Dalla Redazione

Chiaroscuro giallorosso

Dalla colletta salva-calcio ai play-off promozione: la lunga cavalcata del Catanzaro dei record tra vuoto societario e scetticismo dei tifosi

Riuscirà la squadra di Auteri a sfatare un tabù che dura da quando fu istituita la maledetta lotteria dei play-off? Forse la domanda che attanaglia i tifosi giallorossi in questo momento è un’altra. Ma per un attimo cerchiamo di proiettarci oltre i problemi economici che soffocano ogni sentimento e spengono entusiasmi. Entusiasmi che invece dovrebbero moltiplicarsi, considerato che siamo di fronte ad una delle formazioni migliori mai viste a Catanzaro in tutti i campionati di terza e quarta serie (magari sarebbe anche corretto includervi qualche campionato di serie B).

Una squadra, quella messa in piedi dal duo Pitino-Ceravolo e consegnata nelle sapienti mani del tecnico siracusano, che sicuramente parte in sordina e non certo con i favori del pronostico o con l’appoggio dei suoi stessi sostenitori. La tifoseria giallorossa è delusa dalla cocente sconfitta con il Pescina e stizzita dalla colletta istituzionale salva-calcio che ha evitato la scorsa estate di far sparire definitivamente il calcio a Catanzaro. Il nuovo presidente al timone elargisce sorrisi e promesse sin dall’inizio.

Nonostante una squadra costruita in ritardo, le Aquile partono bene in campionato. Ben otto vittorie nelle prime nove gare. Avversarie del calibro di Cisco Roma, Cassino e Juve Stabia, favorite per la vittoria finale, vengono schiacciate sul campo da una superiorità tecnica palese. Goal a grappoli ed un attacco stellare composto dai confermati Montella-Caputo e dagli innesti di Mosciaro e Longoni, vere e proprie bocche da fuoco. Ventidue le marcature realizzate in questo primo quarto di campionato, con l’apporto di un difensore davvero speciale, Di Maio, che alla fine della regular season porterà a casa un bottino di ben sette gol.

Nonostante questi fuochi d’artificio, gli spettatori allo stadio latitano, complici le “solite voci” sull’instabilità societaria e la penalizzazione (strascico della scorsa fallimentare gestione) che, nel frattempo, porta un bel -3 nella classifica del Catanzaro. Arriva inaspettata, nel primo testa-coda stagionale, la sconfitta sul terreno dell’Isola Liri che, dopo aver messo la partita sui binari della rissa, frustra le velleità di tutto l’ambiente che già pregustava una fuga in piena regola. Siamo a novembre, ma la sconfitta non suona certo come un campanello d’allarme, considerando lo slancio con cui Longoni e compagni mettono al tappeto Monopoli, Gela e Siracusa.

Il passo falso di Brindisi rappresenta, invece, il crocevia di una stagione che poteva e doveva essere gestita in altro modo. Sul campo pugliese, un Catanzaro sciupone subisce a pochi minuti dalla fine il gol dell’immeritata sconfitta. Uno stop pesante per il morale di una squadra che, nel frattempo, inizia a lamentare qualche problema di liquidità da parte della società. La nona vittoria in casa nel girone d’andata (su nove gare giocate) regala al giro di boa un bel primato che, senza i punti di penalizzazione, sarebbe stato ancora più cospicuo. Ben 41 punti guadagnati sul campo: una enormità su cui costruire un successo finale che sembra alla portata.

Ma prima di Natale arriva il regalo che non ti aspetti: nel posticipo serale del lunedì la Cisco Roma in 10 contro 11 ribalta un Catanzaro svogliato e con la testa evidentemente altrove. Siamo nel bel mezzo della tempesta che raggiunge il suo apice con lo sciopero dei calciatori a fine anno. I ragazzi di Auteri non si presentano (compatti anche in questo) alla ripresa degli allenamenti dopo la pausa natalizia. Il Catanzaro e Catanzaro sono ancora umiliati: gli atleti non percepiscono gli stipendi da settembre.

È l’ennesimo inizio di un calvario, con la squadra che, nonostante la prova di forza, scende in campo regalando prestazioni superbe ed inanellando risultati positivi a raffica. È il momento dell’addio di Caputo che preferisce la pagnotta sicura a Roma piuttosto che andare a fondo con la nave. È il momento della partita di Barcellona con l’Igea Virtus del neo-presidente Rendina che, dopo un girone d’andata deprimente, punta alla sfida con il Catanzaro come alla gara del rilancio: finisce 1-1 nel deserto del D’Alcontres. Da questo momento in poi il Catanzaro non riesce più trovare continuità nei risultati in trasferta, e l’Igea finisce definitivamente nell’anonimato di un campionato che l’ha vista assoluta protagonista solo in quella circostanza.

L’immeritata sconfitta contro la Juve Stabia e lo stop di Barletta sembrano il triste remake di ogni stagione vissuta in serie C2. Inizia a farsi spazio la rassegnazione da play-off, sempre che qualcuno non decida di far fallire prima la squadra. Ipotesi per fortuna scartata grazie ai continui “respiratori” delle istituzioni, fatti funzionare dall’unico motore immobile della città: le elezioni e le innumerevoli promesse dei politici. Il Catanzaro soffre il periodo più difficile di questa stagione e, con la sconfitta di Scafati, dice praticamente addio alla prima piazza, nonostante anche la Juve Stabia arranchi.

Si ferma alla quindicesima giornata il filotto di vittorie casalinghe consecutive, e a questo punto i riflettori si spostano sui tavoli istituzionali che vorrebbero e dovrebbero disarcionare dalla sella l’attuale presidente, mettendo in piedi una società degna e capace di condurre una gloriosa squadra dove merita. Nel frattempo in campo i leoni di Auteri si risvegliano e mettono in fila tre vittorie consecutive che aumentano il rammarico, ma che sicuramente rendono fieri i tifosi giallorossi.

La maglia è stata onorata ed i problemi della società, che hanno influito e condizionato tutta la stagione, non oscurano le prestazioni maiuscole di tutti gli uomini scesi in campo. Autori di 15 vittorie casalinghe, imbattibilità stagionale tra le mura amiche, 22 vittorie totali su 34 gare giocate; 61 reti realizzate, 9 giocatori diversi andati a bersaglio. Numeri, solo numeri, è vero. Ma che danno l’idea di quanto finora sia stato seminato e così poco raccolto.

Due settimane, ora, per costruire una società che doveva essere messa in piedi quattro anni addietro…o forse prima. Due settimane per dare ossigeno naturale alle gambe, alla testa e al portafogli di questi ragazzi che mai come oggi potrebbero averla vinta persino sui tabù. Un popolo attende i suoi più facoltosi cittadini che tanto hanno avuto dalla terra in cui sono nati. Un popolo attende di essere guidato per fare la sua parte, come d’altronde è sempre stato. La “guerra” ci aspetta. Odio i play-off come tutti i tifosi giallorossi, ma odio ancora di più chi ci ha trascinati fino a questo punto. Oggi possiamo ancora vincere, oggi potrebbe ancora essere promozione, oggi più che mai NOI SIAMO IL CATANZARO.

Massimo Saverino 

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