Dalla Curva

Lambrusco, Coltelli, Rose e Popcorn

Scritto da Redazione
L’ennesima tragicommedia notturna è il segnale di una passione latente e viscerale

Si è consumata nella notte tra il 24 ed il 25 maggio l’ennesima tragicommedia avente come oggetto principale la nostra amata squadra di calcio. Le settimane di passione che hanno preceduto la nottata hanno tenuto svegli sul nostro forum la bellezza quasi 600 tra utenti registrati e visitatori. Una malattia, un morbo che ha come unico comune denominatore una passione latente e viscerale. Che cozza notevolmente con le idee imprenditoriali dei nostri benestanti concittadini e che cozza soprattutto con la volontà di ogni singolo politico di mettere sul piatto di una bilancia a più tare la propria proposta, seguita dalle garanzie più o meno reali di cordate o presunte tali.

Ad una manciata di giorni dal nuovo baratro il popolo giallorosso si apprestava (forse è il caso di verificare il tempo del verbo) a stappare una buona bottiglia di “Lambrusco”. Cosa volete farci? In tempi di crisi anche i festeggiamenti impongono drastici ridimensionamenti. Un sogno lungo una vita, la possibilità di lanciare sul panorama calcistico nazionale che conta una squadra di calcio, con una solidità economica non indifferente e su cui puntare le proprie scommesse, senza alcun timore. Una maglia a strisce giallorosse a contendere un posto uefa alla Juventus o meglio ancora un posto Champions al Milan. Eh già, perché il malato tifoso giallorosso nella finale di Madrid ha tifato Inter: la vittoria infatti avrebbe assicurato un coefficiente Uefa più alto rispetto alla Germania ed il mantenimento di sette compagini in Europa.

Un futuro remoto fatto di Rosee fiori, quindi, innescato dalla bomba, nell’immediato, di un cambio al vertice societario, dettato dall’orgoglio di grandi imprenditori pronti a rilevare dalle mani incerte di chi non può permettersi un giocattolo del genere. Un tifoso pronto a spellarsi le mani, pronto a gremire nuovamente gli spalti del Ceravolo e con la consapevolezza di avere al timone della propria squadra un Petroliere (o forse più) capace di riconsegnare all’Italia intera il blasone di una storia che oramai vive solamente nel ricordo di signori che si avviano alla mezza età.

Il popolo giallorosso aspetta, non più dormiente, l’evolversi di una situazione che dopo i buoni propositi iniziali dettati da campagne politiche per l’assegnazione delle poltrone, ha subito nelle ultime ore rallentamenti a causa dei Coltelli” venuti fuori per difendere lo spazio e gli interessi personali di ogni singolo soggetto. Ma il popolo giallorosso è di nuovo compatto, il grido che si alza al cielo è univoco. Non più divisioni, non più spaccature: SOLO UN CATANZARO. Dagli ultras ai semplici tifosi, a tutti gli internauti giallorossi del mondo: NOI VOGLIAMO IL CATANZARO!!! E’ l’ultimo treno possibile. E l’ultima fermata prima dello snodo porta irrevocabilmente, inequivocabilmente, inevitabilmente la data del 1° giugno 2010. O si fa il Catanzaro o si muore!!!

Il futuro prossimo e remoto passa tra le mani e nella testa di coloro i quali sono diventati protagonisti indiscussi del tessuto economico e della vita politica della città. Il bivio è li a pochi metri, una strada da cui non c’è ritorno, o la gloria degli stadi importanti o i “Pop Corn” della domenica pomeriggio al cinema. Non consumiamo un altro delitto, il calcio è l’immagine della città e per troppo tempo ne abbiamo vissuto i margini.

Risorgi e risplendi Prima Gloria del Sud !!!!

Massimo Saverino

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