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Il Comune si attiva per riavere Ospedale Militare e Bosco Osservanza

Il “Bosco dell’Osservanza” e il complesso dell’Ospedale Militare fanno parte del demanio universale della Città di Catanzaro e, pertanto, dovranno essere destinati ad un uso civico da parte della collettività.

Sono sei, allo stato, gli occupatori abusivi del fondo denominato “Bosco dell’Osservanza”: il Demanio dello Stato (già Ministero della Guerra), la società Ferrovie della Calabria (già Calabro-Lucane), più quattro privati.

A questa conclusione – che spazza d’un colpo tutti i dubbi e le incertezze sulla destinazione futura del prestigioso complesso e della sua area – sono giunti gli esperti interni ed esterni chiamati dall’assessore al patrimonio, avv. Aldo Stigliano Messuti, a sbrogliare l’intricata matassa giuridica.

Contemporaneamente, l’ Amministrazione, con una lettera firmata dal dirigente del settore  ing. Alba Felicetti e inviata al Ministero della Difesa, al Commissario Usi Civici, all’Agenzia del Demanio e alla Regione, ha formalmente avviato la procedura di reintegra nel possesso del bene.

Il “Bosco dell’Osservanza” comprende un’area di 2.350 metri quadrati e l’edificio dell’ospedale militare (4.380 metri quadrati di superficie). Come è noto, il bene in questione non è utilizzato da molti anni dal Ministero della Difesa.

Il pieno diritto della Città di Catanzaro ad utilizzare l’area e il complesso dell’Osservanza deriva da tre fonti tangibili ed inequivocabili: la prima è costituita dalla ricognizione fatta dall’Istruttore Demaniale prof. Egidio Gentile e depositata nel 1938; la seconda nella “celebre” sentenza resa il 19 gennaio 1950 dall’allora Commissario per gli Usi civici dott. Salvatore Foderaro; la terza tiene conto delle osservazioni e delle note critiche rese dai procuratori e dai difensori costituiti nel giudizio del 1950 e depositate all’epoca presso il Commissariato degli usi civici di Catanzaro.

La richiesta di reintegra nel possesso del bene poggia su una dettagliata relazione dell’avv. Emilio Severini, incaricato dal Comune di ricostruire la complicata vicenda giuridica del “Bosco dell’Osservanza”.

La ricognizione Gentile, datata 1938, riporta la pretesa del Comune sul giardino dei Padri Riformatori dell’Osservanza perché, secondo la tradizione, era stata la stessa Amministrazione comunale a fondare il Convento, sotto il titolo di Santa Maria delle Grazie. Il Comune, per avere “somministrato il denaro per la fabbrica e donato il bosco ed il giardino”, riteneva di avere “lo stesso diritto sulle fabbriche, i giardini ed i boschi dei Padri Cappuccini”.

L’Istruttore Demaniale prof. Gentile, nello stesso documento, affermava che nel Bosco dell’Osservanza “i cittadini, secondo che avevano avuto bisogno di allegnare, vi avevano esercitato il loro diritto”.

Ancora più corposa è la sentenza del 19 gennaio 1950 con cui il Commissario per gli Usi civici dott. Salvatore Foderaro accertava “in base a prova documentale di epoca remota, che i cittadini di Catanzaro esercitavano sin da lontana epoca l’uso civico essenziale per i bisogni della vita del legnatico”.

Il sindaco Rosario Olivo ha espresso soddisfazione per le conclusioni a cui è giunto il settore patrimonio dell’Ente ed ha sottolineato la straordinaria importanza, per tutta la collettività, di una giusta restituzione del bene al Demanio Universale della Città.

“Il riconoscimento dei diritti del Comune sul Bosco dell’Osservanza e sull’edificio dell’Ospedale Militare – ha detto ancora il primo cittadino – permetterà intanto di scongiurare qualsiasi pericolo di dismissione del bene, ma soprattutto, una volta reintegrato nel possesso, consentirà di trasformare questo grande patrimonio pubblico in un contenitore di attività culturali e di alta formazione, così come viene sollecitato da più parti”.

Il sindaco ha anche sottolineato come, forse per la prima volta in tanti anni, il Comune dimostra di essere attento al suo patrimonio, nell’interesse di tutti i cittadini, recuperando beni di valore altissimo sia sotto il profilo storico sia sotto il profilo del valore commerciale.

Autore

Salvatore Ferragina

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