La Striscia

Serve un 30%? Gli imprenditori catanzaresi sono disponibili

L’otto giugno, Giuseppe Gatto presidente di Confindustria diramava un comunicato. Probabile domani un tavolo istituzionale con l’imprenditoria locale convocato dal Sindaco.

Venerdì 16 luglio; mentre a Catanzaro si festeggiava il Santo Patrono, in provincia di Reggio Calabria, pur non essendo uscite notizie ufficiali, Giuseppe Cosentino, candidato all’acquisto del Catanzaro, Franco Ceravolo che sta collaborando in maniera fattiva in questa fase e forse Filippo Catalano, socio con il 7,80% delle azioni, s’incontravano per chiarire alcune posizioni e soprattutto per limare e discutere la proposta di acquisto del pacchetto di maggioranza resa nota attraverso alcuni organi di stampa.

Ebbene, come dicevamo sopra pur non essendoci notizie ufficiali ciò che è maturato è la conferma che il Gruppo Gicos che fa riferimento a Giuseppe Cosentino è intenzionato all’acquisto del pacchetto di maggioranza del Catanzaro. Alle già note condizioni che prevedono l’acquisto del 60% delle quote e l’ingresso immediato di alcuni imprenditori locali che non siano Soluri, Bove e Aiello, che è poi la sostanziale variazione dovuta al fatto che i tre in queste ultime giornate hanno più volte messo il bastone fra le ruote. E’ assurdo, ma proprio su questo secondo punto ci sarà ancora da lavorare evidentemente non sono bastate le aperte manifestazioni di dissenso della maggioranza della tifoseria giallorossa.

E’ chiaro che l’imprenditore forestiero vorrebbe essere supportato in quest’avventura in una città che non conosce dove non ha “affari” almeno per il momento.

E mentre in provincia di Reggio Calabria si cercava di dare un significato al futuro del Catanzaro, nella stessa giornata, i vecchi soci, cioè quelli che prima erano nemici e che ora sono diventati amici, nella sede di Via Barlam di Seminara, a luci spente, è proprio il caso di dire, studiavano altre strategie per cercare di rimanere in sella o trarre il massimo profitto dopo due anni di scempi societari e calcistici.

C’è stata anche l’operazione “OPA” lanciata dalla famiglia Albano che al momento è stata respinta, ma alcuni incontri “pubblici” di alcuni soci in un noto locale della città fanno pensare che l’offensiva, definita dai più “operazione ostacolo”, non sia ancora terminata.

In tutto questo, un ruolo importante continua ad averlo la politica, anzi quei politici che in questi mesi hanno partecipato a svariati tavoli istituzionali e che pensiamo non avranno difficoltà a comprendere che senza una proprietà forte il calcio a Catanzaro può ritenersi concluso e la sconfitta sarà da addebitare principalmente a loro che hanno salvato una barca ormai colata a picco e che è stata resuscitata senza alcun progetto certo.

Sperando che non escano altre situazioni, perché è bene ricordare che tanti sono stati gli ostruzionismi compiuti anche da soggetti vicini alla società attuale, vedi consegna di documenti richiesti con notevoli ritardi, scuse per non andare dal notaio, cessioni o addii a parole e mai nei fatti e chi più ne ha più ne metta.

Di certo bisogna partire da un punto imprescindibile: la tifoseria tutta, anzi la stragrande maggioranza della tifoseria vuole una società seria senza Soluri, Bove, Aiello e senza ritorni, e in Prima Divisione, altrimenti è meglio chiudere con il calcio. Si dice che Franco Ceravolo in questi pochi giorni rimasti che decreteranno o la svolta o la fine del calcio catanzarese sia rimasto in Calabria per dare seguito agli accordi che da qualche tempo intrattiene con la politica scesa in campo nell’operazione di salvataggio.

Giacché però un nodo cruciale della vicenda è l’entrata d’imprenditori locali, vogliamo riprendere due passaggi apparsi in comunicati diramati dal Presidente di Confindustria Giuseppe Gatto e dall’imprenditore Daniele Rossi che è anche tifoso dichiarato del Catanzaro:

Giuseppe Gatto testualmente scriveva: ”Nella mia qualità di rappresentante di un gruppo di imprenditori – Centro Servizi S.r.L., Gatto, Marani, Mancuso, Monteverde, Speziali e Volpi – ribadisco la disponibilità di questi a sottoscrivere una quota del capitale azionario della F.C. Catanzaro, compreso la parziale copertura delle perdite, fino alla concorrenza del 30%. 

Al fine di evitare le solite ”collette’ che vanno avanti da diversi anni e che non sono più ripetibili, sembra opportuno dunque, che gli attuali soci, riducano la loro quota allo scopo di favorire l’ingresso in società di ulteriori nuovi soci o gruppi di soci di riferimento, credibili ed affidabili, che siano disponibili ad assumere la guida della società”. 

Daniele Rossi invece comunicava: Non acquisiremo quote. Non alimenteremo tentativi di sopravvivenza non supportati da sane logiche imprenditoriali”.

Sulla carta mancherebbe un 30%, visto che circa il 10% è già nelle mani dei soci Santaguida, Catalano e Ruga. A tal proposito, nella giornata di domani il Sindaco Rosario Olivo dovrebbe convocare un tavolo istituzionale con l’imprenditoria locale e allo stesso tempo nella giornata di martedì potrebbe tenersi la tanto richiesta Assemblea dei Soci per delineare gli aspetti societari definitivi compresa l’elezione del collegio sindacale scaduto che è alla fine del proprio mandato.

Nel comunicato di cui sopra leggiamo dell’interesse  di ben sei imprenditori locali, in pratica con un 5% a testa il problema sarebbe risolto, anche perché ci pare che in base a ciò che è stato detto nelle dichiarazioni dei due affermati imprenditori locali, questa volta le condizioni sembrano esserci. 

C’è il gruppo pronto ad assumersi l’onere di guidare la società. Serve solo un atto d’amore per questa squadra, per questa nostra città che è anche la vostra, nulla più.

SF

Autore

Salvatore Ferragina

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