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FONDAZIONE BETANIA: previsti 50 licenziamenti

Non si placa la rabbia dei lavoratori di Fondazione Betania, che nei prossimi mesi sarà costretta a licenziare cinquanta unità lavorative.

 E il numero è destinato ad aumentare se l’Asp di Catanzaro dovesse confermare anche per il 2010 gli abbattimenti delle prestazioni sanitarie. In questi anni l’ente assistenziale ha utilizzato parte del proprio patrimonio immobiliare per creare risorse finanziarie, contraendo mutui pur di non mandare a casa il personale. Una scelta di campo che non può più essere portata avanti: i fondi ormai sono terminati. «Il problema deve essere risolto in tempi necessariamente brevi da chi ha il dovere politico ed amministrativo di garantire l’esigibilità del diritto al lavoro dei cittadini calabresi». Batte i pugni il presidente del Consiglio di amministrazione di Fondazione Betania don Biagio Amato che ieri, ancora una volta, ha chiamato a raccolta gli organi di informazione per tenere alti i riflettori su un dramma «frutto delle scelte sbagliate della Regione che non ha risanato i costi nel comparto sanitario. Non ci hanno permesso di recuperare e di assestare i nostri bilanci e hanno preferito procedere sotto il segno della crisi e dello sperpero». Per la Regione Calabria, a Fondazione Betania c’è un esubero di personale. E questo è vero. Ma il surplus di unità lavorative negli anni è rimasto invariato, sono sempre 460 le unità lavorative che a vario titolo erogano le prestazioni socio-sanitarie nella struttura. Quello che è cambiato nel tempo è la Legge regionale che ha stabilito di riportare il costo del personale dal 71,8% al 65%. Ma c’è di più. Le Asp hanno smesso di acquistare tutte le prestazioni che la struttura eroga, determinando uno squilibrio economico-finanziario all’intero della Fondazione. In sostanza: restano invariati i costi del personale, della gestione della struttura, della strumentazione tecnologica, mentre diminuiscono i ricavi. «Per il 2010, per esempio, l’ Azienda sanitaria di Catanzaro ha proposto un taglio del volume delle prestazioni – ha aggiunto don Biagio – tra il 20 e il 25% e sui posti letto per la riabilitazione a ciclo continuato un abbattimento del 33%. La Fondazione si è venuta a trovare con un esubero di personale causato esclusivamente da Leggi regionali che modificano i requisiti organizzativi, e definiscono rette inadeguate, e dalle Aziende sanitarie che abbassano l’acquisto delle prestazioni». Inqualificabile il comportamento delle organizzazioni sindacali, secondo il presidente del Consiglio di amministrazione, che nei mesi scorsi hanno indetto due giornate di sciopero solo contro Fondazione Betania. Eppure le strutture assistenziali private accreditate che da mesi non pagano con puntualità gli stipendi ai propri dipendenti sono centinaia in tutto il territorio calabrese. La Regione impone standard di personale elevati senza adeguare le rette ai costi di gestione delle strutture accreditate. Molte Asp calabresi pagano la contabilità con ritardi che si aggirano sugli otto, quindici mesi e l’inevitabile conseguenza che le strutture accreditate non hanno la liquidità necessaria per onorare gli impegni assunti nei confronti di dipendenti e di fornitori. «Non riesco proprio a capire il perchè di una protesta sindacale contro di noi. Abbiamo un ritardo nei pagamento, nonostante tutto, di una sola mensilità – ha continuato don Biagio – il 3 maggio pagheremo gli stipendi. Pur avendo un esubero di personale, certamente non dovuto ad assunzioni indiscriminate, per solidarietà nei confronti degli operatori, continuiamo a sostenere ogni anno un costo aggiuntivo di circa un milione e mezzo di euro, tutto questo pur di non licenziare. Ma adesso non possiamo più sostituirci allo Stato nel contenere il fenomeno della disoccupazione. Inoltre, nonostante Fondazione Betania vanti un credito nei confronti della Regione e delle Asp pari a 12 milioni di euro, continua ad essere puntuale nei pagamenti». Sarebbe la prima volta che le organizzazioni sindacali, a detta di don Biagio, scioperano nel settore dell’assistenza, «una protesta che avrà una sola vittima: le 500 persone sofferenti che ogni giorno utilizzano le strutture assistenziali della Fondazione». Una situazione drammatica resa ancora più instabile dal mandato del Consiglio di amministrazione che proprio ieri è scaduto. Adesso si attende il rinnovo che dovrà essere nominato dall’arcivescovo metropolita della diocesi di Catanzaro- Squillace Antonio Ciliberti entro il mese di maggio. «Non abbiamo più potere decisionale, ma cercheremo di non fermarci nelle more, perchè non c’è tempo da perdere». Nei prossimi giorni don Biagio incontrerà il neo governatore Giuseppe Scopelliti per chiedergli di accelerare i tempi per la riconversione o la ristrutturazione della sanità pubblica e privata. È previsto, anche, sempre nei prossimi giorni, in Prefettura un tavolo di concertazione cui prenderanno parte le organizzazioni sindacali, la Regione e Fondazione Betania.

 

GDS

Autore

Umberto Galati

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