Bar Mangialavori

Gaetano Auteri

Ottimo lavoro del tecnico giallorosso che si aggiudica il primo round.
di Giuseppe Mangialavori

Caro articolo,

da quanto tempo non ci vedevamo! Sai, non riesco proprio a scriverti se non provo emozioni, sono solo quelle che riesco a tradurre, devo pur provare qualcosa. Avrei voluto intitolarti “Auterinho”, ma il mio più che fraterno amico Gianfranco mi ha (giustamente) suggerito di battezzarti…”Gaetano Auteri”, molto meglio così. 

Grazie mister Auteri, hai resuscitato un passionale che si stava comatizzando per ovvietà e rassegnazione. Grazie ai tuoi ragazzi che molto probabilmente non vinceranno palloni d’oro e non sposeranno veline, ma nel mio cuore (e non solo), comunque vada a finire… occupano uno spazio speciale, quello che non guarda solo al passato.

In una giornata calda e avvolta da serena passione, iniziano i playoff, gli ennesimi ma che hanno un sapore diverso, oserei dire “strano”.

 Il gemellaggio fraterno con i supporters Barlettani si rinnova  e ciò si traduce in un’atmosfera gradevole. Gli “U”omini di Auteri iniziano con il piglio della grande squadra, i giocatori si trovano a meraviglia e malgrado il manto erboso del Puttilli, riescono a giocare di prima. Non è un caso che il Catanzaro dopo il gol di Di Maio (annullato dal collaboratore dall’appena mediocre Palazzino di Ciampino) riesca a violare la porta dell’estremo difensore biancorosso subito dopo (12°) grazie ad un calcio piazzato, magistralmente battuto dall’onnipresente Manolo Mosciaro.

Si, onnipresente. In attacco, a centrocampo, in difesa ed insieme a Montella fa letteralmente impazzire la difesa dei padroni di casa. Il Catanzaro legittima il vantaggio ancora con Mosciaro che venti minuti dopo il gol, coglie l’incrocio dei pali con Di Masi che sta a guardare. Longoni tenta di pungere, ma senza fortuna. La solidità e l’ottimo piazzamento delle Aquile fa vivere una giornata serena ai seicento tifosi giunti in Puglia. E anche al 22° della ripresa, dopo l’espulsione di Ciano, il Catanzaro non sembra patire più di tanto l’inferiorità numerica e porta a casa il primo round.

Dicevo “grazie” a Gaetano Auteri ed ai suoi eroi. Un “grazie” pregno di tanti significati, un grazie che si spera si traduca in realtà ed in fatti importanti anche dal punto di vista societario. Sarebbe un vero peccato smontare l’ennesimo giocattolo. Ma questa volta, cari lettori stiamo parlando di altissimi livelli. Sono avvisati tutti coloro i quali si accingono ad implementare o sostituire in toto (ancora non è chiaro) gli attuali vertici societari. Sarebbe un vero peccato perdere un patrimonio tecnico che serba in sé orizzonti di etica professionale sconosciuti nel calcio moderno. Chi si accinge ad entrare nella storia del Catanzaro calcio e chi ne fa già parte, tutti devono capire che le carte devono essere scoperte nell’interesse di tutti. Nell’interesse di chi ha investito, di chi dice di averlo fatto e di chi dovrà farlo. Tutto il tempo che passa è maledettamente prezioso e i nodi dovranno essere dipanati prima che i denti del pettine fungano da spada di Damocle. Un po’ di intelligenza da parte di tutti, insomma! Un po’ di coscienza (con l’augurio che qualcuno ne conosca il senso) anche nei confronti di un allenatore che anche ieri in sala stampa ha esternato tutto il suo valore di uomo genuino, schietto e preparato. Un collega si è “permesso” di rivolgersi al Mister facendogli il nome della Nocerina. I presenti hanno visto la sua reazione. Intraducibile in parole. Lo stesso mittente ha subito fatto marcia indietro, quasi intimorito dal riscontro deciso, severo, netto chiuso da un eloquente: “io ho una coscienza e ho dei doveri da rispettare, io sono l’allenatore del Catanzaro”!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Gaetano Auteri, nessuno è perfetto e certamente non lo sarà neanche lui, ma riesce a fare giocare i suoi uomini così bene che ieri anche i cronisti ci hanno capito poco. Velocità, pressing, tutti in aiuto di tutti, ordine in campo e fuori ed anche quando si riconquista il pullman dopo la vittoria sul difficilissimo “Puttilli”, non si fa una piega. Tutti sereni  al proprio posto e non un sorriso di troppo. All’uscita un tifoso giallorosso con un’aquila gigantesca in gesso avvolta da una sciarpa, la alza al cospetto degli umili eroi. Nessun eccesso, per intenderci, nessun coro di quelli ostentati a Sora… o ad Acireale. Serenità e volo maledettamente basso. Nessun “C1 credo” da parte dei giallorossi.

Non importa quanti saranno al Ceravolo o in fase successiva (sperando che tutto vada per il meglio) a Brindisi oppure a Roma. Meglio pochi  ma buoni. Anche fosse un solo tifoso. L’importante sarà vincere anche contro tutto e contro tutti. Contro l’indifferenza, contro il qualunquismo, contro le crisi societarie, contro i maledetti playoff, contro coloro che vestiti di ignavia distribuiscono (gratis…) sorrisetti di sufficienza e non meglio dimostrata superiorità. Grazie Auteri, falli inchinare al tuo cospetto e innanzi ai tuoi “U”omini. Non sarai “……inho”? Sappi che per il sottoscritto sei molto, ma molto di più.

Ed ora? Tutti al Ceravolo? E no signori miei. Ci vadano solo coloro che come si dice ” a prescindere” amano questi colori. Ci vadano solo tutti coloro i quali un giorno non debbano rivendicare o ancora peggio “rinfacciare” la propria presenza, perchè questo Catanzaro può vincere anche da solo… e vuoi vedere che questa sarà la volta buona?

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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