Catanzaro Night News

Sui 300 arresti, le parole di Nicola Gratteri e le responsabilità della politica

Nota di Associazione Ulixes

Dopo i 300 arresti degli ultimi giorni ritornano in mente le dichiarazioni di prefetti, politici ed altri uomini delle istituzioni che da anni cercano di circoscrivere il fenomeno ‘ndrangheta a sistema locale o alla sola Calabria.

Una pavida miopia forse, che stride terribilmente con le prese di posizioni dure di chi opera giorno per giorno nella lotta alla criminalità. Una miopia  che assume i contorni inconfondibili  della malafede se si pensa, senza troppo stupore di chi scrive,  alle collusioni politico-elettorali che sono emerse in questi giorni dai piccoli comuni ai parlamenti  regionali e nazionali.

Relazioni pericolose e transnazionali, parentele equivoche di una ‘ndrangheta che contamina e prosegue la sua scalata alle amministrazioni pubbliche ed alle istituzioni, diventando forza di governo ed orientando, piegandola alle proprie perverse logiche, la cosa pubblica.

 

E così,  dopo questi 300 arresti,  ci saremmo aspettati dalla  classe  politica  –  a tutti i livelli  ed a tutte le latitudini –  un  messaggio chiaro, forte, che desse il giusto slancio ad una nuova stagione politica.

Un rilancio, ad esempio, in sede parlamentare del DDL Lazzati, che proprio su queste logiche insiste, o una stretta sulle nomine dirigenziali soprattutto nella sanità.

Ci saremmo aspettati partiti pronti a buttare fuori dalla propria organizzazione personaggi sospetti e disponibili da subito a fare piazza pulita di consiglieri regionali, provinciali e comunali su cui aleggiano pesanti ambiguità. O ancora amministrazioni  locali, in primis le regioni, pronte a depurarsi, senza se e ma, da dubbi, sospetti, personaggi  e parentele scomode. Niente di tutto ciò. Solo silenzio.

Avremmo voluto vedere un impulso nuovo tale da abbassare progressivamente al minimo il livello di qualsiasi, anche presunta, connivenza per innalzare il livello del contrasto e la fiducia dei cittadini. 

A tutto questo ci fanno pensare le parole di Nicola Gratteri, classico fulmine a ciel sereno, di un Italia che esulta.

Nel momento in cui una parte di questa Italia ha scoperto l’acqua calda; ha scoperto che a Milano c’è la nebbia o più semplicemente festeggia per una guerra che si pensa finita,  Gratteri si lascia andare come sempre ad una giusta e cruda riflessione.

 <> – ha detto in una intervista nazionale il pm antimafia- <>.

 Le parole di questo coraggioso magistrato ricordano molto quelle di eroi dello Stato come  Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e ci invitano ad andare oltre, a fare di più contro una organizzazione solida e potente capace di autorigenerarsi  e di sviluppare nuovi anticorpi con grande velocità.

Porre l’accento sulla “convenienza economica” significa individuare lucidamente un elemento di prevenzione e dissuasione che va oltre l’etica ma si inserisce nella realtà concreta. Un elemento sostanziale e quantitativo che diventa poi qualitativo, sociale, culturale ed etico.

La “non convenienza” dell’affiliazione passa da legislazione, progettualità, idee, volontà e coraggio politico. Passa da una azione amministrativa e istituzionale che deve essere cosciente del proprio ruolo per gli altri e negli interessi della collettività. Senza chiedere eroismi isolati, ma lavorando perché la scelta giusta sia quella ovvia e spontanea, la prima che passa per la mente di un ragazzo. Una scelta collocata in un sistema generale in cui le idee di concreta democrazia e legalità sono semplicemente necessarie e comunitarie, patrimonio riconosciuto dell’essere cittadini.

Serve, però, lavorare per questo senza connivenze, miopie o viltà.

Serve, una politica cosciente del proprio ruolo, coraggiosa e responsabile.  


Associazione universitaria Calabrese Ulixes

Autore

Salvatore Ferragina

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