Il Rompicalcio

Una farsa in nome del Catanzaro

Scritto da Redazione
La situazione è grave, ma non è seria.
di Francesco Ceniti

La situazione è grave, ma non è seria. Lo scriveva Ennio Flaiano e mai avrebbe immaginato che nel maggio 2010 questa frase fotografa alla perfezione la vicenda del Catanzaro calcio. Grave, ma non seria. Persino ridicola, se di mezzo non ci fosse la passione (sentimenti) di moltissimi tifosi. Perché più che ‘a nuttata, tanto per restare nelle citazioni teatrali, forse deve passare un secolo per porre fino al continuo scempio dei colori giallorossi.

L’IMPERATIVO CATEGORICO  Salvare il Catanzaro dovrebbe essere l’imperativo categorico di un capoluogo che ai suoi cittadini offre pochissimi vanti. La squadra di calcio, invece, è stata per tantissimi anni una stella polare per gli emigrati e l’intera Calabria. Il passato, però, ora conta zero. Gli ultimi decenni sono fatti di stenti, qualche soddisfazione e un fallimento che brucia sulla carne viva. Il prossimo futuro potrebbe regalarci una promozione (grazie, grazie e ancora grazie ad Auteri e ai magnifici ragazzi che stanno onorando la maglia) e l’ennesima farsa consumata nei cosiddetti tavoli istituzionali. In mezzo tanti avvoltoi pronti a cibarsi del cadavere.

DENTRO O FUORI – L’ultima chiamata per il Catanzaro mette in gioco anche quel briciolo di dignità che qualunque essere umano dovrebbe avere. Inutile girarci intorno. I politici la smettano di parlare in politichese e si ricordino che è un loro compito salvaguardare i beni della comunità. Il Catanzaro calcio è il Bene. Via, dunque, interessi personali e di bottega. Si lavori in sintonia: se la proposta giusta arriva dallo schieramento opposto la si sposi senza tentennamenti. Si chiamano accordi trasversali. Cercare di continuo nuove soluzioni (anche ridicole e prive di ogni buon senso) aumenta la rabbia di una tifoseria esasperata.

SOLITI IGNOTI – Stessa cosa vale per i famosi “4 moschettieri”: Noto, Colosimo, Speziali e Gatto ci dicano che cosa vogliono fare da grandi. Soprattutto Noto: per la prima volta non ha smentito il suo interessamento alla società. Se davvero vuole rilevare il pacchetto azionario, illustri in una conferenza stampa quali siano i reali impedimenti. Nessuno vuole forzare la mano, ma ci sembra strano che non si riesca a superare degli ostacoli quando tutta la città è pronta a flagellarsi pur di arrivare a una vera svolta capitanata dal gruppo Az. Oppure i 4 moschettieri diano l’ennesimo schiaffo alla città che li ha resi imprenditori di successo, defilandosi in modo chiaro e, possibilmente, quantificando l’obolo (o elemosina) a fondo perduto accennato nel non-comunicato diffuso lunedì da Tallini. In questo modo se c’è ancora qualcuno disposto a credere nel progetto Catanzaro (Gicos, ad esempio) potrà regolarsi sulla somma da investire.

DEBITI E PROVOCAZIONI – Certo, è fondamentale che il signor Franco Muraca faccia chiarezza sulla reale massa debitoria del bilancio. Senza se e senza ma: la consegni al sindaco o chi per lui, con accanto a ogni voce il nome del creditore e la somma avanzata. Consulenze comprese. Queste sono le uniche due strade possibili. Le altre sono tentativi di tirare a campare che forse fanno comodo a chi in questi anni ha continuato a lucrare sulla passione della gente. Ma siccome al peggio non c’è mai fine, c’è anche chi ritiene possibile cancellare con un colpo di spugna il passato: una cordata formata da medi e piccoli imprenditori locali che ha l’appoggio anche di Speziali e Gatto, vale a dire due dei 4 moschettieri (ma il motto non era tutti per uno…). In questo mare magnum (ripetiamo: il contrario di una svolta, ma solo l’ennesima occasione persa) troverebbero posto anche alcune vecchie conoscenze. A tutto c’è un limite: quella nuttata non passerà mai. Provate a chiedere a un tifoso della Fiorentina o del Napoli che cosa farebbero se un domani i signori Cecchi Gori o Ferlaino si palesassero per un rientro in società. Non vorremmo essere nei vostri panni. Ecco, questa è dignità. Non si compra al supermercato. Ed è da vigliacchi chiedere l’avallo dei tifosi: lo scopo è spaccarli e metterli in condizione di chinare il capo pur di salvare l’amore di sempre. Ognuno risponde alla propria coscienza. Questo sito è sempre stato libero. E allora dico la mia. Non è il parere del direttore, ma solo quello di un tifoso come tanti: meglio chiudere bottega e consegnare ai nostri figli (quelli che sotto la grandine hanno sfilato nel trenino giallorosso per ricordare a tutti che tifare Catanzaro è un loro diritto, come lo è stato per le generazioni passate) la lista con nomi e cognomi dei responsabili dell’ennesimo capolavoro all’incontrario.

Vedi caro Flaiano, nel maggio 2010 a Catanzaro la situazione non è grave: è gravissima, ma la serietà abita altrove. Ci sentiamo tra un mesetto circa per un aggiornamento. A volte i miracoli accadono pure da queste parti.

P.s.: si parla tanto della scadenza del primo giugno. E’ un falso problema: se non si ricapitalizza, si avvia la procedura per dichiarare fallita la società. Nulla vieta che nel frattempo ci sia un’offerta per salvare il titolo sportivo o subentrare nella gestione. Il tribunale difficilmente dà parere negativo. Pro Patria docet.

Francesco Ceniti

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