Dalla Redazione

Questa maledetta domenica

Il calcio, la vita e uno splendido gruppo di uomini. Lettera aperta ai calciatori del Catanzaro a 270 minuti dal sogno

Cari ragazzi,

manca poco, pochissimo, alla vostra più difficile sfida professionale. Sì, perché quella contro il Siracusa, non sarà davvero una partita come tutte le altre. Conosciamo il vostro disagio: vivete giorni difficili, giorni in cui starete rimpiangendo alcune scelte del passato, e magari immaginando un futuro lontanissimo da qui. È  come essere all’inferno, lo sappiamo bene. 

Ora voi potete decidere di mollare tutto e restarvene a recriminare: è facile, molto facile. Oppure da questo inferno potete decidere di uscire, scalando le pareti con le unghie e con i denti come avete fatto finora: ed è molto più difficile. Dovrete mettere sul campo ciò che prima di farvi calciatori vi rende uomini. Dovrete desiderare con tutte le forze di non disperdere i sacrifici di un’intera stagione; e sarà dura, perché in ogni istante ci sarà una voce che vi ripeterà “lascia perdere, che importa…?“.

Noi vi sosterremo, dovunque si troverà un catanzarese, statene certi, ci sarà un pensiero per voi, e so che forse non vi riuscirà semplice crederlo. Non siete stati fortunati finora: avreste meritato le migliori coreografie e il pubblico più caldo, e invece non avete vissuto l’entusiasmo che questa città ha riservato a molti altri venuti prima di voi. Comprendeteci, stiamo combattendo da anni contro un destino che ci riserva  furfanti, mascalzoni e perfetti idioti.

Sappiate comunque che se quest’anno abbiamo parlato anche di schemi, dribbling e scatti fulminanti, se poche ore fa ci si è seduti intorno a un tavolo convinti di trovare una soluzione, lo dobbiamo solo al vostro impegno, alla vostra classe. Noi crediamo nel vostro lavoro, in quello del mister e in quello di chi vi ha permesso di essere ad un passo dalla prima divisione.

Sapete, con il tempo, con l’età, tante cose ci vengono tolte: fa parte della vita. Però questo s’impara solo quando quelle cose cominciano a scomparire, e allora si scopre che la vita è un gioco di scelte,  proprio come il calcio. In entrambi questi giochi, la vita e il calcio, il margine di errore è ridottissimo. Un balzo a destra invece che a sinistra e voi non ce la fate, un dribbling invece di un passaggio e perdete la palla. Ma le scelte che determinano il nostro destino sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni minuto della partita, in ogni giorno della nostra esistenza.

Voi avete lottato un campionato intero. Avete scelto di correre, segnare, sudare, allenarvi duramente. Avete scelto di continuare, nonostante tutto. Ecco, la vita è tutta lì, in questo consiste: in quelle scelte che diventano determinanti. Ma noi non possiamo obbligarvi a scegliere per il meglio, non possiamo obbligarvi a lottare.

Spero che guardiate il compagno che vi sta accanto, che lo guardiate bene negli occhi: spero che possiate vedere un uomo determinato a correre con voi, un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che, quando sarà il momento, voi farete lo stesso per lui.

Questa è la squadra che abbiamo visto al “Ceravolo” per tutto l’anno. Questa è la squadra alla quale chiediamo di vincere il campionato. Perché vincendo  nessuna impresa fuori dal campo sarà impossibile. Perché continuando a fare la cosa giusta, non vi stancherete mai della vostra faccia davanti allo specchio.

È la vita ragazzi, è il calcio: è tutto qui.

Allora, che cosa volete fare?

Fabrizio Scarfone

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