La Striscia

Il Catanzaro rimane com’è, ma i “soci” chiedono giustizia

I tifosi giallorossi che attraverso Tribuna Gianna, detentore del 46,10% vogliono giustizia! E’ questo il clima che si respira in città

Pur non essendoci notizie ufficiali, la trattativa intavolata negli ultimi giorni dall’on.Tallini che poteva ridare una speranza di calcio nella città capoluogo di regione (solo di nome ma non di fatto), è saltata.

Inutile ricercarne i motivi: il NO di Giuseppe Cosentino, fra l’altro già dichiarato nelle scorse settimane, non può definirsi un fulmine a ciel sereno. 

Ipotizzare che uno degli ostacoli insormontabili sia stato la forte esposizione debitoria verso fornitori e tesserati o i contratti biennali e triennali in essere verso calciatori, allenatori in seconda (il triennale di Gianni Improta), consulenti, avvocati, osservatori o responsabili delle giovanili esistenti, non è un’ipotesi ma una certezza.

Adesso il Catanzaro Calcio, proprio nel giorno del compleanno del suo calciatore simbolo Massimo Palanca (auguri Massimo, hai visto come ci han ridotto?),  si ritrova con una specie di società che è pronta a partire per un viaggio senza ritorno, che calpesterà e umilierà una fede e una storia che ha visto piangere e gioire tanti tifosi.

Una proprietà composta da soci che non potranno tirare avanti, con un consiglio d’amministrazione guidato da un presidente (a proposito ma la carica è accettata?) senza portafoglio.

Parlare di programmazione non ha senso. Ma attenzione: avere un incarico all’interno del Catanzaro calcio a tanti ha fatto girare la testa. Il rischio è questo e per una volta ci si augura che venga ascoltata la volonta dei tanti tifosi giallorossi: chiudere la baracca  è il minimo che si possa fare. La gente lo chiede con il cuore spezzato: basta umiliazioni.

Le cifre elencate nel documento fornito da Tribuna Gianna non sono neanche il 50% dei debiti complessivi. Mezza Catanzaro avanza soldi dal Catanzaro, tutta l’Italia sa che Catanzaro è diventata lo zimbello del calcio. 

La politica ha dilapidato una marea di soldi pubblici. Prendano atto del loro fallimento, di non essere riusciti a dare una proprietà al Catanzaro e di avere salvato per il momento chi dal Lodo Petrucci in poi (gestioni da Pittelli ad Aiello) ha fatto solo “carne di macello“.

Abbiate l’umiltà di accettare la vostra sconfitta, il vostro fallimento. Non continuate con questo scempio, non siate collaboratori attivi di questa specie di società, lasciateli soli come faranno i veri tifosi che sono anche “soci” del Catanzaro con il 46,10% delle azioni, fatto da soldi nostri.

Ed è per questo che vi si chiede: basta umiliazioni, questo non è il nostro Catanzaro. Via tutti.

SF

Nella foto Massimo Palanca, esempio di cos’era il calcio a Catanzaro.

Autore

Salvatore Ferragina

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