Dalla Redazione

Improta ancora sotto contratto? Scenda in campo

Scritto da Fabrizio Scarfone
Regola numero uno in tempi di austerity: sfruttare al meglio ciò che già si possiede

9 Agosto 2009. In uno Stadio “Ceravolo” deserto va in scena l’esordio ufficiale in Coppa Italia del Catanzaro di Auteri contro il Siracusa. Sono i primi vagiti dell’ Effeccì a guida Antonio Aiello. Nel dopo-partita gli inviati di UsCatanzaro.net Giuseppe Soluri. La prima domanda riguarda l’effettiva conclusione del rapporto di lavoro tra il Catanzaro e Gianni Improta (ex giocatore, allenatore e dirigente giallorosso). La risposta di Soluri è perentoria e inequivocabile: «Con Improta abbiamo chiuso tutte le pendenze». 
Improta, peraltro, aveva già annunciato il suo addio a fine giugno . Era il 25 giugno del 2009.
 
Esattamente 365 giorni dopo, il 24 giugno 2010, Improta torna a Catanzaro per firmare le liberatorie in vista dell’iscrizione al campionato. L’atto di firmare le cosiddette “liberatorie”, si sa, è richiesto soltanto  ai dipendenti di una società: quindi che ci azzecca (perdonate l’intercalare da pubblico ministero) Improta?
 
Il Baronetto in realtà pare sia effettivamente un dipendente FC, garantito da un contratto pluriennale (di tre anni?) con la qualifica di allenatore in seconda.
 
E allora perché Soluri a metà agosto 2009 diceva che il Catanzaro «aveva chiuso tutte le sue pendenze con Improta»? Chi ha firmato, per contro del Catanzaro, il contratto al Gianni di Posillipo? Quanti altri “dimissionari” abbiamo pagato con i soldi pubblici passati, attraverso Tribuna Gianna, all’Effecì? Quanti altri dipendenti con i quali i soci credono di aver “chiuso tutte le pendenze”, sono ancora a carico dell’effeccì?
 
Tra pochi giorni, un gruppo di giocatori in maglia giallorossa chiamato Catanzaro affronterà il Sorrento in Coppa Italia. Proprio nella stessa competizione in cui fummo finalisti alla fine degli anni sessanta, si rischia – senza giocatori, società e certezza alcuna – di scrivere un’altra pagina storica del calcio Catanzarese: si rischia una figuraccia epica.
Caro Baronetto, perchè allora – considerato il grande amore che la lega ai giallorossi – non indossa gli scarpini e scende in campo ricordandoci il momento in cui iniziammo a volerle bene?  Ci pensi, in fondo Sorrento è a due passi da casa.
Vedrà che a quel punto, dopo che l’avranno vista di nuovo in campo con il pallone tra i piedi, nessuno potrà smentire l’attualità del suo legame con il Catanzaro. Nemmeno Soluri.
Red

Autore

Fabrizio Scarfone

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