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Manca un posto in rianimazione donna muore dopo il parto cesareo

Una donna di 33 anni è morta a Vibo Valentia dopo un cesareo: dopo aver dato alla luce una bambina in una clinica privata del capoluogo calabrese, a causa di complicazioni dovute ad un’emorragia, è stata trasferita nel reparto di rianimazione allo Jazzolino di Vibo Valentia, dove però non ci sarebbero stati posti. Caricata quindi sull’ambulanza per andare all’ospedale di Lamezia Terme, Catanzaro, la donna è morta durante il tragitto. Sul caso la Procura di Vibo ha aperto un fascicolo ed ha chiesto l’acquisizione della cartella clinica. 

«Un altro caso di presunta malasanità che si verifica in Calabria al momento del parto. Come Commissione d’inchiesta sugli errori sanitari, chiederemo al Presidente della Regione Calabria con deleghe alla sanità, Giuseppe Scopelliti, una relazione dettagliata sulle circostanze che hanno portato al decesso con ogni informazione utile al fine di individuare eventuali responsabilità personali e disfunzioni organizzative o strutturali», ha dichiarato in una nota il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari, Leoluca Orlando, sottolineando: «È scandaloso che in Italia si continui a morire nel momento in cui si mette al mondo un figlio». 

Nell’ambito del filone d’inchiesta specifico sull’assistenza perinatale e neonatale in Italia, con la collaborazione di un team che mette insieme medici, giuristi ed esperti di organizzazione sanitaria, la Commissione parlamentare d’inchiesta ha preparato due questionari per la rilevazione dei principali dati sanitari e organizzativi dei circa 550 punti-nascita italiani, uno sugli aspetti tecnico-organizzativi e l’altro su quelli medico-legali, da sottoporre agli assessorati alla salute di tutte le Regioni italiane e alle Procure. «Le domande cui dovranno rispondere gli assessori regionali – ha spiegato il Presidente Orlando – vanno dal numero dei posti letto accreditati nei diversi punti nascita, al numero dei parti e dei tagli cesarei effettuati, la presenza o meno dei reparti di neonatologia e terapia intensiva neonatale, nonché il rapporto tra strutture pubbliche e private con i relativi problemi dell`accreditamento di queste ultime». Il questionario che andrà a tutte le Procure è stato pensato per evidenziare eventuali controversie legali che interessano i reparti di ostetricia e ginecologia. «L’analisi dei risultati – ha aggiunto Orlando – servirà a tracciare una fotografia della situazione regione per regione e consentirà alla Commissione di acquisire dati indispensabili a rilevare i problemi e le caratteristiche di ciascun punto-nascita, ad accertare le cause dei più frequenti errori o criticità e,infine, a formulare proposte concrete per porvi rimedio».

Autore

Salvatore Ferragina

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