianna. La quale non è nata soltanto, almeno così l’abbiamo concepita, per consentire l’iscrizione al campionato, ma per favorire la nascita di una società forte autonoma e libera. Questo lavoro deve continuare, fino all’estremo dei nostri sforzi, non più economici naturalmente. La politica buona deve fare la sua parte fino in fondo. Perché la politica c’entra. Come c’entra quella negativa. A volte si ha l’impressione che forze non tanto al buio si muovano, non solo in campo calcistico, per lasciar fallire le cose, per far continuare gli errori, nella convinzione che le macerie  e l’antico tanto peggio tanto meglio” li favorisca. Che tristezza!”

Autore

Salvatore Ferragina

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