Catanzaro Night News

CIMINO, “L’ACCORDO SCOPELLITI-UDC NON E’ ESPORTABILE AUTOMATICAMENTE;

IL PDL DI CATANZARO SIA PIU’ UMILE E NON PRESENTI SOLUZIONI E CANDIDATURE GIA’ CONFEZIONATE

Il capogruppo di Nuova Alleanza, Franco Cimino, è intervenuto con una dichiarazione sulla situazione politica al Comune e sugli equilibri nei gruppi di opposizione.

 “C’è tanta confusione in giro. Nuova confusione che si aggiunge a tanta vecchia. Essa si alimenta di due fatti convergenti: la pesante sconfitta del centrosinistra e l’enorme consenso elettorale ricevuto specularmente dal PDL. Tutto ciò porta, nell’euforia del momento e nella voglia matta di estendere questo risultato agli appuntamenti ancora mancanti, a ritenere che quanto non appartenga al PD e al centrosinistra, sia parte costitutiva del centrodestra. E’ una interpretazione sbagliata. La realtà è diversa. In Calabria. E in particolare a Catanzaro. Al Comune le forze che non si riconoscono, fuoriusciti esclusi, nella sgangherata, incerta, perduta maggioranza di Olivo, non sono parte, almeno ufficialmente, del centrodestra. Il gruppo del PDL non si è formalmente costituito, pur godendo di una forza potenziale di circa dieci unità. Se quel  gruppo ci fosse, il suo capogruppo avrebbe convocato i consiglieri, esaminato con loro la situazione politica, elaborato una linea che avrebbe potuto anche essere quella dello scioglimento del Consiglio. Con questa linea avrebbe poi potuto consultare altri gruppi nel tentativo, apprezzabile, di trovare un’intesa comune. Anche su una posizione diversa,come il libero confronto esige, da quella assunta in proprio. Se il PDL non c’è, evidentemente non può esserci il centrodestra, inteso quale insieme di forze affini e non soltanto genericamente fuori dall’orbita della sinistra. Questo centrodestra non c’è. Non c’è a Roma, non c’è in Italia. Non c’è, tranne due-tre  sporadici  casi locali, in Calabria. Le intese che vedono insieme PDL e UDC esclusivamente dal Lazio in giù dello stivale, sono denominate alleanza programmatica con il candidato Presidente. La Calabria, forte dell’intesa feconda tra Scopelliti e Talarico, ne è la riprova. Trasportare meccanicamente e acriticamente la buona intesa regionale a ogni campo politico-istituzionale, conferendo ad essa la forza di un’alleanza organica e definita, è fuorviante e non corretta. Questo non significa che in molti enti locali, ovvero ovunque, in Calabria e nel resto del Paese non ci possano essere alleanze con il PDL, foriere della costruzione di un nuovo centrodestra. Tutt’altro, specialmente se si considera l’atteggiamento suicida che ormai ha assunto il PD e il rischio di vedersi trascinare in quella morte unitamente agli enti territoriali che si vogliono, invece, correttamente governare. Ma perché questa tendenza, che è nell’auspicio di molti (non so se anche di Berlusconi e di Casini in persona), possa verificarsi è necessario che i dirigenti del Partito della Libertà assumano un atteggiamento più umile e rispettoso degli altri ; che non facciano valere la forza politica accumulata anche con il contributo elettorale dei partiti minori; non insistano nervosamente sulle frenetiche ambizioni di potere di alcuni suoi esponenti; che non pretendano, come è gi à successo altrove, di chiamare gli alleati dopo aver deciso per sé i candidati al vertice delle amministrazioni. Da qui si potrebbe partire per un confronto (dagli esiti per nulla scontati) , aperto e leale, che faccia perno sugli interessi della gente. E su quel buon senso, che aiuta la politica a farsi migliore,costruendo anche equilibri sensati e onesti”.

Autore

Salvatore Ferragina

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