Catanzaro Night News

Incontri d’Autore di Liber@estate 2010

 

Si svolgerà il 20 agosto 2010, con inizio alle ore 19.00, presso il Circolo Velico di Soverato, lungomare Europa, il 5° degli Incontri d’Autore di Liber@estate 2010, l’iniziativa culturale della Fondazione “Vincenzo Scoppa” e della rivista Liber@mente. L’evento è collegato all’Expo al Femminile, organizzato a Soverato dai Giovani Imprenditori di Confcommercio di Catanzaro.

In tale occasione, Antonella Monamarco presenterà: “La cucina di Chaucer”, il volume pubblicato lo scorso novembre dalla casa editrice Rubbettino.

Un libro davvero interessante, il cui corpus centrale si compone della presentazione e traduzione inedita di un ricettario medievale del XIV secolo risalente alla corte di Re Riccardo II d’Inghilterra. La ricercatezza del gusto e la preziosità dei menu sono i requisiti propri di ogni ricettario medievale. Nella fattispecie nel Diversa Servicia, questo il nome del ricettario, in cui è chiaro il riferimento latino alla varietà ed alla diversità dei piatti, emerge l’aspetto internazionale della gastronomia medievale, quel comune denominatore di gusti, pietanze e metodi di cottura che accomuna tutte le corti europee. In ogni vivanda è possibile assaporare un “pizzico” d’Oriente ed una “manciata” di rigore e dietetica.

Leggendo le ricette è palese l’imperativo del cuoco medievale: stupire i commensali esteticamente nella presentazione delle vivande, sia soddisfarne i palati così aristocratici. Senza dimenticar che la salute del Signore e dei suoi invitati andava preservata: grande attenzione, infatti, era rivolta alla combinazione di ingredienti e metodi di cottura. Insomma, una cucina elaborata e di ricerca, secondo cui la stessa successione delle portate aveva delle cadenze e tempistiche predefinite. Altro aspetto da non tralasciare è l’attenzione alla religiosità e al rispetto dei canoni religiosi durante il Medioevo, così scrupolosamente osservato nel ricettario: non è un caso la stessa suddivisione del ricettario in due sezioni, una dedicata a piatti per i giorni di magro, l’altra, quella più corposa, ai giorni di grasso. Il digiuno dalle carni durante alcuni periodi dell’anno costituiva per l’uomo medievale una tappa obbligata nel percorso di redenzione e purificazione di ogni buon cristiano. Interessante a tal proposito la simbologia dei colori dei piatti, le cui nuance andavano dal bianco al dorato. Il simbolismo legato ai pasti, la ritualità dei banchetti dei signori del feudo, il prestigio e il potere comunicato attraverso la ricchezza dei loro simposi e le prelibatezze provenienti da luoghi lontani, ma anche i colori delle portate sempre vagamente auree, sono tutti aspetti che, pur appartenendo ad una cucina aristocratica, si rifanno ai canoni di bellezza e gusto della tavola contemporanea.

Autore

Salvatore Ferragina

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