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Phonemedia,Manes appone i sigilli e a Roma si firma la cassa integrazione

E’ ritornato nella sede del call center di Santa Maria il legale di Paola Santo Manes, coadiuvatore del custode giudiziario Francesco Di Mundo nominato dal Tribunale fallimentare di Vibo Valentia.

Manes, che aveva efettuato una prima ricognizione del locale la settimana scorsa e si era attivato per ottenere le visure catastali e commerciali per il conteggio dei beni dell’azienda Phonemedia-Omega, per stabilirne lo stato patrimoniale e per verificare l’effettiva proprietà di Omega spa dell’edificio di viale Magna Graecia, oggi ha apposto i sigilli nel call center. Si è presentato con un provvedimento del tribunale fallimentare che dispone il sequestro conservativo del locale e lo ha affisso sulle vetrate dello stabile sigillandone tutte le porte.E’ finito così lo stato di occupazione dei lavoratori Phonemedia-Omega durato circa tre mesi, non senza il dissenso di alcuni operatori, che hanno chiesto al coadiuvatore giudiziario una proroga del sequetro conservativo, giusto il tempo di conoscere l’esito della fase dibattimentale che si discuterà a Vibo nell’udienza del 6 aprile, dove il giudice sarà chiamato a esprimersi sulla proposta di concordato preventivo avanzato da Omega spa. In merito al tanto discusso concordato preventivo, il giudice fallimentare  ha concesso nelle udienze del 17 e del 19 marzo a Multivoice e Wccr, che fanno sempre capo al gruppo Omega spa, un termine di 15 giorni entro il quale andranno depositati anche i documenti non presentati in giudizio: la relazione patrimoniale e l’elenco dei dipendenti, entrambi aggiornati al 31 dicembre 2009. Qualora fosse accolta la richiesta di concordato preventivo, l’azienda eviterebbe il fallimento. Agli atti risulta che i dipendenti Multivoice sono 957 e l’azienda ha ricevuto  fondi regionali per un importo di seimilioniquattrocentomila euro per assumere 774 dipendenti. Secondo il bilancio del 2008 lo stato patrimoniale attivo di Multivoice ammonta a 44 milioni di euro, di cui però 29 milioni sono costituiti da “immobilizzazioni di scarsa affidabilità” e i debiti sono pari a 26 milioni di euro. In tutto questo i lavoratori avanzano  un credito complessivo di 2 milioni di euro.Wccr ha un capitale di ottantaduemilioniseicentoquarantamila euro, ha ricevuto finanziamenti regionali pari a 4 milioni di euro per assumere 530 dipendenti, mentre sono 668 gli assunti, lo stato patrimoniale attivo è di 11 milioni con debiti del valore di novemilioniduecentosettantatremila euro.Dati che si commentano da soli e che la dicono lunga sulla possibilità di un’eventuale accoglimento del concordato preventivo.”Questa azienda dovrebbe presentare un piano di risanamento aziendale per non fallire. Ma non ci riuscirà- ha affermato Daniele Carchidi della Slc/Cgil-, se avesse avuto un piano avrebbe dovuto presentarlo prima a quei tavoli di concertazione dove l’azienda più volte convocata non si è presentata. E invece dai tavoli istituzionali, siamo stati costretti a spostare la vertenza nei Palazzi di giustizia, affidandoci alla legge. Omega spa non ha alcuna credibilità, non ce l’ha dal 15 di settembre quando davanti al ministro Scajola aveva garantito che entro ottobre avrebbe presentato un piano di risanamento e  invece non è stata in grado di rispettare gli accordi assunti”.Intanto ieri a Roma l’Ugl, la Cgil, Cisl,Uil nella sede del ministero del Lavoro insieme all’avvocato milanese Francesco Di Mundo custode giudiziario, e alla dirigente Marinella Marino dell’assessorato al Lavoro della Regione Calabria hanno firmato la cassa integrazione in deroga che decorrerà per Multivoice e  Soft 4 web dal 17 marzo, per Wccr dal 19. Tra gli altri erano presenti il coordinatore nazionale dei call center Riccardo Saccone, Donatella Bruni segretaria generale della Cgil di Vibo, Franco Arena della Slc-Cgil regionale, Luciano Prestia  dela Uil Calabria e Daniele Carchidi della Slc-Cgil di Catanzaro.”Noi della Cgil e della Uil-hanno detto ancora Carchidi e Prestia- avremmo voluto che la cassa integrazione decorresse con efficacia retroattiva già dal mese di dicembre, ma il ministero è stato chiaro: non era possibile concederla prima del 17 marzo, perchè non c’era prima di quella data un valido interlocutore. Solo con la nomina del custode è stato possibile il confronto con un referente affidabile”.I lavoratori sono ben lontani dall’ottenere un posto di lavoro.”E’ chiaro che non siamo contenti del fatto che gli operatori hanno ottenuto gli ammortizzatori sociali- ha dichiarato Saccone-, ma in tutto questo disastro, comunque, siamo riusciti a dare sicurezza ai lavoratori,nonostante il tentativo sovversivo di qualcuno di tenere in piedi un’azienda screditata, contro ogni logica. Adesso punteremo al recupero occupazionale affidando ad aziende serie il futuro lavorativo di 2 mila persone”.

Autore

Umberto Galati

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