La Striscia

Gicos lascia, la rabbia dei tifosi raddoppia

L’imprenditore reggino starebbe per abbandonare la trattativa. I tifosi contestano allo stadio alla ripresa degli allenamenti al grido di “Fuori, fuori”

Hanno trovato i cancelli chiusi gli oltre 100 tifosi che, alle 16 di oggi pomeriggio (a proposito qualcuno ha fatto 100 km, per essere presente in rappresentanza dei supporter della provincia) si sono ritrovati davanti al “Nicola Ceravolo” per manifestare il totale dissenso verso l’attuale situazione societaria. Prima di poter accedere all’impianto hanno colloquiato con un responsabile della polizia per garantire che non sarebbero accaduti episodi di violenza.

Aperti i cancelli, agli occhi dei tifosi si è presentato un “Nicola Ceravolo” fatiscente che fotografa perfettamente l’attuale situazione che sta vivendo quella che una volta era la squadra-orgoglio di un’intera regione.

Fra i seggiolini giallorossi sono cresciuti i fiorellini. L’erba dona quel tocco di classe perché si abbina al prato verde spelacchiato. Negli spogliatoi, ci dicono, mancano la luce e l’acqua. Però abbiamo i neo dirigenti, dal presidente in pectore Ferrara, ai soci Santaguida e Ruga, a qualche addetto, chiamato per contribuire alla gestione emergenziale di questa pseudo-società.

“Giustamente”, per tutelarlo visto il “perfetto” stato dello storico impianto, il 4 agosto il terreno del Ceravolo sarà utilizzato per una partita amatoriale. Come dire, le istituzioni pensano già al futuro.

C’è anche Franco Cittadino, chiamato a dirigere il primo allenamento. E mentre a San Giovanni in Fiore due realtà del calcio calabresi quali Crotone e Cosenza si sfidano in un’amichevole, i tifosi giallorossi sono al Ceravolo a discutere di ciò che sarà del Catanzaro e a vergognarsi di ciò che i loro occhi sono costretti a vedere. Deprimente!

Entrati in curva, parte il primo coro “Ladri, Ladri”, seguito da un “Fuori, Fuori”. Logicamente le grida dei tifosi erano rivolte soprattutto agli assenti, i vecchi soci. Ma ai presenti è stato addebitato il fatto di essersi presentati a una farsa. L’appellativo più in voga: “tutti figli di Soluri”.

A gran voce i tifosi hanno chiesto ai presenti di non allenarsi. Qualcuno ha apostrofato qualche calciatore reo aver ricevuto lo stipendio grazie ai soldi dei cittadini. E’ stato chiesto al presidente Ferrara di comunicare con i tifosi. Ferrara avrebbe voluto parlare solo con una delegazione, poi si è convinto (dinanzi al rifiuto dei tifosi) e si è intrattenuto con tutti.

Il discorso di Ferrara ha ricalcato ciò che era stato detto nei giorni successivi alla sua nomina. Ha parlato di trattative e delle difficoltà esistenti. Nulla di nuovo tranne quello che già sapevamo, compreso che se ci sarà la possibilità di raccogliere qualcosa il tentativo del “tirare a campare” continuerà. Fermo restando che – ha aggiunto Ferrara – ad oggi le casse non consentono nenache di disputare un campionato di terza categoria.

I tifosi presenti hanno ripetuto che questa società non deve allenarsi e giocare al “Ceravolo” e che questa società non può rappresentare la squadra del Catanzaro. Il presidente è stato invitato a non continuare in quest’avventura perché sta facendo da parafulmine alla politica e a chi è stato ritenuto “killer” del Catanzaro Calcio.

Ferrara ha ammesso che la folle ricapitalizzazione dei vecchi soci ha di fatto bruciato quel gruppo che aveva prenotato un 30% di azioni del Catanzaro Calcio. Altra nota dolente, uscita fuori ma poco pubblicizzata, è stata l’appesantimento dei conti societari con contratti maturati di colpo a fine stagione. 

La domanda dei tifosi presenti è stata: “Scusi, ma Lei cosa ci fa allora ancora con questi soci dentro“?

Di certo oggi possiamo dire la giornata è stata forse la più umiliante della storia del Catanzaro Calcio e mentre la gente alla fine era stanca e delusa nel vedere così mal ridotta la squadra del proprio cuore, arrivava anche la notizia che “Gicos” avrebbe rinunciato a trattare l’acquisto del pacchetto di maggioranza del Catanzaro.

La motivazione? Senza giri di parole è facile immaginarla. La politica catanzarese non è riuscita a trovare due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto imprenditori, per supportare l’imprenditore di Cinquefrondi in un progetto. Sembra fantascienza ma è così.

Eppure qualche imprenditore c’era. Nomi ne sono stati fatti tanti, ma nessuno ha consegnato una lista di papabili, neanche quelli sicuri. Nemmeno l’imprenditore utente del nostro portale, che ha confermato sino a oggi la sua disponibilità. Se lo avessero detto prima che dovevano trovarli i tifosi, forse avrebbero fatto prima.

I tifosi sognano e sperano ancora in una svolta. Mercoledì, per l’ultimo disperato tentativo, potrebbe scendere a Catanzaro Franco Ceravolo per rinsaldare il rapporto (mai esistito per colpa degli intermediari) fra Gicos e gli imprenditori locali. Ma forse la notizia del ritiro dell’imprenditore reggino è stata anche accolta con un sospiro di sollievo. La prima reazione dei tifosi è stata: “FALLIMENTO”. Chiudere questa pagina vergognosa. I colpevoli sono chiari. Il Catanzaro non ce lo restituirà mai nessuno. Restituite almeno i soldi alla città che ne ha bisogno. 

SF 

(special thanks to FP per le foto)

Autore

Salvatore Ferragina

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